È morto Mordillo, il fumettista argentino aveva 86 anni

Autore: Rina Zamarra ,

Nella notte tra venerdì 28 giugno e sabato 29 giugno 2019, Mordillo si è sentito male mentre era a cena in un ristorante di Palmanova, località sull’isola di Maiorca. Dopo poche ore dal malore, il fumettista è morto. Aveva 86 anni e si era ritirato da un po’ sull’isola spagnola, dopo aver vissuto in Argentina, negli Stati Uniti e in Francia.

Se ne è andato in punta di piedi, il fumettista che ha divertito generazioni con i suoi fumetti dai colori accessi con protagonisti tanti animali buffi, come le sue amate giraffe dal collo lunghissimo.

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Guillermo Mordillo Menéndez ha iniziato presto a manifestare la sua passione per i fumetti. Nato in Argentina da una famiglia di origini spagnole, realizza il suo primo disegno a soli 12 anni. Sin da ragazzo, ha le idee molto chiare e si laurea in illustrazione.

La vera svolta nella sua carriera avviene con il trasferimento negli Stati Uniti, quando Mordillo comincia a lavorare per Paramount. In questo periodo raggiunge la fama grazie al personaggio di Braccio di Ferro.

Concluso il periodo americano, si trasferisce in Francia. Sono i primi anni ’60 e Mordillo inizia a collaborare con giornali come Paris Match. Le strisce sulle riviste lo rendono noto in tutto il mondo.

Mordillo non fa satira ed evita gli argomenti politici. Preferisce occuparsi di relazioni umane, sesso e calcio. I suoi personaggi, buffissimi e colorati, conquistano milioni di lettori grazie anche a un’ironia che non ha confini ed è comprensibile a tutti, perché non è espressa con le parole ma solo con i disegni. In effetti, i suoi personaggi sono muti!

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In realtà, sembra che il segreto del suo successo sia dovuto a un escamotage. Quando Mordillo inizia a lavorare per le riviste francesi, non conosce bene la lingua ed è costretto a disegnare senza usare le parole. Ebbene, un semplice trucco per nascondere la sua scarsa conoscenza del francese farà la sua fortuna e gli consentirà di ottenere tanti riconoscimenti.

Durante la sua lunga carriera, infatti, ha vinto importanti premi come il Phoenix Humor Prize (1973), il Yellow Child Prize (1974) e il Premio Nakanoki (1977).

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