È morto Stanley Donen, il regista di Cantando sotto la pioggia

Autore: Chiara Poli ,

Il nome di Stanley Donan resterà per sempre legato al suo film più famoso: Cantando sotto la piogga.

Ma il grande regista statunitense, nato nel Sud Carolina il 13 aprile del 1924 e morto a New York il 21 febbraio scorso, a 94 anni, vantava una carriera ricchissima di titoli indimenticabili.

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Stanley Donen ci ha lasciati per un attacco cardiaco dopo una vita e una carriera destinate a scrivere una parte della nostra storia.

Soprannominato The King of Musicals, Donen era l'ultimo della sua stirpe, la stirpe reale della Golden Age di Hollywood.

Un grande sogno: danzare

Entrare nella storia mondiale del cinema con la regia di una trentina di film, quando il cinema era il sogno dorato di un mondo che credeva tutto fosse possibile, è stato il suo marchio di fabbrica.

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Stanley Donen aveva amato la musica e la danza molto prima del cinema. Iniziò a prendere lezioni di ballo da piccolo, quando non aveva ancora compiuto dieci anni, e sognava di diventare un ballerino di tip tap professionista.

A poco più di 16 anni debuttò sui palcoscenici di Broadway e fu proprio a Broadway che la sua vita cambiò per sempre.

Mentre lavorava come assistente coreografo, incontrò Gene Kelly e i due divennero molto amici. Tre anni dopo erano pronti per riscrivere la storia del musical a Hollywood.

Lavorarono fianco a fianco per lungo tempo, condividendo lo stesso amore e rispetto per la musica e l'arte della danza, e contribuendo insieme ai loro lavori.

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Collaborarono come coreografi e registi, e dalla loro unione artistica scaturirono film indimenticabili come Un giorno a New York, ... e naturalmente Cantando sotto la pioggia, il loro capolavoro del 1952.

Il cinema

Pur rimanendo grandi amici, Donen e Kelly separarono le loro carriere lavorative quando il primo firmò un contratto con la Metro-Goldwyn Mayer per la regia di 7 film, fra cui un altro fra i suoi titoli più famosi e amati: Sette spose per sette fratelli.

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Donen lavorò anche per Warner Bros e Paramount Pictures, spaziando dal genere che l'aveva reso un'icona - il musical - alle pellicole sentimentali, i thriller e le commedie.

Non c'era genere in cui Donen non riuscisse a muoversi con successo, grazie alla sua sensibilità e al suo innegabile talento di regista.

Fra i suoi titoli più celebri degli anni '50 e '60 ricordiamo in particolare Cenerentola a Parigi, con Audrey Hepburn - che in seguito avrebbe lavorato ancora con lui - L'erba del vicino è sempre più verde, Due per la strada, Il gioco del pigiama, Baciala per me, Indiscreto, Arabesque e l'amatissimo Sciarada.

Diresse grandissimi attori e ballerini, dalla Hepburn appunto a Fred Astaire, da Gregory Peck a Sophia Loren, da Cary Grant al suo amico Gene Kelly, senza dimenticare Doris Day, Albert Finney, Yul Brynner... 

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Posato, gentile e discreto, Stanley Donen stringeva legami duraturi con molti degli uomini e delle donne con i quali lavorava.

La sua semplicità lo rendeva unico, e il suo talento non venne mai tradito.

Gli anni '70

Dopo il boom, negli anni '70 il cinema di Stanley Donen iniziò lentamente a risultare deludente: quando si scrive la storia del cinema, continuare a farlo all'infinito diventa un obbligo che rischia di schiacciare ogni vezzo artistico. Ciononostante, la scelta di provare a trarre un musical da Il piccolo principe, il capolavoro letterario di Antoine de Saint-Exupéry, confermò che l'amore di Donen per la magia del cinema e della musica rimase vivo fino alla fine.

La carriera di Stanley Donen proseguì con dei film che possiamo senz'altro evitare di citare, ma anche nel decennio immediatamente precedente al suo distacco dalla regia produsse grandi opere, come Il boxeur e la ballerina.

Dopo aver messo da parte il grande schermo, nel 1986 Stanley Donen diresse il suo primo e ultimo videoclip musicale: Dancing on the Ceiling di Lionel Ritchie.

Anche sul piccolo schermo scelse con cura il suo unico lavoro: la regia di un episodio della serie cult Moonlighting, sempre nel 1986.

Nella vita privata, la proverbiale tranquillità di Stanley Donen sul set veniva un po' a mancare: si sposò ben 5 volte, ed ebbe 3 figli.

Ma la sua vera, grande eredità resta un pezzo di quell'era dorata che Hollywood incise nella storia della cultura, del cinema e della musica negli anni '50.

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