Facebook e le banche USA, contatti per ottenere i dati degli utenti

Autore: Matteo Tontini ,

Ancora nuvole grigie su Facebook. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, ormai defunta società di consulenza e per il marketing online, accusata di aver trafugato i dati di 87 milioni di utenti, il social di Mark Zuckerberg è di nuovo al centro della polemica (o meglio, lo è il suo modo di gestire e tutelare la privacy degli iscritti).

A puntare il dito contro Facebook è il Wall Street Journal, che riporta di alcuni contatti tra Facebook e importanti banche americane - JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup e US Bancorp - al fine di ottenere i dati degli utenti: informazioni sui conti correnti e su movimenti effettuati con carte di credito.

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L'obiettivo del social network sarebbe quello di inserire una funzione in Messenger, sua app di messaggistica, che consenta di visualizzare il saldo del conto e di ricevere avvisi in caso di frode grazie a un chatbot.

Un portavoce di Facebook avrebbe infatti dichiarato:

Come molte aziende online, collaboriamo con banche e società di carte di credito per offrire servizi come chat per i clienti o la gestione degli account. Non vogliamo utilizzare queste informazioni se non per consentire questo tipo di esperienze - non per pubblicità o altro (quindi le info non verrebbero condivise assolutamente con terze parti n.d.r.).

Il fantasma di Cambridge Analytica è ancora dietro l'angolo, tuttavia, e questa storia non fa che gravare ulteriormente sull'azienda di Menlo Park, la quale cerca in tutti i modi di placare le turbolente acque di questi ultimi cinque mesi.

Alcune banche si sarebbero ritirate dalla trattativa, stando ad alcune fonti.

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Il motivo? La sicurezza dei dati che secondo alcuni enti non sarebbe garantita a sufficienza: per evitare di finire impantanate in possibili e futuri scandali avrebbero così interrotto i contatti nelle fasi iniziali.

Un portavoce di Wells Fargo ha dichiarato a NY Daily News:

Mantenere la privacy dei dati dei clienti è di fondamentale importanza per Wells Fargo. Non siamo attivamente coinvolti in conversazioni sulla condivisione dei dati con Facebook.

L'incapacità di tutelare la privacy dei dati dei suoi utenti sembrerebbe essere a tutti gli effetti uno dei principali catalizzatori dietro il precipitoso crollo di Facebook sul mercato azionario, alla fine del mese scorso.

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Facebook non ha mai negato di raccogliere una quantità davvero impressionante di dati. E ora vorrebbe arrivare ai dati bancari: sebbene ciò non includa informazioni su tutte le transazioni, è lecito temere che il colosso americano vi abbia accesso.

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