Florence, la recensione: la differenza tra ridere e sorridere

Florence è il nuovo lavoro cinematografico di Stephen Frears che mostra la vera storia di Florence Foster Jenkins, un soprano stonato. Questa è la nostra recensione.

Autore: Alfonsina Merola ,

Stephen Frears dopo The Program (2015), un biopic sulla vera storia di Lance Armstrong, ritorna sul grande schermo con un altro lavoro biografico: Florence.

Questa volta il regista mostra la vita e la storia di Florence Foster Jenkins, un soprano stonato, ricordata come colei che dissacrò e distrusse Mozart.
In che modo? Cantando!

Florence amava la musica e si nutriva di essa ma allo stesso tempo non aveva una percezione reale della propria voce.

Ecco una registrazione originale di una sua esibizione, per poter comprendere meglio le sua "soave" voce!

Florence si cimentava nel canto, dilettando il suo pubblico con esibizioni canore come quelle del video: ma non si esibiva soltanto davanti ad amici e persone che le volevano bene. Spesso c'erano anche competenti del settore come musicisti o critici musicali, che non erano per nulla indulgenti con lei.

Il lungometraggio, però, non vuole essere semplicemente il racconto di una donna priva di qualità canore.

Florence è soprattutto una commedia drammatica, che traspone su pellicola la differenza esistente tra il ridere ed il sorridere. Un contrasto già affrontato in ambito letterario da Luigi Pirandello.

Per lo scrittore, come anche per il regista, ridere è una reazione immediata e superficiale che generalmente accade di fronte ad una situazione insolita e diversa dalla "normalità".

Il sorriso invece è un'emozione più profonda, che richiede comprensione e un modo di approcciarsi più umano di fronte ad un evento ridicolo e sui generis. Ad esempio, trovandosi di fronte Florence che canta si potrebbe sia ridere che sorridere.

La scena sarebbe buffa, comica e per certi versi ridicola ed è qui che scatterebbe la risata immediata. Ma se si pensa all'aiuto e al conforto che la musica diede alla donna per superare la sua malattia, il discorso cambia. Ed è così che nasce il sorriso. Da queste emozioni differenti scatta anche il vedere sotto un' altra luce la persona che si ha di fronte.

Il lavoro di Frears infatti riporta alla mente non solo l'insegnamento dello scrittore siculo ma mostra la diversità e il duplice volto dell'umorismo. Nella vita ridere e sorridere sono due cose differenti, dipende tutto dal modo in cui si interpreta un determinato evento.

In Florence si sorride più che ridere perché, nonostante l'ilarità che possono suscitare scene come quelle delle esibizioni canore di Florence, lo spettatore è portato a soffermarsi su una serie di elementi che compongono il personaggio e che vengono sottolineati delicatamente dal regista. Questo sguardo rende le imperfezioni della donna meno ridicole di ciò che possano sembrare. 

Florence Foster Jenkins non è soltanto una ricca ereditiera ed un soprano stonato. È una donna sensibile, vitale e che si nutre della musica per poter vivere nel modo migliore la propria vita. In realtà la sua esistenza è stata meno rosea di quello che può sembrare da una prima e più grossolana presentazione del personaggio.

In punta di piedi e senza forzare troppo la mano sulle problematiche tristi della donna, il regista riesce a dare un'immagine umana e non patetica di un essere umano multi sfaccettato.

Florence è un esempio di come l'apparenza possa ingannare, è la dimostrazione di come dietro una vita apparentemente perfetta ci possa essere un lato molto meno radioso di ciò che gli altri si aspettano. I 110 minuti che compongono la pellicola scorrono leggeri e non appesantiscono mai lo spettatore.

Un altro elemento che non fa annoiare è sicuramente l'evoluzione di alcuni personaggi, come quello di Clair Bayfield (Hugh Grant), il marito di Florence.

Lui è un gentiluomo amorevole, che sostiene la moglie moralmente, standole accanto in tutto. Ma la sera dorme in un altro appartamento che condivide con un'altra donna, di cui Florence non sa nulla.
Le apparenze spesso possono ingannare e fuorviare anche lo spettatore del film.

I 3 attori protagonisti del film Florence di Stephen Frears
Da destra Simon Helberg, Meryl streep e Huge Grant nei panni dei personaggi di Florence

La trama ed i personaggi

Florence (Meryl Streep) è un'ereditiera, che vive di emozioni. Un tempo insegnava pianoforte ai bambini e per un periodo questo è stato il suo lavoro. A causa della musica, delle sue aspirazioni artistiche e sentimentali il padre la diseredò. Lei decise di andare via e continuare per la sua strada, dedicandosi alla musica anche quando il padre cambiò idea, reinserendola nuovamente tra i beneficiari del suo vasto patrimonio economico.

Show hidden content Florence si sposò per due volte e dal primo marito ricevette "in dono" la sifilide. Questa malattia le portò dei problemi gravi alla mano sinistra, che le impedirono di continuare a suonare. Intanto conobbe durante il suo iter Clair, un uomo affascinante, elegante e dal sorriso più bello che avesse mai visto. Se ne innamorò e decise di lasciare il marito, sposandosi con lui. Il nuovo matrimonio procede negli anni, nutrendosi di amore e tenerezza: è un rapporto d'amore che però non è mai stato consumato a causa della malattia infettiva. Il nucleo familiare è composto esclusivamente da loro due: non ci sono figli. Questo spazio vuoto ed incolmabile viene riempito dalla musica e dalla sua voglia di esibirsi. Florence viene protetta e accudita dal suo Bayfield, che non l'abbandona e che cerca di renderle la vita più dolce di quello che è realmente. Le nasconde recensioni negative di giornalisti musicali che la denigrano per la sua voce e per le sue scarse, se non inesistenti, qualità canore. Vive con una donna che gli dà ciò di cui fisiologicamente ha bisogno, quindi Clair cerca di dividersi tra le due donne, cercando di essere presente per entrambe. Ma non è così semplice: prima o poi si troverà a dover scegliere tra l'amore tenero e platonico di Florence o quello passionale e coinvolgente di Kathleen (Rebecca Ferguson). Nella pellicola assistiamo all'evoluzione di Cosme McMoon (Simon Helberg), giovane pianista, scelto da Florence per accompagnarla durante le sue esibizioni in pubblico e durante le lezioni di canto. All'inizio il giovane dopo un primo momento di incredulità derisoria nei confronti della donna, passa al comprenderla umanamente e a starle accanto, cercando di allietare al meglio la vita e le giornate di Florence.

Il lavoro cinematografico di Stephen Frears uscirà nelle sale italiane il prossimo 22 dicembre 2016. Ne consigliamo la visione perché, al di là degli aspetti classici, ovattati e romantici della commedia drammatica, nel lungometraggio c'è anche molto altro che è invisibile agli occhi.

Florence infatti ci insegna che nella vita risulta più difficile saper sorridere che ridere. 

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