Vienna, i sigari, la cocaina e le amanti: cosa c'è di vero (e cosa no) nella serie Freud di Netflix

Quanto è fedele alla biografia del vero padre della psicoanalisi la serie Netflix che racconta le avventura del giovane Freud nella Vienna di fine Ottocento? Scopriamolo insieme.

Autore: Elisa Giudici ,

Non prendete tutto alla lettera di quanto viene narrato in Freud: a raccomandarlo è lo stesso shorunner Marvin Kren, spiegando che l'intera storia raccontata in Freud cerca di dialogare con un pubblico molto giovane e per farlo non esita a modellare sui suoi gusti e bisogni le vicende storiche del celebre e controverso padre della psicoanalisi. A voler essere precisi, non è nemmeno un'idea così innovativa. Né in campo televisivo (dove uno spunto simile dal titolo Freud: The Secret Casebook non ha mai ottenuto luce verde e tutto ciò che ne rimane è la pagina IMDb) né in campo letterario, dove lo scrittore Jed Rubenfeld ha trasformato Freud in un investigatore durante il suo viaggio negli Stati Uniti nel romanzo L'interpretazione della morte (edito in Italia da Rizzoli).

Onore al merito alla creatura della TV austriaca, che ha saputo portare quest'idea al successo: a due settimane dalla sua pubblicazione sulla piattaforma di streaming, Freud rimane al comando della classifica dei contenuti più visti. Durante la visione in molti si sono chiesti quanto ci fosse di vero e quanto no nella ricostruzione della carriera di giovane Freud. La risposta - in parte da considerarsi spoiler- è: poco, o quantomeno quello che vediamo è fortemente rielaborato. Un po' per esigenze televisive, un po' perché gli stessi storici hanno qualche difficoltà a ricostruire con precisione la vita del celebre psicoanalista.

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Sigmund Freud infatti non solo era un uomo abbastanza riservato, ma fu una delle personalità di tardo Ottocento ad essere acutamente consapevole della propria immagine pubblica, tentando di costruirla secondo i suoi desiderata, tra omissioni e dichiarazioni pubbliche. La serie fa tesoro di questa ambiguità, anche se come accennato nella recensione spesso è sopraffatta dalla sua stessa confusione.

Cosa c'è di vero in Freud di Netflix

A livello visivo e iconicola serie riprende tutti i feticci dello psichiatra, o quantomeno quelli che lui ha legato ad arte alla sua immagine facendosi fotografare con gli stessi nei ritratti d'epoca. Già nella locandina lo vediamo circondato dal fumo di un sigaro, che ha tra le dita a più riprese nella serie.

LIFE e Netflix
Freud in una foto del 1922 e il protagonista della serie Netflix circondato dal fumo del sigaro
Freud col sigaro in una foto del 1922 e il protagonista della serie Netflix a confronto

I dati biografici sono esatti: Sigmund Freud è nato nel 1856 e cresciuto in una famiglia di commercianti di tradizione ebraica di Freiberg, nella Sassonia dell'impero austroungarico. Sin da piccolo visse a Vienna e, quando raggiunse la maggiore età, trasformò il suo nome da Sigismund a Sigmund. La serie è ambientata nella Vienna degli anni '80 dell'Ottocento, dove il giovane Freud studiò e avviò la sua attività professionale. 

Considerato d'intelligenza acutissima ma ddiscriminato in quanto ebreo e insofferente alla cultura medica tradizionale che mise in discussione sin da studente, si laureò in medicina e chirurgia all'Università di Vienna nel 1881. Per guadagnarsi l'indipendenza economica e sposare la parente di un collega molto stimato di nome Martha Bernauys, Freud cominciò a lavorare all'Ospedale Generale di Vienna per tentare di guarire i pazienti con turbe psichiche. Qui cominciò a sperimentare la cocaina, sostanza allora quasi sconosciuta in Europa. Venuto a sapere che era utilizzata dai nativi americani come sostanza analgesica, lo psicoanalista la sperimentò...su sé stesso e su alcuni amici che aveva in cura.

Allora né la cocaina né la morfina erano considerati stupefacenti (né il loro utilizzo era illegale): ancor oggi è possibile leggere gli appunti di Freud sulle sue sperimentazioni a riguardo, in cui non riscontra inizialmente gli effetti collaterali. Sul lungo periodo si ricrede e pubblica a riguardo Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina (1885), interrompendone l'uso dopo aver constatato che scatenava reazioni paranoidi e dipendenza. L'uso smodato e la dipendenza che sviluppa il protagonista della serie TV sono quindi inventati, o comunque non ci sono prove che Freud in gioventù fosse diventato dipendente dalla sostanza e la consumasse in grandi quantità. 

Netflix
La boccetta di vetro di cocaina sulla scrivania di Freud
Freud studiò gli effetti della cocaina su di sé assumendola, ma non abbiamo testimonianze sulla sua dipendenza dalla stessa

Non manca poi il celebre lettino da psichiatra. Fu proprio Freud a "inventarlo", o quanto sperimentare varie sistemazioni del paziente durante le sue sedute, fino ad arrivare a quella ancor in uso oggi. La persona in terapia sdraiata comodamente su un lettino, il terapista seduto al fianco o alle spalle della testiera dello stesso, in modo che il paziente durante il racconto delle proprie esperienze sia portato a vedere la parete o l'ufficio davanti a sé e non il volto o le azioni del terapista. 

Freud: i personaggi storici 

Nello sceneggiato ricorrono alcune figure storiche realmente esistite, affiancate a personaggi di fantasia. Oltre a Freud stesso, le figure storiche più di rilievo sono quelle dell'imperatore Francesco Giuseppe e del figlio Rodolfo. L'attore (abbastanza somigliante) che interpreta Francesco Giuseppe I d'Austria nella serie sfoggia i baffi folti e i favoriti tipici dell'ultimo sovrano dell'impero austroungarico al suo massimo splendore. La vita dell'ultimo vero sovrano assoluto d'Europa fu lunghissima e per molti versi eccezionale e meriterebbe un pezzo (e una serie!) a parte. Regnò per ben 68 anni, in un'epoca in cui a 50 anni d'età si era già considerati vecchi. Nato nel 1830, morì sulle soglie della Prima guerra mondiale, nel 1916. 

Libreria del Congresso degli USA
L'imperatore Francesco Giuseppe in una foto del 1903
La somiglianza tra l'attore Johannes Krisch e il vero Francesco Giuseppe è notevole

Sposato alla celeberrima imperatrice d'Austria Elisabetta di Baviera (nota come Sissi), ebbe quattro figli, tra cui l'erede al trono Rodolfo. La tragica vicenda a lui legata, del tutto differente a quella narrata dalla serie, creò un'enorme scandalo nella Vienna dell'epoca. Dato che potremmo essere in territorio di spoiler per una possibile seconda stagione, non entrerò nei dettagli per non rovinare la sorpresa a quanti non conoscono la storia ufficiale. Così come nella serie, Rodolfo venne dipinto all'epoca come un principe ereditario debole e - come direbbe un vero freudiano - psicologicamente castrato dall'assolutismo del padre imperatore. Tra i due i rapporti furono particolarmente tormentati. 

Quanto è storicamente accurato Freud?

La vera risposta alla domanda arriva alla fine della prima stagione, quando scopriamo che gli eventi narrati dall'apparizione di Fleur fino all'attentato fallito contro l'imperatore Francesco Giuseppe sarebbero stati secretati a suon di minacce dall'imperatore per evitare lo scandalo e taciuti da Freud stesso.

Si tratta di pura fiction televisiva e, seppur realmente esistiti, i personaggi di Fleur e Freud sono stati fortemente rielaborati per venire incontro ai gusti del pubblico televisivo più giovane.

La vera chicca però riguarda Fleur Salomé, la medium coprotagonista della serie. Potrebbe sembrare un personaggio inventato, invece la sua figura (seppur fortemente rielaborata) è basata su quella di Lou Andreas-Salomé. La scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa fu una figura importante nella società viennese dell'epoca e con il suo fine intelletto ispirò molti grandi pensatori dell'epoca. Lo stesso Friedrich Nietzsche fu probabilmente ispirato dall'incontro con la donna nella stesura del suo scritto più celebre: Così parlò Zarathustra sarebbe nato dalla depressione in cui cadde il pensatore dopo che lei rifiutò la sua proposta di matrimonio.

Netflix
Fleur abbraccia la contessa ungherese che la ospita
Dimenticate la medium psicologicamente malleabile della serie: la vera Salomé fu una donna eccezionale, capace d'influenzare un'epoca

Legata sentimentalmente anche al poeta Rilke, Lou fu una figura chiave nella vita di Nietzsche e amica di nomi che hanno scritto la storia della cultura come Ibsen, Tolstoj, Turgenev, Wagner. Impressionò col suo acume anche Freud, che parla spesso di lei nelle sue corrispondenze private: i due rimasero in rapporti cordiali e di reciproca stima e amicizia. La donna s'interessò di psicoanalisi per tutta la sua vita, rimanendo in contatto con i maggiori studiosi dell'epoca. Niente ragazzina smarrita e medium manovrata da cospiratori ungheresi quindi: Salomè fu una donna tanto seducente quando intelligente e capace di relazioni d'amicizia e d'amore alla pari con gli uomini del suo tempo. Peccato che la serie non abbia voluto ritrarla così. 

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