Ghostbusters: i 5 motivi per cui le acchiappafantasmi sono icone del Girl Power

Autore: Sandra Martone ,

Uscito nelle sale italiane lo scorso 28 luglio, il reboot al femminile di Ghostbusters dopo tante polemiche è salito subito in vetta al Box Office.

Fortunatamente i futili attacchi che hanno accompagnato, fin dalle prime notizie sul cast-gineceo, la pellicola non hanno fatto altro che regalare pubblicità al film di Paul Feig che è stato più che apprezzato dalla critica americana e non solo.

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Uno dei tanti pregi del nuovo film dedicato agli acchiappafantasmi è legato al fatto che le 4 protagoniste non sono solo donne ma sono anche nuove icone del girl power.

Non ogni personaggio femminile, anche se apparentemente forte e indipendente, è anche un personaggio femminista. Ci sono almeno 5 caratteristiche che fanno della protagonista di un film una “portatrice sana” di girl power e le 4 folli Ghosbusters di Feig le hanno tutte.

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Ghostbusters, una scena del film di Paul Feig
Ghostbusters, le 4 nuove acchiappafantasmi

1- Donne, sì, ma soprattutto lavoratrici

Non è raro che in un lungometraggio le protagoniste donne lavorino ma è rarissimo che sia il loro lavoro a caratterizzarle.

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Un esempio su tutti potrebbe essere quello di Bridget Jones che, pur essendo con discreto successo una giornalista, è ricordata principalmente per le sue storie d’amore con Mark Darcy e Daniel Cleaver.

In Ghostbusters, fin dalle scene in cui vengono presentate le protagoniste del film, il lavoro - che poi diventerà quello di acchiappafantasmi - è il fulcro della loro esistenza, una caratteristica fondamentale che descrive chi sono e chi saranno.

2- Protagoniste attive

In molti film la protagonista non è attiva ovvero non è lei a decidere di ciò che le accade ma sono gli eventi o, peggio, una figura maschile a trascinarla durante il percorso narrativo, come accade - ad esempio - all’amatissima Carrie di #Sex and The City per ben 6 stagioni e 2 film.

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In Ghostbusters invece sono le 4 neo acchiappafantasmi a decidere del loro destino e a combattere perché quello che desiderano avvenga, nonostante non sempre il fato (e il Sindaco di New York) sia dalla loro parte.

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Kate McKinnon è la Ghostbuster Jillian
Kate McKinnon, Ghostbusters

3- Femmine fuorilegge

Altra caratteristica fondamentale di ogni eroina femminista che si rispetti, basti pensare a Thelma e Louise, è che siano “fuorilegge”.

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L’assoluta mancanza di tolleranza per le regole imposte dalla società nel cinema al femminile è sempre stata metafora di emancipazione.

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Le Ghostbusters, come i loro predecessori maschi se non di più, non rispettano alcuna regole imposte loro da chi vuole tenerle sotto controllo e nell’incipit del lungometraggio arrivano addirittura a rubare materiale dell’Università per poter intraprendere la loro carriera di acchiappafantasmi.

4 - Quattro corpi, nessun oggetto

In Ghostbusters l’oggettivazione del corpo femminile è inesistente e, anzi, la cotta di Erin (Kristen Wiig) per Kevin (Chris Hemsworth) rende “oggetto” (con ironia) il corpo di maschile.

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Ghostbusters, una scena del reboot
Ghostbusters, una scena del film di Paul Feig

5 - Le donne (vere) si salvano da sole

Da Via col Vento in poi le vere eroine girl power per essere considerata tali devono avere una peculiarità: alla fine della loro epopea devono essere in grado di salvarsi da sole.

Show hidden content Nel gran finale di Ghostbusters per salvare la città dai fantasmi liberati dal folle Rowan North (Neil Casey) Abby (Melissa McCarthy) rischia di non farcela ma Erin corre a salvarla, ovviamente riuscendoci.

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