Harvey Weinstein: il produttore e la storia di uno dei più gravi scandali di Hollywood

Autore: Silvia Artana ,

Il 5 ottobre 2017, The New York Times ha rivelato che Harvey Weinstein, uno dei più potenti produttori di Hollywood, ha molestato sessualmente decine di donne per 30 anni e la mecca del cinema è stata travolta da uno scandalo senza precedenti.

Il giornale ha scoperchiato un vaso di Pandora fatto di manipolazioni, soprusi e vere e proprie violenze e, nel giro di pochi giorni, testimonianze e accuse si sono moltiplicate, con molte vittime che hanno deciso di uscire allo scoperto e di parlare. Tra di loro, anche Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Asia Argento.

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Ma com'è stato possibile un simile regime di abusi e omertà e quali sono e saranno le conseguenze delle esplosive rivelazioni di The New York Times?

Chi è Harvey Weinstein

Nato a New York nel 1952, Harvey Weinstein è una delle personalità più influenti di Hollywood.

Nel 1979, l'uomo ha fondato con il fratello Bob la società Miramax Films. La compagnia è nata con il proposito di distribuire le pellicole indipendenti "scartate" dalle grandi major, ma la (lungimirante) acquisizione di film che si sono rivelati dei campioni di incassi l'ha trasformata in una vera e propria gallina dalle uova d'oro e ha permesso ai fratelli Weinstein di venderla a The Walt Disney Company per 75 milioni di dollari nel 1993.

I due sono rimasti alla direzione della società ancora per diversi anni, vincendo l'Oscar nel 1999 per Shakespeare in Love e ricevendo una seconda candidatura per Gangs of New York nel 2003. La collaborazione si è conclusa nel 2005 (per dissidi sulla gestione) e Harvey e Bob hanno fondato la casa di produzione e distribuzione The Weinstein Company.

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Il produttore ha all'attivo alcuni dei più grandi successi di Hollywood degli ultimi tempi. Nel suo "curriculum" ci sono Scream, Babbo Bastardo, Fahrenheit 9/11, Il Discorso del Re, The Artist, Bastardi Senza Gloria, Django Unchained, Il Lato Positivo, The Hateful Eight. Solo per citarne alcuni.

Inoltre, ha molti e influenti contatti nel mondo della politica. Da sempre generoso sostenitore del Partito Democratico, nel 2016 ha ospitato una raccolta fondi per Hillary Clinton nella propria casa di Manhattan e nel 2017 ha impiegato Malia Obama come stagista presso la sua compagnia.

Per non dire della fama di filantropo e sostenitore dei diritti femminili, consolidata dalla partecipazione alla marcia delle donne contro Trump organizzata a Park City, nello Utah, durante il Sundance Film Festival 2017 e dell'istituzione di una cattedra presso la Rutgers University intitolata alla giornalista e attivista Gloria Steinem.

L'inchiesta di The New York Times

Mark Gill, presidente di Miramax Los Angeles quando la compagnia apparteneva a Disney, ha dichiarato a The New York Times:

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Dall'esterno, tutto sembrava d'oro: gli Oscar, il successo, l'incredibile impatto culturale. Ma dietro le quinte era un casino e [il comportamento di Harvey con le donne, n.d.r.] era la cosa peggiore.

L'inchiesta pubblicata dal giornale ha fatto esplodere a Hollywood uno dei più gravi scandali dell'industria cinematografica.

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Attraverso un'accurata ricostruzione dei fatti e numerose testimonianze, The New York Times ha portato a conoscenza del pubblico 3 decenni di pesantissime accuse a carico di Harvey Weinstein, tra cui "molestie sessuali e contatto fisico non desiderato". Secondo il giornale, che cita informazioni ricevute da due dirigenti che hanno richiesto l'anonimato, il produttore avrebbe raggiunto accordi stragiudiziali con almeno 8 donne

Ma uno degli avvocati di Weinstein, Charles Harder, sostiene che tali accordi "non sono la prova di nulla", dal momento che il suo assistito usa spesso la strada della risoluzione amichevole, per evitare lunghi e costosi contenziosi.

Tuttavia, contro il produttore ci sono tantissime accuse e tutte circostanziate. A muoverle sono stati dipendenti, ex dipendenti e lavoratori dell'industria cinematografica e si trovano anche in atti legali, e-mail e documenti interni di Miramax Films e The Weinstein Company.

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Un memoriale scritto nel 2015 da una ex assistente, Lauren O'Connor, e indirizzato ad alcuni dirigenti di The Weinstein Company, raccoglie e cita un gran numero di episodi riguardanti molestie sessuali e "comportamenti illeciti" del magnate di Hollywood.

L'esplosiva missiva ha destato l'attenzione del consiglio direttivo della società e del fratello e socio di lunga data del produttore, Bob. Ma alla fine, sono arrivate rassicurazioni circa il fatto che "non c'era nessuna necessità di condurre un'indagine", benché la donna fosse stata descritta dallo stesso Weinstein come "una persona grandiosa", "fantastica" e "un dirigente eccellente".

In seguito, Lauren O'Connor ha raggiunto un accordo con l'ex capo e ha ritirato le accuse, scrivendo anche una lettera in cui lo ringraziava per l'opportunità che le aveva dato di crescere nell'industria del cinema.

Benché il memoriale della donna abbia portato a un nulla di fatto, diverse altre testimonianze raccolte da The New York Times confermano la natura di predatore sessuale di Harvey Weinstein. Dall'impiegata temporanea cui è stato proposto di essere accondiscente per fare carriera, all'assistente "in lacrime e molto turbata" dopo avere ricevuto della avances, alla studentessa di legge che si è sentita elencare tutte le conquiste (vere e presunte) dell'uomo, il giornale snocciola una lunga e inquietante lista di episodi.

Ma anche se "per la cerchia ristretta non era un mistero", come ha riferito l'assistente di Bob Weinstein nei primi anni '90, Kathy DeClesis, tutto è rimasto sotto silenzio per anni. Per la paura di ritorsioni, la vergogna e il timore di non essere credute delle vittime. E perché nei contratti di lavoro firmati dai dipendenti delle varie società e negli accordi legali esistono precise clausole di riservatezza.

La reazione di Harvey Weinstein e le conseguenze

L'inchiesta bomba di The New York Times ha provocato l'immediata reazione di Harvey Weinstein.

Come scrive il giornale, in prima battuta il produttore ha risposto con un comunicato in cui sostanzialmente ha chiesto perdono per le proprie azioni, ma ha anche invitato i media e l'opinione pubblica a concedergli una seconda occasione:

Mi rendo conto che il modo in cui mi sono comportato con i miei colleghi in passato ha causato molto dolore e chiedo sinceramente perdono. [...] Sono entrato in terapia e ho intenzione di prendermi un periodo di aspettativa per affrontare il problema. [...] Voglio una seconda occasione, ma so che devo lavorare per guadagnarmela.

Ma poche ore dopo, Weinstein ha cambiato tattica. Tramite uno dei suoi legali, l'esperta di casi di molestie sessuali Lisa Bloom, l'uomo ha minacciato di denunciare per diffamazione The New York Times. L'avvocato ha detto che avrebbe prodotto documenti e foto "molto amichevoli" del suo assistito con le presunte vittime che avrebbero dimostrato la sua innocenza, scatenando le ire del consiglio direttivo di The Weinstein Company.

Alla fine, accusata di avere un conflitto di interessi con il produttore, per una serie TV che dovrebbe essere tratta da un suo libro, il 7 ottobre Lisa Bloom ha lasciato l'incarico.

Il giorno seguente, il consiglio di amministrazione di The Weinstein Company (falcidiato dalle dimissioni di buona parte dei suoi membri), ha annunciato il licenziamento di Harvey Weinstein.

Nelle ultime ore, People ha battuto la notizia che la moglie del produttore, la designer di Marchesa, Georgina Chapman, ha deciso di separarsi:

Ho il cuore a pezzi per tutte le donne che hanno sofferto un indicibile dolore a causa di simili azioni imperdonabili. Ho deciso di lasciare mio marito. In questo momento, la mia priorità è prendermi cura dei miei figli e chiedo ai media di rispettare la nostra privacy.

L'inchiesta di The New Yorker

A pochi giorni di distanza dall'inchiesta di The New York Times, un nuovo report ha aggiunto ulteriori e terribili dettagli allo scandalo che ha coinvolto Harvey Weinstein.

A pubblicarlo è stato The New Yorker e la firma in calce al pezzo è di Ronan Farrow, figlio di mia Farrow e Woody Allen. 

Il giovane giornalista e avvocato ha definito quello del produttore "il segreto di Pulcinella" e ha rivelato che la vicenda che lo riguarda ha una complessità ancora maggiore:

Nel corso di un'indagine durata 10 mesi, 13 donne mi hanno detto che, tra gli anni '90 e il 2015, Weinstein le ha molestate sessualmente o violentate. Le accuse confermano e si sovrappongono a quelle di The New York Times e comprendono anche affermazioni ben più gravi.

Inoltre, Farrow ha dichiarato che "praticamente tutte le persone" con le quali ha parlato "avevano paura di ritorsioni".

Anche in questo caso, il produttore ha subito risposto tramite un comunicato dei suoi legali:

Il signor Weinstein nega in maniera inequivocabile ogni accusa di sesso non consensuale. Inoltre, dichiara di non avere mai messo in atto delle rappresaglie contro le donne che rifiutavano le sue avances. Ovviamente, il signor Weinstein non può rispondere alle accuse anonime, ma per quanto riguarda quelle delle donne citate nell'articolo, ritiene che i rapporti fossero consensuali.

Le attrici coinvolte

Le inchieste di The New York Times e The New Yorker hanno rivelato che, per 30 anni, Harvey Weinstein ha approfittato della sua posizione di potere pressoché assoluto per molestare e nei casi più gravi violentare moltissime donne. Tra di loro ci sono anche diverse attrici famose.

La prima citata da The New York Times è Ashley Judd. Secondo quanto scrive il giornale, la donna è stata invitata da Weinstein all'hotel Peninsula di Beverly Hills per quella che pensava sarebbe stata una colazione di lavoro (era il 1997 e stava girando Il Collezionista). Invece, il produttore l'ha accolta in accappatoio e le ha chiesto se poteva farle un massaggio o se lei voleva guardarlo mentre si faceva la doccia. Ashley è riuscita ad andarsene senza conseguenze e nel 2015 ha raccontato l'episodio a Variety, ma senza fare il nome del molestatore.

Nello stesso anno, Weinstein avrebbe stipulato un accordo amichevole con Rose McGowan, per un episodio avvenuto in una camera d'albergo durante il Sundance Film Festival. In base alla ricostruzione di The New York Times, la giovane attrice, allora 23enne, ha accettato 100mila dollari dal produttore "per evitare contenziosi e comprare la pace". D'altro canto, la somma non doveva "essere interpretata come un'ammissione [di colpevolezza di sorta, n.d.r.]". Come la collega, anche la star di Streghe aveva già rivelato di essere stata violentata da un potente di Hollywood.

Due giorni dopo l'inchiesta bomba, The New York Times ha pubblicato un nuovo articolo, dove riporta le interviste ad altre attrici che accusano Weinstein di averle molestate. Una è Gwyneth Paltrow

La star premio Oscar per Shakespeare in Love ha ricordato che l'episodio che la riguarda è accaduto quando aveva 22 anni. Gwyneth aveva appena firmato per il ruolo da protagonista in Emma e il produttore l'ha invitata all'hotel Peninsula di Beverly Hills per un incontro di lavoro. All'inizio tutto era normale, ma poi l'uomo ha chiesto se poteva farle un massaggio e l'ha invitata in camera da letto. L'attrice se n'è andata e ha raccontato l'accaduto al suo fidanzato dell'epoca, Brad Pitt. Quest'ultimo (come ha confermato al giornale tramite un proprio portavoce) ha affrontato Weinstein alla prima di uno spettacolo teatrale, intimandogli di stare lontano da Gwyneth. Il produttore ha rimproverato brutalmente l'attrice per avere parlato dell'accaduto, ma lei ha tenuto duro ed è riuscita a riportare il rapporto su un "piano professionale".

Un'altra vittima di Harvey Weinstein è Angelina Jolie. In una mail inviata a The New York Times, l'attrice ha rivelato di avere ricevuto delle avances in una stanza d'albergo in occasione dell'uscita di Scherzi del Cuore e di averle rifiutate:

Quando ero giovane, ho avuto una brutta esperienza con Harvey Weinstein. Per questa ragione, ho scelto di non lavorare più con lui e ho messo in guardia coloro che l'hanno fatto.

Anche Rosanna Arquette è una delle donne molestate dal magnate di Hollywood. All'inizio degli anni '90, l'attrice (che aveva già recitato in Cercasi Susan Disperatamente) è stata invitata dal produttore a Beverly Hills per discutere di una parte. La donna ricorda di essersi subito insospettita per il fatto che l'incontro si svolgesse in camera di Weinstein, ma è andata. L'uomo l'ha accolta in accappatoio, dicendo che aveva male al collo e se poteva fargli un massaggio. Quando ha rifiutato, ha cercato di forzarla a un rapporto. Rosanna se n'è andata dicendo:

Io non sono quel tipo di ragazza. Non sarò mai quel tipo di ragazza.

Dall'inchiesta condotta da Ronan Farrow per The New Yorker, è emerso che anche Mira Sorvino ha subito le molestie di Harvey Weinstein. 

L'attrice premio Oscar per La Dea dell'Amore è caduta come le altre colleghe nella trappola dell'incontro di lavoro, con successive proposte inappropriate e tentativo di forzarla a un rapporto. Scampata a quella imboscata, una sera Mira si è trovata il produttore sulla porta di casa, ma è riuscita a mandarlo via, dicendogli che stava arrivando il suo ragazzo.

Invece, ad Asia Argento è andata molto peggio. Secondo quanto scrive Ronan, nel 1990 l'attrice è stata invitata a una festa della Miramax in Costa Azzurra da un dirigente della compagnia, che l'ha portata in una camera dell'Hôtel du Cap-Eden-Roc. Ma nella stanza c'era solo Weinstein. All'inizio non è successo niente, ma poi l'uomo si è messo in accappatoio e ha chiesto ad Asia di fargli un massaggio. Lei ha acconsentito, benché si rendesse conto che era terribilmente sbagliato e pericoloso, e dopo lui le ha praticato del sesso orale contro la sua volontà:

Mi terrorizzava. Ed era enorme. Non avrebbe smesso. È stato un incubo.

L'esperienza ha segnato profondamente l'attrice:

Il fatto di essere una vittima, mi ha fatta sentire responsabile [per l'accaduto, n.d.r.]. Perché se fossi stata una donna forte, lo avrei preso a calci nelle p**** e sarei scappata. Ma non l'ho fatto. Per questo mi sono sentita responsabile.

Un ulteriore risvolto tragico è che, in seguito, Asia ha avuto una relazione con il produttore. L'attrice ha detto di sapere che questo fatto potrebbe minare la credibilità della sua affermazione, ma la sua è stata una vera storia di violenza:

Mi bastano il suo corpo, la sua presenza o il suo volto per tornare a essere la ragazzina che ero a 21 anni. Quando lo vedo, mi sento piccola, stupida e debole. Dopo lo stupro, ha vinto [in lacrime, n.d.r.].

Nel 2000, Asia ha provato a esorcizzare i suoi demoni, ricreando una scena simile a quella della violenza subita in Scarlet Diva.

La reazione di Hollywood

Le rivelazioni di The New York Times e The New Yorker hanno travolto il mondo del cinema e da Hollywood sono arrivate le reazioni di praticamente tutti i protagonisti dell'entertainment (raccolte in un poderoso articolo da E! Online).

Tantissimi attori e attrici si sono schierati a fianco delle donne che hanno denunciato il produttore, lodandole per essersi esposte e avere parlato.

Charlize Theron le ha definite "eroiche", Nicole Kidman ha detto che le appoggia e le applaude, Emma Watson ha dichiarato di essere "sgomenta per il loro coraggio", Christian Slater ha sottolineato che lo hanno fatto "a caro prezzo e con grave rischio per sé stesse" e Leonardo DiCaprio si è congratulato con loro, aggiungendo che "non ci sono scuse per le molestie e la violenza sessuale, chiunque tu sia e qualunque lavoro tu faccia".

Benedict Cumberbatch ha detto di essere "disgustato" e ha sollecitato la società e l'industria del cinema ad agire per evitare il ripetersi di simili situazioni. Analoga riflessione ha fatto Ben Affleck, che ha dichiarato:

Sono amareggiato e arrabbiato che un uomo con il quale ho lavorato abbia usato la sua posizione per intimidire, aggredire sessualmente e manipolare tantissime donne per decenni. È del tutto inaccettabile.

Tuttavia, Rose McGowan si è scagliata contro il premio Oscar per Argo, affermando che avrebbe cercato di convincerla a ritirare le accuse:

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E secondo quanto scrive Deadline, nel 2004 anche anche l'amico di Ben, Matt Damon (insieme a Russel Crowe), avrebbe fatto pressioni sulla giornalista Sharon Waxman per impedirle di pubblicare un'inchiesta analoga a quella del New York Times. L'attore ha respinto le accuse, aggiungendo:

Anche prima di essere famoso, non tolleravo questo genere di comportamento. Ma ora che sono padre di 4 figlie, questo tipo di abuso sessuale è ciò che mi tiene sveglio la notte. È la paura più grande per tutti noi [genitori, n.d.r.].

Dalla parte di Matt si è schierata Jessica Chastain, definendolo un "bravo ragazzo" e affermando che è stato "manipolato":

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Mark Ruffalo ha affermato che quello di Harvey Weinstein è stato "un abuso di potere disgustoso e orribile" e George Clooney ha definito il produttore "indifendibile".

Sconcerto misto a orrore è stata la reazione di Meryl Streep e Judi Dench, che hanno preso le distanze dal magnate di Hollywood, spiegando altresì che "non tutti sapevano". Invece, Glenn Close ha fatto mea culpa, ammettendo di essere stata a conoscenza di "vaghe voci" su "comportamenti inappropriati di Harvey Weinstein con le donne" e di essere "arrabbiata e profondamente triste".

Con le vittime che lo hanno denunciato e contro il produttore si sono schierate anche Kate Winslet e #Viola Davis.

Una ferma presa di posizione è arrivata pure dalla politica, con Hillary Clinton e Barack e Michelle Obama che hanno dichiarato che quanto accaduto "non può essere tollerato", hanno lodato il coraggio di chi ha parlato e hanno rimarcato la necessità urgente di educare le nuove generazioni alla cultura del rispetto. 

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Come riporta Deadline, l'unica voce fuori dal coro è stata quella di Lindsay Lohan, che ha pubblicato un post su Instagram a favore del produttore:

Sto molto male per Harvey Weinstein in questo momento. Non credo che quello che sta accadendo sia giusto. Non mi ha mai fatto del male, non ha mai fatto nulla contro di me e abbiamo girato molti film insieme. Credo che dovremmo fermarci. Ritengo che sia sbagliato.

L'attrice ha anche accusato Georgina Chapman di avere abbandonato il marito quando aveva più bisogno di lei.

Dopo poco, il post è sparito. Ma è un chiaro segnale che, sotto alla compatta reazione di condanna da parte di Hollywood, si muovono tante anime diverse.

E con il passare dei giorni, sicuramente usciranno allo scoperto. Con quali conseguenze, al momento è impossibile immaginare.

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