Sarà il periodo di confinamento forzato, sarà la voglia di un horror diverso dal solito, sarà che Il Buco è un titolo riuscito e accattivante, fatto sta che il film orrorifico spagnolo appena aggiunto al catalogo Netflix è tra i più chiacchierati del momento. Merito del regista esordiente Galder Gaztelu-Urrutia, che ha saputo mettere a frutto un budget limitato e un'idea di partenza tanto semplice quanto efficace: raccontare gli squilibri del capitalismo confinando i personaggi in una sorta di grattacielo di ballardiana memoria, in cui le risorse sono scarse e la sopravvivenza una lotta quotidiana.
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Insomma, se avete lo stomaco forte, siete maggiorenni e non temete scene disturbanti, Il buco è un film da recuperare, come anticipato nella nostra recensione dedicata. Una volta finita la visione è probabile che sorga qualche domanda riguardo al finale, che ha sconcertato più di uno spettatore. Difficile capire se quanto succede nelle scene conclusione sia realistico o allegorico, soprattutto se qualcuno dei sottili messaggi di cui è intessuto il film sfugge allo spettatore. Proviamo a fare chiarezza insieme sui possibili significati del finale di Il Buco, ma occhio agli spoiler!
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Il buco: realtà o allegoria?
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Prima di inoltrarci nella spiegazione del finale vero e proprio è meglio fare il punto sulle premesse effettive del film e il loro significato nascosto. Il buco si apre al piano 0 di un misterioso edificio, che più tardi scopriremo avere 333 piani e 666 ospiti (due abitanti per piano per raggiungere un totale numerico da sempre associato con il diavolo e l'inferno). In cima lavora un gruppo di chef che preparano le pietanze preferiti dai residenti: non verrà mai chiarito se il cibo posizionato sulla piattaforma che scende di piano in piano sia effettivamente in grado di sfamare tutti, qualora gli abitanti prendessero solo lo stretto necessario. Si diventa abitanti di questo edificio verticale per i motivi più differenti, ma sempre con un certo grado di volontà, con un oggetto personale da portare con sé e con la promessa della realizzazione di un desiderio. Il protagonista Goreng otterrà un diploma, Trimagasi potrà tornare ad essere un uomo libero, Imoguiri verrà curata dal cancro. Ogni ospite ha una durata di soggiorno differente e ogni mese viene riassegnato a un nuovo piano, secondo un sistema che sembra del tutto casuale, indipendente delle azioni dei 30 giorni precedenti. Il compagno di piano rimane invariato fino alla morte o alla liberazione di uno dei due.
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Il sistema di Il buco viene sin da subito legato al modello economico capitalista: un'organizzazione sociale gerarchica e verticale che promette qualcosa a tutti, in cambio della loro adesione al modello e alle sue regole e del loro lavoro. Non è chiaro però chi tiri davvero i fili della struttura e se la stessa possa garantire la sopravvivenza di tutti, tacendo poi l'ingiustizia che viene perpetrata ai danni di gran parte della popolazione. Così come organizzato infatti, Il buco garantisce la sopravvivenza a stento per i primi 100 livelli: da lì in poi bisogna ricorrere a violenza, omicidio e cannibalismo per sperare di sopravvivere fino al mese successivo. In apertura del film Trimagasi ci fornisce già la chiave di lettura del film. Il buco è abitato da tre tipi di persone: chi sta sopra, chi sta sotto e chi cade. Oltre al significato letterale del posizionamento di livello e di quanti si suicidano per sfuggire a una situazione disperata o alla noia, c'è un'ulteriore lettura, che scopriamo poco a poco. Chi sta sopra è cosciente del suo privilegio e spesso vuole impedire a chi sta sotto di poterne usufruire. Chi sta sotto vorrebbe cambiare le cose, ma non ha la forza o la possibilità di farlo. Chi precipita può farlo anche volontariamente, come il protagonista Goreng, Miharu e Baharat: i tre si posizionano volontariamente sulla piattaforma, mettendo a rischio la loro vita e lasciando alle spalle i propri privilegi, per provare attivamente a cambiare la realtà.
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Un altro dettaglio da notare è che il protagonista Goreng ha più di un collegamento con il personaggio principale di Don Chisciotte, il libro che il personaggio porta con sé. Dall'aspetto fisico alla classe privilegiata da cui proviene, Goreng fa un viaggio nella follia umana, alle prese con un'impossibile sfida contro i mulini a vento del capitalismo, rivelando una natura umana pura e pagando il suo idealismo con la probabile morte.
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Quanti sono i livelli nel film Il buco?
In totale ci sono 333 livelli, che vanno dal livello zero al fondo senza luce dove approda la piattaforma.
Nel sistema verticale del film, oltre a chi prepara le pietanze, risiedono 666 persone.
Il buco: spiegazione e interpretazioni del finale del film horror spagnolo
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Come fa notare Goreng a Baharat, nella parte finale del film le regole che organizzato il Buco sembrano venire meno. Sul livello finale infatti i due trovano una bambina, la persona di cui era alla ricerca Miharu, mentre nella struttura l'Amministrazione dice di non ammettere mai minori di 16 anni. Inoltre i due protagonisti sottraggono alla piattaforma una cibaria, ma la stanza non diventa né calda né fredda.
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Se all'avvio del film, il Buco sembra un edificio distopico ma realistico o quantomeno verosimile, a questo punto del film sembra farsi più concreta l'ipotesi che si tratti di una grande allegoria che fonde il concetto dantesco d'inferno al capitalismo estremo di questi anni, così come aveva fatto lo scrittore Ballard in Il condominio e il regista Bong Joon-ho in Snowpiercer. Non dobbiamo però dimenticare che il protagonista Goreng, stremato dalla permanenza dentro il Buco, soffre di allucinazioni sin dal secondo mese di privazioni e torture, il che potrebbe rendere meno credibile una situazione reale di cui noi abbiamo esperienza attraverso i suoi occhi. Il significato della presenza della bambina però assume un senso solo se lo vediamo attraverso la lente dell'allegoria. Sappiamo grazie a Imoguiri che non può essere la figlia di Miharu, almeno in senso letterale. Non ha inoltre un compagno di livello: non può essere precipitato e non si vedono cadaveri sul piano. Questo significa che probabilmente è una bambina vera e propria, ma è un simbolo, tanto quanto la pannacotta. Non a caso si trova sull'ultimo piano dell'edificio, prima del pozzo senza luce e senza fondo che fa da base al grattacielo. La ragazzina è ignorata da tutti ma è viva, sembra in salute e capace di sopravvivere laddove altri muoiono. L'ipotesi più concreta è che sia una rappresentazione della speranza che, come nel mito greco, sta racchiusa sul fondo del vaso aperto da Pandora, pronta ad uscire dopo tutti i mali dei livelli precedenti.
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In questo senso è davvero la figlia di Miharu. La donna mese dopo mese ha tenuto in vita la speranza di cambiamento, cercando un modo di cambiare le cose, attraverso l'osservazione e la reazione. Si spiegherebbe così perché Miharu uccida il cane di Imoguiri (simbolo di un cambiamento "falso", inefficace e senza la volontà di mettersi a rischio) e Trimagasi, portatore di cieco opportunismo. Miharu salva Goreng perché anche lui terrà in vita la speranza, andando alla sua ricerca. Inoltre, essendo "nata" da Miharu, la speranza ha i suoi medesimi tratti somatici.Goreng si rende conto che la pannacotta è un simbolo "vuoto", perché è un oggetto, è parte stesso del capitale. L'impossibile bambina è invece la manifestazione concreta che le regole del sistema non funzionano, vengono trasgredite da chi le ha imposte o comunque lasciano spazio a un cambiamento che in ogni altro livello non sembra possibile. La sua stessa esistenza (l'esistenza di una speranza ben nascosta, invisibile agli occhi di tutti, ma capace di sovvertire le regole del sistema) è il miglior messaggio possibile. La pannacotta viene consumata dalla bambina e i tre personaggi non vengono puniti dal sistema: ulteriore segno dell'eccezionalità della ragazzina, ma forse anche del fatto che il Sistema punisce solo chi accaparra per sé, non chi fa un atto disinteressato di dono. In effetti in precedenza Goreng e Baharat avevano donato il cibo agli abitanti dei piani più bassi, senza ricevere punizione alcuna. Forse nessuno si era accorto di questa possibilità perché nessuno ancora aveva provato a donare disinteressatamente?
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Dopo la morte di Baharat per le ferite ricevute nei piani superiori, Goreng e la bambina arrivano al piano terra, circondato solo dall'oscurità assoluta. Il fondo, la fine: l'oltretomba? il vuoto nichilistico alla base della società capitalista, che non è costruita su alcun tipo di valore morale o spiritale? L'interpretazione sta allo spettatore. Qui riappare Trimagasi, in veste di guida e allucinazione di Goreng. L'anziano plaude alla scelta della ragazzina come simbolo, ma dissuade Goreng dall'accompagnarla, "spurgandolo" dal suo ultimo peccato di vanità come "lumaca" del sistema. Il sistema ha bisogno di un messaggio, non di un messaggero che si atteggi a salvatore. La piattaforma con a bordo la bambina riparte a grande velocità verso la cima, lasciando Goreng sul fondo, a fronteggiare il probabile annullamento e morte.
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Esattamente come Don Chisciotte, il protagonista si è sacrificato nobilmente in nome di un'idea, nella speranza di un cambiamento.
Come finisce Il buco?
Goreng e Baharat scoprono che l'ultimo livello della torre è il numero 333: qui vive una bambina, forse quella che Miharu stava cercando.
Goreng decide di sfamarla con la pannacotta superstite e di trasformare la bambina stessa nel messaggio da rimandare al livello 0. Baharat muore per le ferite riportate nei livelli precedenti.
Sceso nei sotterrani, Goreng incontra l'allucinazione di Trimagasi, che plaude alla sua idea ma lo persuade a lasciare la sola bambina sia il messaggio. La piattaforma riparte lasciando Goreng nel sotterraneo.
Il film si chiude con la velocissima risalita della bambina sulla piattaforma, diretta al livello zero.