Stasera in TV c'è Il favoloso mondo di Amélie, ecco 10 curiosità sul cult francese

Dalla leggenda dei nani da giardino, al nome della protagonista fino ai luoghi turistici del film con protagonista Audrey Tautou.

Autore: Martina Barone ,

Il favoloso mondo di Amélie è da sempre uno dei cult insieme più amati e odiati dai cinefili di tutto il mondo. Amato per la sua aria sognante, stravagante, fatta di illogicità e magia per svincolarsi dalla quotidianità boriosa e comune. E odiato, più o meno, per gli stessi identici motivi. Per quanto non si voglia rimanere incastrati nella surrealità dolcissima del film di Jean-Pierre Jeunet, l’opera del cineasta francese continua comunque a irradiare il suo alone fiabesco anche a distanza di anni dalla propria uscita, in quel 2001 in cui ha segnato un grandissimo successo per il cinema francese.

Stasera 12 settembre in TV c'è Il favoloso mondo di Amelie, dalle 21.25 su La7D

La protagonista è Audrey Tautou, il co-protagonista Mathieu Kassovitz. Il luogo della storia è una Parigi da cartolina, anche lei fintamente irreale, come se appartenesse soltanto alla fantasia della stessa Amélie. Un universo dove a dominare è il colore rosso, che ha catturato un immaginario mondiale il quale potrà anche ostentare un certo disprezzo per la pellicola di Jeunet, ma di cui non riuscirà mai ad oscurare l’incanto. 

Se siete anche voi amanti de Il favoloso mondo di Amélie e volete farvi avvolgere completamente dalla sua aria romantica e ammaliante scoprite le 10 curiosità sul film, dal motivo del nome della protagonista alla leggenda dei nani da giardino.

Il nome Amélie

Questa di curiosità è la più conosciuta, perciò partiamo da qui. Inizialmente a vestire i panni della protagonista doveva essere l’attrice britannica Emily Watson. Questo ha portato il regista e co-sceneggiatore Jean-Pierre Jeunet a dare al nome della protagonista lo stesso della sua interprete. Il regista però si accorse ben presto che, nonostante la bravura della Watson, il ruolo non riusciva a valorizzarla al massimo e questo perché si ritrovava a non recitare nella sua lingua madre.

In più la stessa interprete decise che non sarebbe voluta rimanere sei mesi lontana dalla propria casa, così scelse di lasciare il progetto. Jeunet assieme al collaboratore Guillaume Laurant riscrisse perciò il personaggio rendendolo francese dalla nascita e trasformando il nome Emily nel francese Amélie. 

Mathieu Kassovitz, regista e attore

Forse non molti sanno che Mathieu Kassovitz, interprete del personaggio di Nino Quincampoix e interesse amoroso nel film della protagonista Amélie, è anche un regista e sceneggiatore. E non certo uno qualunque, bensì il realizzatore di un’opera giovanile e radicale come L’odio, uscito nel 1995. Kassovitz debuttò come attore nel 1978 nell’opera Au bout du bout du banc diretta dal padre Peter Kassovitz e iniziò a dedicarsi alla regia e alla sceneggiatura nel 1993 quando esordì dietro (e davanti) la macchina da presa con Meticcio.

Quella d’attore, però, è la carriera più corposa dell’autore francese: ha recitato infatti per registi quali Jacques Audiard e Luc Besson, ma anche Steven Spielberg e Steven Soderbergh. 

Da Audrey Tautou a Amélie Poulain

Siamo quindi senza più Emily Watson e abbiamo solamente il co-protagonista Mathieu Kassovitz. Come è stata scelta dunque la venticinquenne Audrey Tautou per il ruolo di Amélie Poulain? Jean-Pierre Jeunet ha raccontato che si è trattato di un colpo di fulmine. L’autore si è imbattuto nel poster del film Sciampiste & Co. (in originale Vénus Beauté (Institut)), seconda pellicola della Tautou, ed è rimasto folgorato dagli occhi scuri dell’attrice e da quella sua aria innocente, ma insolita. Jeunet ha così organizzato un provino con la giovane e dopo dieci secondi le aveva già affidato la parte. 

Come aggiusta le cose Amélie

L’aria “innocente, ma insolita” di Audrey Tautou contribuisce a dare carattere alla sua protagonista e a quell’aria trasognata che ha fin dall’inizio del film. Amélie trova piacere nelle piccole cose, come nell’infilare la mano nei legumi o rompere la crosta della crème brûlée col cucchiaino. A mano a mano che il film avanza, l’obiettivo della protagonista diventa quello di aiutare e “aggiustare” la vita delle persone che ha attorno. A non far parte di questo suo benevolo piano è però un fruttivendolo che tratta sempre male il suo garzone.

La donna, infatti, è riuscita a trovare il modo di sgattaiolare all’interno della casa dell'uomo, dove sposterà gli oggetti finendo per fargli credere di essere diventato pazzo. Il regista Jean-Pierre Jeunet ha ammesso che questa piccola vendetta si rifà ad una sua personale fantasia: è così infatti che il cineasta stuzzicherebbe tutti i critici che parlano male dei suoi film, soprattutto chi ha maltratto il suo secondo lungometraggio La città perduta del 1995. In fondo non è l’unico pezzo di sé che il regista ha inserito nel film, visto che anche la lista dei mi piace/non mi piace dei vari personaggi si rifà sempre alle idiosincrasie del cineasta.

Come fa gli scherzi Amélie 

Nel film Amélie fa credere al padre che il loro nano da giardino ha deciso di girare il mondo, spedendo delle cartoline dai vari posti che sta visitando durante la sua vacanza. Ovviamente si tratta di una messinscena che riguarda l’aiuto di una hostess amica di Amélie che ha la possibilità di spostarsi di volta in volta rendendo autentico il viaggio del nano.

Questo piccolo scherzo che la protagonista usa per tirare su di morale il padre ha in verità radici autentiche che il regista Jeunet ha preso dal Fronte di liberazione dei nani da giardino, molto in voga negli anni Novanta. Il movimento ha come scopo quello di salvare i nani da giardino portandoli nei boschi, mentre altre volte vengono rotti affinché le loro anime possano essere liberate. Come si dice, quando la realtà supera la fantasia.

Il rifiuto di Cannes e quella colonna sonora mancante

Può sembrare incredibile, ma Il favoloso mondo si Amélie non ottenne l’approvazione per essere inserito nella lista delle opere che potevano concorrere all’ambita Palma d’oro durante il Festival di Cannes. Questo, a detta di Jean-Pierre Jeunet, è avvenuto perché la pellicola non venne ritenuta degna di nota. È pur vero che, sembrerebbe, del film venne spedita una versione non ancora editata a cui mancavano i dovuti aggiustamenti e, soprattutto, la colonna sonora.

La musica è, infatti, una componente fondamentale dell’opera ed è possibile che la sua mancanza sia stata fortemente percepita tra i selezionatori del festival. Sta di fatto che fu grazie ad un assistente di produzione che il regista arrivò a Yann Tiersen, compositore e polistrumentista inizialmente sconosciuto a Jeunet. Il favoloso mondo di Amélie fu la prima colonna sonora per film composta da Tiersen, il quale lavorò poi nel 2003 alla pellicola Good Bye, Lenin! e nel 2008 al documentario Tabarly. 

I luoghi de Il favoloso mondo di Amélie 

Jean-Pierre Jeunet voleva che la Parigi de Il favoloso mondo di Amélie comparisse quasi finta, sospesa. Molti luoghi però esistono davvero e sono tutt’ora un polo turistico per moltissimi cinefili come il Café des Deux Moulis, in cui lavora la protagonista e in cui si svolge buona parte del film. Il bar è collocato al numero 15 di Rue Lepic a Montmartre e sul menù si trova la crème brûlée rinominata Amélie.

Per quanto riguarda le sequenze nella metropolitana sono state realizzate nella stazione fantasma di Porte de Lilas-Cinéma, fuori servizio dal 1939. Le scene d’appartamento interne sono state girate in uno studio a Colonia, in Germania (scelta apportata per beneficiare di alcuni incentivi fiscali).

Un musical su Il favoloso mondo di Amélie

Oltre al film del 2001 esiste una successiva versione musical de Il favoloso mondi di Amélie. Un’idea di cui non fu molto contento Jeunet, in quanto non amante del genere. Il musical è stato annunciato nel 2013 e per l’adattamento teatrale fu chiamato il drammaturgo Craig Lucas, mentre la colonna sonora è stata composta da Dan Messe e Nathan Tysen. 

Una bambina di nome Amélie

Secondo una serie di statistiche, nel 2000 le bambine nate con il nome Amélie tra Inghilterra e Galles erano 12. Il numero è salito esponenzialmente nel 2002 con ben 250 neonate con lo stesso nome, mentre nel 2007 sono 1100 le bambine americane ad essere state chiamate Amélie. La tendenza da quel momento è rimasta invariata e si attribuirebbe al film di Jeunet il boom per l’attribuzione di questo nome poetico e delicato.

Il maggiore incasso in America 

Il favoloso mondo di Amélie è annoverato come uno dei maggiori incassi di successo per un film francese negli USA. Globalmente il film ha incassato 173.921.954 dollari e nel 2001 si stabilì al ventiquattresimo posto tra i film più visti dell’anno, nonché primo nella classifica dei film di produzione non americana. 

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