“Un viaggio stracolmo di passione, talento e amore per il cinema”, così Alessandro Borghi presenta su Instagram Il primo Re, il nuovo attesissimo film che lo vede protagonista.
Girata dal regista Matteo Rovere, l'opera è dedicata al mito di Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi) fratelli che, in un mondo antico e ostile, sfideranno il volere implacabile degli Dei per dar vita al più grande impero della Storia.

Il film, in sala dal 31 gennaio 2019, è stato girato nel Lazio, in alcune location immerse in una natura incontaminata e, per prepararsi al meglio al ruolo dei leggendari fratelli, i due protagonisti hanno dovuto sostenere lunghi addestramenti al combattimento corpo a corpo, con lance e spade.
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Per avvicinare lo spettatore nella realtà della storia, Rovere ha deciso di girare solo con luce naturale e di far recitare i suoi attori in un proto-latino, lingua antecedente al latino arcaico, ricreato grazie alla preziosa collaborazione di semiologi dell’Università Sapienza che hanno affiancato il team degli sceneggiatori (Filippo Gravino, Francesca Manieri e lo stesso Rovere).

Questa particolare scelta linguistica ricorda la stessa compiuta da Mel Gibson con La Passione di Cristo (recitato in lingua aramaica), film che assieme a Breveheart, Revenant e L’ultimo dei Mohicani sembra aver ispirato il regista, la troupe e l'intero cast nella realizzazione di un’opera che ha tutte le carte per elettrizzare il cinema italiano.
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