Johnny Depp incolpa gli ex manager per 40 milioni di dollari di debiti

Autore: Silvia Artana ,

Johnny Depp non trova pace e a meno di un anno dal divorzio al veleno da Amber Heard (che è tornata a sorridere con "Mr. Tesla" Elon Musk) è di nuovo nel mezzo di una tempesta. Questa volta il divo è alle prese con una spinosa questione di soldi, che lo vede contrapposto alla società che amministra il suo patrimonio da 17 anni.

Come riporta E! Online, per l'interprete di Capitan Jack Sparrow (che tornerà in La Vendetta di Salazar), The Management Group (TMG) dei fratelli Joel e Rob Mandel si sarebbe resa colpevole di frode e negligenza, stipulando prestiti e mutui a nome dell'attore con un elevato tasso di interesse e tardando a presentare la sua dichiarazione dei redditi e a pagare le tasse.

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La cattiva gestione da parte della società avrebbe causato alla star debiti per 40 milioni di dollari e per questo il (fu) bel Johnny a gennaio 2017 ha deciso di fare causa agli ex manager.

Ma per gli "accusati" le cose starebbero in tutt'altro modo.

I debiti di Johnny Depp: la versione di The Management Group

Dopo essere stato citato in giudizio da Johnny Depp, The Management Group non è rimasto a guardare.

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Per voce del proprio avvocato, Michael Kump, i fratelli Mandel hanno rispedito le accuse al mittente, affermando che i 40 milioni di debiti della star non sono la conseguenza di una cattiva gestione da parte della loro società, bensì delle spese pazze dell'attore.

Secondo un articolo di People di gennaio 2017, l'interprete di Capitan Jack Sparrow avrebbe vissuto al di sopra delle proprie possibilità, sborsando per anni ogni mese più di 2 milioni di dollari per mantenere 14 residenze (tra cui un castello in Francia e un arcipelago alle Bahamas), 40 dipendenti a tempo pieno e innumerevoli guardie del corpo e per pagare vini costosi provenienti da tutto il mondo e i voli su aerei privati.

Inoltre, il divo avrebbe speso decine (centinaia?) di milioni per costruire il suo impero immobiliare, "acquistare e ristrutturare uno yacht" e altri veicoli di lusso, disperdere in modo pittoresco le ceneri di Hunter S. Thompson (autore dei romanzi da cui sono stati tratti Paura e Delirio a Las Vegas e The Rum Diary), comprare oggetti da collezione e memorabilia e finanziare imprese (spesso fallimentari) di parenti e amici.

In conclusione, Johnny si sarebbe ficcato (caparbiamente) nei guai da solo e il legale dei Mandel è assolutamente intenzionato a fare valere l'insegnamento del vecchio adagio "chi rompe paga e i cocci sono suoi", recuperando 560mila dollari di prestazioni non pagate e riabilitando il nome della società con un'assoluzione in tribunale:

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TMG ha fatto tutto quanto in suo potere negli ultimi 17 anni per proteggere il signor Depp da sé stesso e mantenerlo solvente. Tuttavia, in ultima analisi, la società non ha avuto la forza o la capacità di controllare le spese del signor Depp o i suoi numerosi altri vizi o per costringerlo a prendere decisioni finanziarie più sagge.

I debiti di Johnny Depp: la versione dell'attore

Dopo mesi di silenzio (durante i quali gli avvocati delle parti in causa hanno lavorato alacremente sottotraccia per produrre prove e contro prove), martedì 25 aprile Johnny Depp è tornato a parlare dei suoi debiti e della querelle legale in corso con TMG in un'intervista a The Wall Street Journal.

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L'attore ha messo (ancora una volta) in dubbio la trasparenza e la correttezza della società dei fratelli Mandel, sottolineando che nessuno gli ha mai contestato nulla:

Perché non mi hanno dato il benservito, se ero così fuori controllo? 

L'interprete di Capitan Jack Sparrow ha anche rivendicato la libertà di disporre del proprio patrimonio come più gli aggrada e ritiene opportuno:

Sono i miei soldi. Se voglio comprare 15mila batuffoli di cotone al giorno, sono fatti miei.

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Inoltre, Johnny ha affermato che l'avvocato Michael Kump ha manipolato i dati relativi alle spese per le 14 case e il vino, per l'acquisto e la ristrutturazione dello yacht e per la cerimonia funebre di Hunter S. Thompson. In quest'ultimo caso, il divo avrebbe pagato 5 milioni - e non 3, come indicato dal legale - per costruire uno speciale cannone (!) per disperdere sopra Aspen, in Colorado, le ceneri dello scrittore e giornalista, nonché suo grande amico.

Johnny Depp e TMG: la resa dei conti è vicina?

Martedì 25 aprile, il portavoce di The Management Group, David Shane, ha detto che la società "non vede l'ora di rispondere a tutte le falsità del signor Depp", ma Jonnhy - da vero pirata - avrebbe un asso nella manica.

Stando a quanto scrive E! Online, a febbraio gli avvocati dell'attore sarebbero entrati in possesso di "nuove informazioni significative, tra cui documenti e testimonianze", in merito alla presunta "cattiva condotta [di TMG, n.d.r.] nella gestione degli affari" della star.

A fornire il prezioso materiale ai legali del divo sarebbe stato un ex dipendente della società, licenziato perché avrebbe avanzato delle lamentele circa l'amministrazione del proprio denaro da parte di TMG.

Secondo Shane, l'uomo non sarebbe attendibile e si tratterebbe di una vendetta e per questa ragione gli avvocati della società vorrebbero che la testimonianza non venisse ammessa.

Ma per i legali di Johnny è vero il contrario:

[I fratelli Mandel, n.d.r.] non vogliono che le parole dell'informatore siano rese pubbliche perché hanno paura di essere incriminati.

Come finirà? Per saperlo, rimanete sintonizzati. La saga Johnny Depp vs TMG si annuncia emozionante (quasi) come quella di Pirati dei Caraibi...

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