La grande scommessa: la storia vera del film con Christian Bale

Autore: Silvia Artana ,

Nel 2015, il regista Adam McKay ha messo insieme alcuni tra gli attori più quotati di Hollywood (tra cui Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell e Brad Pitt) per portare sul grande schermo la crisi dei mutui subprime del 2006, ovvero l'evento finanziario che ha scatenato la grande recessione del 2007. Il risultato è #La grande scommessa (The Big Short).

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Premiato nel 2016 con l'Oscar per la Migliore sceneggiatura non originale, il film è basato sul libro di Michael Lewis The Big Short - Il grande scoperto (The Big Short: Inside the Doomsday Machine), che racconta la storia vera di alcuni investitori che hanno capito prima di tutti che il mercato immobiliare USA sarebbe crollato e hanno saputo volgere la situazione a proprio vantaggio.

La pellicola presenta alcuni inevitabili adattamenti cinematografici, ma gli eventi e i personaggi descritti sono per lo più drammaticamente reali. Ecco la trama del film e cos'è successo davvero.

Michael Burry: l'uomo che ha previsto la crisi dei subprime

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La grande scommessa prende le mosse e ruota intorno al geniale quanto problematico Michael Burry (Christian Bale), ex specializzando in neurologia che lascia la medicina per dedicarsi alla finanza. 

L'interesse di Michael per il settore si sviluppa durante gli anni dell'internato e viene condiviso su un blog di grande successo, che attira l'attenzione di importanti società finanziarie e prestigiosi investitori. Ma il doppio impegno è incredibilmente gravoso e a causa della stanchezza il giovane dottore provoca un incidente in sala operatoria.

In seguito a questo episodio, Michael appende il camice al chiodo, chiude il blog e apre il proprio hedge fund (fondo comune di investimento), utilizzando il denaro di una piccola eredità e quello prestato da alcuni familiari. L'ex aspirante neurologo chiama la società Scion Capital (dal titolo del suo libro preferito, The Scions of Shannara ovvero Gli eredi di Shannara di Terry Brooks), maturando rapidamente profitti straordinari per i suoi investitori.

Nel 2005, Michael inizia a interessarsi al mercato dei mutui subprime. I mutui subprime sono una tipologia di finanziamento ad alto rischio, in quanto vengono concessi a persone con una cattiva storia creditizia e/o gravi problemi finanziari pregressi e una bassa capacità di rimborso. Di tali mutui esistono diverse varianti, ma i più diffusi sono i cosiddetti mutui "2-28", ovvero finanziamenti con un basso tasso di interesse fisso per i primi 2 anni, che diventa variabile per i 28 successivi.

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I subprime vengono concessi dalle banche dietro garanzia ipotecaria: quando il debitore non riesce più a pagare le rate, la banca pignora la casa. Una condizione molto favorevole per gli istituti finanziari, perché con il passare del tempo gli immobili acquisiscono valore e possono essere rivenduti a un prezzo maggiore.

Ma studiando migliaia di faldoni, Michael scopre che il numero di debitori insolventi è in rapido e inarrestabile aumento. Ovvero, entro un determinato lasso di tempo, le banche si ritroveranno con migliaia di case pignorate. L'enorme offerta ne abbasserà drasticamente il valore, senza contare che in pochi, pochissimi avranno la forza economica (e l'interesse) per acquistarle.

L'ex medico capisce che la terribile, inevitabile conseguenza sarà il crollo del mercato immobiliare e decide di agire scommettendo proprio su questa ipotesi. Per farlo, prende contatto con alcune delle più importanti banche USA e mondiali, proponendo la creazione di un prodotto ad hoc, ovvero i Credit Default Swap.

In pratica, Michael offre alle banche di versare loro un premio assicurativo periodico su un ipotetico evento dannoso (il crollo del mercato immobiliare), a fronte del pagamento di una adeguata indennità se (quando) tale evento si verificherà. Assolutamente certe della solidità del mercato immobiliare, le banche accettano la proposta dell'ex medico, perché convinte che frutterà loro soldi facili per un arco di tempo indefinito e potenzialmente infinito (almeno, fino a quando Scion Capital avrà fondi per pagare il premio assicurativo).

All'opposto, la "grande scommessa" di Michael fa infuriare gli investitori del suo hedge fund, perché comporta di sostenere ingenti spese per garantirsi un indennizzo su un evento dannoso ritenuto altamente improbabile, per non dire impossibile. 

L'ex aspirante neurologo va avanti per la sua strada nonostante un valanga di cause legali e la rivolta dei clienti e alla fine la sua (infausta) previsione si avvera.

Quando il mercato immobiliare crolla, Michael ottiene un profitto di 100 milioni di dollari per sé stesso e di 700 milioni di dollari per i suoi investitori e Scion Capital registra un rendimento netto del 489.34%.

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In seguito, Michael Burry liquida la società e sceglie di concentrarsi sul proprio portafoglio di azioni personale, occupandosi prevalentemente di acqua.

Greg Lippmann, Steve Eisman e lo scandalo delle obbligazioni di debito collateralizzate (CDO)

Altri due personaggi chiave de La grande scommessa sono Jared Vennett (Ryan Gosling) e Mark Baum (Steve Carell), liberamente ispirati a Greg Lippmann, responsabile globale del trading di asset-backed security (obbligazioni negoziabili o trasferibili garantite) per Deutsche Bank, e Steve Eisman, gestore del fondo FrontPoint Partners LLC associato a Morgan Stanley.

Rappresentato come un uomo cinico, spregiudicato e per sua stessa ammissione interessato solo a fare soldi, il primo scopre per caso l'operato di Michael Burry e si rende rapidamente conto che l'ex medico ha per le mani la classica "gallina dalle uova d'oro".

Vennett/Lippmann inizia a cercare degli hedge fund interessati ai Credit Default Swap e, dopo numerose porte in faccia, incappa (quanto fortuitamente non è dato capire) in quello gestito da Baum/Eisman e dalla sua squadra, che sul grande schermo è composta da Porter Collins (Hamish Linklater), Danny Moses (Rafe Spall) e Vinnie Daniel (Jeremy Strong).

L'uomo, che nel film viene descritto come un idealista che conduce una propria crociata contro le banche, si interessa alla proposta di Vennett/Lippmann perché gli permetterebbe di dimostrare quello che va ripetendo da tempo, ovvero che il sistema è corrotto e malato.

Insieme al suo team, Baum/Eisman inizia a indagare sui dati e le informazioni in possesso del trader e scopre non solo che sono drammaticamente veri, ma anche peggiori di quello che sembrano a una prima analisi.

Plan B Entertainment/Regency Enterprises
Ryan Gosling è Jared Vennet
Ryan Gosling è Jared Vennet in La grande scommessa

Addentrandosi nei segreti di Wall Street, l'uomo realizza che il mercato finanziario si regge in larga, larghissima parte sulle cosiddette obbligazioni di debito collateralizzate (CDO).

Semplificando, le CDO sono pacchetti di prodotti finanziari molto diversi tra loro (obbligazioni, strumenti di debito, titoli di vario genere), caratterizzati da un rischio e un rendimento differenti. Ogni CDO è divisa in tranche formate da un mix di vari prodotti, combinati in modo tale che il rating (ovvero la qualità) della tranche risulti complessivamente superiore a quella dei prodotti che la compongono. Di solito, una CDO comprende tranche di rating senior (poco rischiose e redditizie), medio e junior (molto rischiose e altamente redditizie).

Il vantaggio delle CDO risiede nel fatto che permette di trasformare un prodotto finanziario di bassa qualità in uno di alta qualità e questo fa sì che negli anni della bolla finanziaria diventino il naturale collettore dei mutui subprime. Ma non solo. Dalle CDO si sviluppano CDO al quadrato (CDO di CDO) e soprattutto CDO sintetiche (CDO che contengono Credit Default Swap), ovvero una catena di scommesse a crescita esponenziale su un prodotto finanziario "difettoso".

Nel momento in cui Baum/Eisman e Vennett/Lippmann arrivano all'ultima matrioska, capiscono che se (quando) la bolla dei subprime esploderà, non fallirà solo il mercato immobiliare USA, ma crollerà l'economia mondiale.

L'operazione condotta dai due porta al fondo gestito dal primo un profitto di 1 miliardo di dollari e al secondo un guadagno personale di 47 milioni di dollari.

James Mai e Charles Ledley: gli investitori amatoriali che hanno battuto Wall Street

Nel film di Adam McKay trovano spazio anche gli investitori amatoriali Jamie Shipley (Finn Wittrock) e Charlie Geller (John Magaro). Con alcune differenze rispetto al film (una delle quali dichiarata apertamente nella pellicola), i due esistono davvero e si chiamano James Mai e Charles Ledley.

Shipley/Mai e Geller/Ledley vengono casualmente a conoscenza dell'operato di Vennett/Lippmann e decidono di entrare nell'affare dei Credit Default Swap con il loro piccolo fondo. Tuttavia, non hanno sufficiente credito (economico e personale) per farlo e chiedono l'aiuto di un intermediario, l'ex consulente finanziario Ben Rickert (interpretato da Brad Pitt e liberamente ispirato al trader Ben Hockett), che ha lasciato Wall Street perché disgustato dal sistema.

Alla fine, i due riescono nel loro intento e realizzano un profitto di 80 milioni di dollari.

La finzione è per lo più accurata, ma nella realtà Shipley/Mai e Geller/Ledley guadagnano 120 milioni di dollari dalla crisi dei subprime. Inoltre, Ben Hockett (che con il suo alter ego cinematografico condivide la visione apocalittica del sistema) non è un esterno, ma fa parte della società dei due, la Cornwall Capital, come responsabile del trading.

Plan B Entertainment/Regency Enterprises
Charlie Geller e Jamie Shipley ne La grande scommessa
John Magaro e Finn Wittrock sono Charlie Geller e Jamie Shipley ne La grande scommessa

La grande scommessa non è il film giusto se volete spegnere il cervello e pensare ad altro. Ma se volete (provare ad) addentrarvi nei meandri della finanza e scoprire qualcosa di più sulla tristemente famosa crisi dei subprime, è una pellicola assolutamente imperdibile. Oltre che avvincente e con un eccezionale cast di attori.

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