La nostra galassia è immersa in una tempesta di materia oscura?

Autore: Danilo Abate ,

Un team di astrofisici dell’Università di Saragozza ha ipotizzato l’esistenza di un considerevole flusso di materia oscura, un vero e proprio “uragano”, che si sposta a una velocità di 500 chilometri al secondo, inondando letteralmente il sistema solare, Terra compresa.

Si tratta d’ipotesi perché non è possibile attualmente osservare o percepire gli effetti dell’uragano in questione su di noi, dato che la materia oscura è un qualcosa che, a differenza della materia conosciuta dall’uomo, non emette radiazioni elettromagnetiche ed è rilevabile solo indirettamente, tramite quelli che sono i suoi effetti gravitazionali.

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Ma ciò che più sconvolge è il fatto che l’ipotetica materia oscura potrebbe costituire fra l’86 e il 90% della massa totale dell’intero Universo, ma non solo. La materia oscura influisce infatti sui moti delle stelle e perfino delle galassie, e ciò è testimoniato dal fatto che essi sono troppo veloci nei movimenti rispetto alla propria massa, quindi esiste certamente una “forza” che li attrae dal punto di vista gravitazionale. La forza di cui stiamo parlando è la materia oscura.

Ben Finney
La composizione attuale del nostro Universo
Un diagramma sulla composizione dell'Universo come lo conosciamo

Ed è proprio mediante un attento studio dei moti dei corpi celesti e delle galassie che il team spagnolo di ricercatori ha pensato all’esistenza di una tempesta di materia oscura, facendo riferimento in particolare al flusso di corrente chiamato S1, che “bagna” il sistema solare. S1 si è originato dai resti di una galassia nana “inglobata” dalla nostra galassia, la Via Lattea. La differenza con gli altri flussi di materia oscura sta proprio nel fatto che la corrente stellare S1 è diretta contro il sistema solare.

Il fisico teorico Ciaran O'Hare, a capo del gruppo di ricercatori dell’Università di Saragozza, fa sapere che il team è riuscito a calcolare la distribuzione e la densità delle particelle di materia oscura, serve soltanto uno strumento in grado di rilevare appunto tali particelle. Considerando che le particelle in questione, si stima, siano 500 milioni di volte più leggere di un elettrone, esse potrebbero essere convertite in fotoni in presenza di un intenso campo magnetico, in modo da venir poi rilevate dagli addetti ai lavori.

NASA, HUBBLE
Un'immagine di una galassia a spirale
Vista frontale di una galassia a spirale

Intanto alcuni scienziati statunitensi del Laboratorio Nazionale "Lawrence Livermore", attualmente coinvolti nell’esperimento Axion Dark Matter, potrebbero essere i primi in assoluto a riuscire a rilevare le particelle di materia oscura.

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L’ADMX (Axion Dark Matter Experiment), prevede infatti la ricerca delle deboli interazioni degli assioni (ipotetiche particelle elementari) presenti nel flusso di materia oscura che inonda la nostra galassia. Così facendo, un campo magnetico potrebbe convertire gli assioni in fotoni, in modo da esseri rilevati da strumentazioni sensibili a frequenze comprese fra 460 e 810 MHz.

In ogni caso, si spera che tutti i team coinvolti nello studio riescano a venire a capo del mistero della tempesta di materia oscura e, nel tentativo, si potrebbe comunque ottenere come risultato un miglioramento notevole nelle tecniche di rilevazione.

E voi che ne pensate? Credete si riuscirà mai a rilevare l’ipotetico uragano di materia oscura che ci avvolge?

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