Liam Neeson si scusa e dichiara: "Non sono razzista", ma la polemica continua

Autore: Silvia Artana ,

Dopo avere dichiarato di avere pensato di commettere un omicidio a sfondo razzista per vendetta, Liam Neeson ha scelto il salotto di Good Morning America per fare ammenda e chiarire la sua posizione.

Ufficialmente, l'attore era ospite per parlare del suo ultimo film, Un uomo tranquillo. Ma è stato chiaro fin dalle prime battute che l'argomento principale sarebbe stata la controversa intervista rilasciata a The Independent.

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Su invito della padrona di casa, Robin Roberts, Neeson ha raccontato di nuovo la storia. L'attore ha spiegato che, "più di 40 anni fa", di ritorno dall'estero, ha scoperto che una sua cara amica era stata "brutalmente violentata". Quando ha saputo che l'assalitore era un uomo di colore, Neeson si è recato nelle zone della città frequentate da afroamericani, con la speranza di essere aggredito per poter reagire e uccidere qualcuno.

L'attore ha ricordato di esserci andato "probabilmente 5 volte" e di essere rimasto sconvolto, quando ha realizzato cosa stava facendo:

Quella brama primordiale [di vendetta, n.d.r] che ho provato mi ha davvero scioccato. Mi ha scioccato e mi ha ha fatto male.

Neeson ha rivelato di avere cercato aiuto:

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Sono andato da un prete e mi sono confessato. Sono un cattolico molto credente. Ne ho parlato con due carissimi amici. E poi, che ci crediate o no, mi ha aiutato camminare. Due ore al giorno.

L'attore non ha detto se ha fatto anche terapia (e Robin Roberts non gliel'ha chiesto), ma è stato categorico circa i suoi sentimenti:

Non sono razzista.

A ulteriore conferma della sua posizione, Neeson ha detto che avrebbe reagito nello stesso modo, se a commettere la violenza fosse stato un uomo bianco, un "irlandese, scozzese, inglese o lituano".

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L'attore ha spiegato che è stato un istinto primordiale di vendicare la sua amica (mancata 5 anni fa) e ha ripetuto che provarlo è stato terrificante:

Penso di essere una persona abbastanza intelligente ed è per questo che sono rimasto scioccato, quando ho ripreso il controllo. Per fortuna, non ho fatto del male a nessuno.

Neeson ha proseguito dicendo che ha scelto di parlare per mandare un messaggio:

[L'ho fatto, n.d.r.] per [invitare le persone, n.d.r] a parlare, ad aprirsi. A discutere di queste cose. Tutti facciamo finta di essere politicamente corretti. In questo paese, come nel mio, basta grattare sotto la superficie per scoprire razzismo e fanatismo.

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Robin Roberts ha dato atto all'attore di avere parlato spontaneamente dell'accaduto e non perché obbligato, dopo che la vicenda era saltata fuori. Ragione per cui ha detto di credere alle sue parole. Tuttavia, ha osservato che non toglie gravità alla storia:

Una persona avrebbe potuto essere uccisa per un crimine che non aveva commesso. Solo per il colore della sua pelle.

Ma l'intervista di Liam Neeson a Good Morning America non è bastata a spegnere la polemica.

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Il celebre giornalista britannico, oltre che giudice di Britain's Got Talent e America's Got Talent, Piers Morgan, ha attaccato duramente l'attore in un pezzo sul Daily Mail Online:

È l'esempio più puro di razzismo che si possa immaginare. Un uomo bianco che va in cerca per 7 giorni di un uomo di colore che lo provochi in un modo qualunque per ucciderlo.

Morgan ha paragonato Neeson a un "Klansman del Ku Klux Klan" e ha scritto di trovare ipocrita l'affermazione dell'attore secondo la quale avrebbe reagito nello stesso modo, se a commettere il crimine fosse stato un bianco.

Il giornalista si è anche dissociato dalla "adulazione" nei confronti di Neeson per il coraggio che ha dimostrato nel raccontare con onestà un fatto tanto controverso.

Tuttavia, c'è anche chi pensa che la decisione dell'attore di condividere la sua storia abbia un valore da non sottovalutare. Il protagonista di Brooklyn Nine-Nine, Terry Crews, non difende assolutamente Neeson, ma ritiene che la sua esperienza possa essere un importante contributo a un dialogo sulla violenza e il razzismo:

È una delusione? Può darsi, ma è la verità. Non difendo nel modo più assoluto Liam Neeson. In effetti, ha svelato cosa dà origine a un suprematista bianco. Però sono molto peggio quelli che sono razzisti, ma non lo rivelano mai.

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Anche prima che l'attore andasse in TV, alcuni colleghi e personaggi del mondo dello spettacolo hanno puntato il dito contro l'ipocrisia che si cela nella vicenda.

Facendo riferimento all'aggressione razzista compiuta da Mark Wahlberg nei confronti di una persona di origini vietnamite nel 1988, il comico Hari Kondabolu ha twittato:

È terribile che Liam Neeson abbia pensato di commettere un crimine motivato da odio razzista. Tuttavia, va notato che Mark Wahlberg ha commesso un reato motivato da odio razzista.

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Un pensiero simile, in una accezione provocatoria, è stato condiviso dal controverso concorrente di Jeopardy!, Arthur Chu:

Prima di cancellare Liam Neeson, vi chiedo: chi di noi non ha imbracciato le armi per un crimine d'odio? Scagli la prima pietra chi non ha camminato una settimana per la strada cercando un uomo di colore da uccidere.

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Il clamore sollevato dalla dichiarazione di Liam Neeson non sembra destinato a spegnersi tanto presto. Ma se le polemiche sul web sono all'ordine del giorno, un altro discorso è la (apparente) presa di posizione della casa di produzione dell'ultimo film dell'attore, Lionsgate.

Come scrive Vanity Fair, la première di Un uomo tranquillo, che avrebbe dovuto tenersi martedì 5 a New York, è stata annullata senza spiegazioni.

Il sito ha chiesto allo studio il motivo della cancellazione, ma non ha avuto risposta. Tuttavia, fonti anonime avrebbero confermato che la decisione è legata alla controversia che ha coinvolto Neeson.

È il primo segnale della messa al bando dell'attore da Hollywood? Oppure, passata l'onda di piena emotiva, l'intera vicenda si sgonfierà?

La risposta la conosce solo il tempo.

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