Non è la prima volta che assistiamo ad una retcon (un espediente narrativo che modifica eventi narrati in precedenza) sulle pagine dei fumetti Marvel, ma stavolta si tratta di un'operazione che va a toccare una delle pagine più significative della mitologia della Casa delle Idee: stiamo parlando delle origini di Hulk.
In un periodo di fobia nucleare, nei primi anni '60, Stan Lee e Jack Kirby raccontano di come il dottor Banner, in seguito ad un incidente di laboratorio con i raggi gamma, finisca per trasformarsi, in momenti di particolare stress o rabbia, nel gigantesco Hulk. In pratica la storia di dottor Jekyll e mister Hyde in chiave atomica e con una tinta di verde.
Oggi il Gigante di Giada è protagonista di una fortunata run scritta da Al Ewing che rappresenta un back to basics per il personaggio, finalmente riportato a delle cupe avventure a tinte horror che si discostano dal colorato panorama supereroistico.
A seguire spoiler per Immortal Hulk #13.
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Nell'ultimo story-arc Hulk si ritrova ad avere a che fare con Crusher Creel, l'Uomo Assorbente (personaggio che ha fatto la sua apparizione anche in TV in Agents of S.H.I.E.L.D.) e con un entità nota come l'One Below All (Letteralmente "Colui che sta al di sotto di tutti"), una sorta di versione malvagia del Supremo (l'One Above All che rappresenta uno degli esseri più potenti dell'Universo Marvel).Secondo la visione di Ewing, i raggi gamma avrebbero una componente magica che consentirebbe di aprire la cosiddetta Porta Verde attraverso cui l'One Below All potrebbe arrivare sulla Terra. Il labile confine tra scienza e magia nell'universo Marvel si assottiglia, dunque, anche nella genesi di Hulk che adesso può essere considerato come un avatar dell'One Below All sulla Terra.
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