Hulk: il Gigante di Giada di Marvel Comics

Hulk: il Gigane di Giada di Marvel Comics, anima tormentata e incompresa di un universo supereroico in lotta con la sua dualità

Autore: Manuel Enrico ,

Massiccio, con un colorito inconfondibile e un carattere decisamente problematico. Tuttavia, quando riesce a tenere a bada la sua furia, dimostra di possedere una delle menti scientifiche più brillanti dell'intero Marvel Universe. Naturalmente, la preferenza ricade spesso sul tranquillo Bruce Banner, ma gli appassionati dei fumetti riconoscono facilmente la sua muscolosa controparte verde: Hulk.

Un personaggio amato e frequentemente al centro di alcune delle storie più avvincenti dell'intero Marvel Universe, Hulk è uno dei primi supereroi dell'universo Marvel, anche se il termine "eroe" sembra essere una definizione riduttiva per il gigantesco distruttore. Eppure, Hulk è una creazione dei primi anni dell'era Marvel Comics, un periodo che ha lasciato un'impronta indelebile la Silver Age fumetti di supereroi.

Hulk, il gigante Marvel che demolisce la nostra umanità

I primi risultati di questa rinascita hanno dato vita a icone dei fumetti come i Fantastici Quattro e Spider-Man, tutti caratterizzati da un elemento comune nel loro concepimento: la scienza.

Nel corso dei primi anni '60, la percezione della scienza all'interno della popolazione americana era piuttosto tetra, veniva vista come una minaccia più che come una potenziale fonte di progresso. Le paure legate all'era atomica erano ancora fresche nell'immaginario collettivo, generando idee estreme sugli effetti delle radiazioni tra l'opinione pubblica. Per la mente di Stan Lee, che si dedicava a creare i nuovi personaggi per la neonata Marvel, questo contesto costituiva un punto di partenza ideale.

Non va dimenticato che in quel periodo gli Stati Uniti vivevano nell'ombra delle ansie e delle paure legate alla Guerra Fredda, con la costante minaccia dell'annientamento atomico. In linea con la tradizione, Lee scelse di sfruttare queste preoccupazioni diffuse per instaurare una connessione tra il futuro eroe e i lettori, legando in modo indissolubile il personaggio all'aspetto scientifico che più terrorizzava la popolazione americana.

Dopo aver utilizzato i raggi cosmici per creare i Fantastici Quattro, collegati all'interesse crescente per l'esplorazione spaziale, Lee si rivolse alla paura dell'energia atomica per il suo nuovo personaggio.

Tuttavia, come era tipico di Stan Lee, aveva già individuato un'altra caratteristica fondamentale da inserire nella sua nuova creazione.

Era più che evidente che la Cosa era il personaggio più popolare dei Fantastici Quattro. Da diverso tempo mi ero accorto che la gente era portata a preferire qualcuno che non fosse propriamente perfetto. Se ci pensate tutti ricordano Quasimodo, ma con quanta facilità potete citare un eroe, gradevole e più affascinante de Il gobbo di Notre Dame? E poi c’è Frankestein… Ho sempre avuto un certo trasporto per il mostro di Frankenstein. Nessuno potrà mai convincermi che sia lui il cattivo. Non voleva ferire nessuno, cercava solo di trovare una seconda esistenza cercando di difendersi, cercando un compromesso con chi lo vorrebbe distruggere. Decisi che tanto valeva prendere in prestito anche dr. Jekill e Mr Hyde a questo punto: il nostro protagonista sarebbe costantemente passato dalla sua identità normale al suo alter ego superumano e viceversa

Per Stan Lee, la sfida consisteva nell'equilibrare abilmente le influenze letterarie con le potenziali ansie dei lettori. Il suo alleato di fiducia, Jack Kirby, una figura essenziale nella creazione dei primi personaggi dell'Universo Marvel, dai Fantastici Quattro agli X-Men, contribuì in modo significativo alla nascita dell'Hulk. Il compito di Kirby era anche quello di definire il design del personaggio.

Era fondamentale creare un contrasto visibile tra il vulnerabile e geniale Bruce Banner e l'energico e selvaggio Hulk. Kirby ha rivelato di essersi ispirato all'osservazione di una madre che sollevò una macchina per salvare suo figlio, scatenata da un'isterica forza, per definire la potenza erculea del Gigante di Giada.

Minaccia o eroe?

Una volta definiti i tratti distintivi del nuovo personaggio, Lee era ancora alla ricerca di un nome per le sue due identità. Per il suo alter ego umano, si attenne al principio dei nomi che iniziano con la stessa lettera, ritenuti più facili da ricordare. Tuttavia, nonostante inizialmente avesse scelto di chiamare la parte umana del personaggio Bruce Banner, in seguito, l'instancabile creatore riuscì a confondere il nome, chiamandolo erroneamente Bob. Questo errore fu notato dai lettori e corretto attraverso una retcon che ribattezzò il personaggio in Robert Bruce Banner.

Una volta delineato il personaggio, Stan Lee e Jack Kirby erano pronti a lanciare il primo numero del fumetto, che arrivò in edicola nel maggio del 1962. Tuttavia, se i due creatori erano convinti di aver affrontato con successo ogni possibile sfida legata al Gigante di Giada, The Incredible Hulk #1 li mise di fronte a un problema che non avevano previsto: il colore.

Quando fu il momento di mandare in stampa il primo numero, Stan Lee aveva scelto una colorazione grigia per Hulk, con l'intenzione di evitare qualsiasi associazione etnica specifica. Questa decisione pose una sfida al colorista degli albi, Stan Goldberg. Ad ogni uscita di The Incredible Hulk, la pelle del personaggio assumeva tonalità di grigio differenti, creando una situazione insostenibile.

Di fronte a questa difficoltà, Lee si vide costretto a cambiare la colorazione, optando per il verde. Di conseguenza, le prime storie furono ristampate con il colore verde definitivo. Nel corso degli anni, il grigio fece nuovamente capolino nelle storie di Hulk, quando si volle esplorare le diverse personalità del personaggio.

Il perseverante Goldberg riuscì infine a stabilire una colorazione appropriata per il personaggio, un impegno encomiabile, ma che alla fine risultò inutile poiché The Incredible Hulk venne cancellato dopo il sesto numero a causa delle vendite deludenti.

La chiusura della serie solista di Hulk non portò all'oblio del personaggio, anzi, egli diventò il primo supereroe Marvel a fare apparizioni speciali in altre serie. Dopo la sua prima comparsa nel dodicesimo numero di The Fantastic Four nel marzo 1963, sia Bruce Banner che il suo alter ego muscoloso ebbero l'opportunità di tornare in azione come protagonisti quando furono invitati a unirsi alla prima formazione dei supereroi della Marvel: gli Avengers.

Vendicatore o nemico degli Eroi più Potenti della Terra?

Inizialmente, Hulk era uno dei membri fondatori di questa squadra di supereroi, ma la sua natura impetuosa creò problemi. Le sue azioni costrinsero i Vendicatori prima a cercare di fermarlo e, alla fine, a espellerlo dalla squadra. Nonostante ciò, questi eventi fecero guadagnare a Hulk una popolarità crescente tra il pubblico, tanto che Jack Kirby ricevette una lettera da una confraternita studentesca che dichiarava Hulk come loro mascotte.

Questa scoperta convinse Marvel che Hulk aveva ancora potenziale, soprattutto tra gli studenti universitari. Questa convinzione portò la casa editrice a inserire il personaggio nella serie Tales to Astonish a partire dall'ottobre 1964. Questa fu una vera rinascita per Hulk, con nomi del calibro di Stan Lee, Steve Ditko, Jack Kirby, Bill Everett e Sal Buscema che si occuparono della serie.

Nell'aprile 1968, Tales to Astonish cambiò nome in The Incredible Hulk, serie in cui, nel 1974, si unì un autore che avrebbe segnato la storia del personaggio: Len Wein.

Wein contribuì a creare una delle run più iconiche di Hulk, durata dal 1974 al 1978, con l'aiuto di due grandi artisti Marvel, Herb Trimpe e Sal Buscema. Durante questo periodo, Wein riuscì a definire ulteriormente la personalità di Hulk, introdusse nuovi avversari e lanciò un personaggio che sarebbe diventato un pilastro dell'Universo Marvel: Wolverine.

Grazie a una delle prime serie televisive Marvel, Hulk divenne popolare e si affermò come parte essenziale dell'Universo Marvel sin dagli anni '80. Tuttavia, il suo impatto culturale ebbe inizio molto prima, fin dalle sue origini.

L'eredità di Hulk

I personaggi Marvel creati all'inizio dell'era Silver Age erano il risultato di molte tensioni sociali e culturali che permeavano la società americana. Se i Fantastici Quattro rappresentavano esploratori spaziali e Iron Man simboleggiava l'industriale bellico che prosperava durante la Guerra Fredda, a Hulk fu assegnato il ruolo di incarnare la paura atomica.

Ma Hulk è molto di più di un semplice simbolo. Il suo dualismo va oltre la tradizionale dicotomia tra l'identità segreta e l'eroe nel costume; è una lotta interna tra due anime che cercano di emergere, una razionale e una più primitiva e liberatoria. Nel corso della sua lunga storia editoriale, Hulk ha manifestato diverse personalità, da Fixer a Red Hulk, e talvolta ha trovato un equilibrio tra le sue due nature principali.

La bellezza di questo personaggio, soprattutto nelle prime storie, risiede nel fatto che Hulk è, in realtà, un essere piuttosto semplice. Desidera soltanto un luogo isolato in cui potersi nascondere dalla restante umanità, che percepisce come debole e fastidiosa. Solo in un secondo momento gli è stata data la possibilità di comunicare, seppure in modo rudimentale e in terza persona.

Il successo di Hulk risiede proprio in questa apparente dualità, che rappresenta una rappresentazione delle divisioni intrinseche all'animo umano, trattata con l'approccio tipico dei fumetti ma, allo stesso tempo, innegabilmente umana.

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