Michele Petrucci (Tanno): "Perché scrivere un'autobiografia, quando puoi raccontare una storia?" [INTERVISTA]

Dal racconto di Ferretti al malinconico fumetto, Michele Petrucci ci guida alla scoperta di Tanno, pubblicato da saldaPress

Autore: Manuel Enrico ,

L'antica amicizia tra uomo e animale è al centro di Tanno, volume di saldaPress in cui Giovanni Lindo Ferretti e Michele Petrucci compongono uno struggente sodalizio artistico. Storico esponente della cultura musicale italiana, Giovanni Lindo Ferretti racconta della sua amicizia con uno dei suoi cavalli, adattando un suo racconto alla narrativa per immagini, affidandolo all'interpretazione di Petrucci. 

Una storia dal sapore antico, in cui si intrecciano ricordo di una vita intensa e memoria dolorosa, Tanno è una lettura emozionante, che avvolge il lettore in una felice combinazione di dialoghi e scenari naturali, in cui assistiamo anche all'evoluzione umana dietro l'artista

Di cosa parla Tanno?

“Allevare animali insegna ad allevare uomini. Se sei attento con gli animali lo sarai anche con gli uomini”. Le parole di Giovanni Lindo Ferretti – personaggio iconico, scrittore e storica voce di importanti e influenti gruppi musicali come CCCP – Fedeli Alla Linea, CSI e PGR – tracciano le linee di “Tanno”, un racconto che parla di vita e di morte. Un romanzo di formazione che ruota attorno alla presenza dei cavalli, animali che, dice Ferretti, da sempre accompagnano, guidano e regolano la sua vita. Quella di “Tanno” è un’autobiografia dei sentimenti, un viaggio fatto di parole e immagini che ripercorrono le tappe fondamentali della vita dell’artista e dell’uomo e, in parallelo, il suo rapporto ricco di stupore, fatica e tenerezza di fronte a questi maestosi e nobili animali. Un’emozionante opera per la quale Ferretti ha deciso di affrontare un linguaggio per lui inedito, quello del fumetto, affidandosi al segno di Michele Petrucci, oggi tra i più importanti autori della scena fumettistica italiana.

Come leggere Tanno

Tanno è pubblicato da saldaPress all'interno della collana Maèstro, in cui la casa editrice presenta ai lettori storie di grande significato. Il volume cartonato racchiude non solo la storia a fumetti, ma anche un comparto di extra in cui possiamo ammirare l'evoluzione del progetto, accompagnato dal ricordo di Giovanni Lindo Ferretti sulla nascita di questo progetto

Manuel Enrico
 Tanno è una lettura estremamente emotiva, giustamente inserita da saldaPress nella collana Maèstro. Come nasce questo progetto e come è stato avvicinare una personalità del calibro di  Giovanni Lindo Ferretti? 
Manuel Enrico
Michele Petrucci
 L'idea nasce diversi anni fa. A causa della natura ibrida del fumetto collaborare con persone al di fuori di questo mezzo mi è sempre sembrato interessante e Giovanni ha esercitato un grande fascino su di me da quando avevo vent'anni e ascoltavo i C.S.I. Consorzio Suonatori Indipendenti. La difficoltà stava nel riuscire a parlarci e proporgli qualcosa che potesse coinvolgerlo. Non volevo realizzare un'autobiografia ma una storia vera e propria. Leggendo i suoi libri ho pensato che quella del suo cavallo prediletto, Tancredi, fosse bella e potesse raccontare molto di Giovanni e del suo rapporto con la musica e con il suo mondo montano. 
Preso coraggio, un lunedì di marzo sono andato a Cerreto Alpi dove vive, accompagnato da due amici. Con me avevo le tavole di un racconto a fumetti su di lui e Tancredi pubblicato sul settimanale "7" del Corriere della Sera da mostrargli. Nella postfazione del libro tra le altre cose c'è pure la narrazione di questo incontro, fatta da Giovanni stesso. 

Michele Petrucci
Manuel Enrico
 Tanno racconta, tramite l’affetto sincero tra un uomo e il suo cavallo, una simbiosi sempre più rara  tra umanità e animali, echi di un tempo perduto. Come hai vissuto e quanto è stato centrale  trovare la giusta chiave espressiva per trasmettere questa sensazione? 

Manuel Enrico
Michele Petrucci
Vero, si tratta di un rapporto molto particolare, per certi versi antico e barbarico come Saga, lo spettacolo equestre che per anni Giovanni ha portato in giro per l'Italia. Antico perché radicato in quel territorio da secoli ma anche malinconico, perché il cavallo, finita la sua utilità è destinato a non salvarsi. Avevo un po' di timore nel doverlo disegnare, si sa che è un animale difficile per ogni disegnatore. L'ho studiato, anche dal vivo per un po' di tempo e cercato di renderlo il più possibile credibile. Giovanni non mi ha mostrato foto di Tancredi perché ha preferito che lo realizzassi come l'avevo nella mia testa 
Michele Petrucci
Manuel Enrico
 Nella lettura si passa da momenti di pace bucolica, in cui si valorizza l’aspetto naturale, ad altri in  cui viene invece raccontato il vivace passato artistico di Giovanni Lindo Ferretti. In questi passaggi si  nota anche una vitalità differente nel ritrarre Ferretti, ricostruendo la sua evoluzione artistica.  Questi momenti centrali nella sua vita sono stati decisi assieme e come ha vissuto Ferretti vedersi  raccontato in questo modo? 

Manuel Enrico
Michele Petrucci
Il fulcro centrale del racconto è un adattamento di un racconto di Giovanni, pubblicato in Bella Gente d'Appennino. Da lì abbiamo sviluppato il libro, che con alcuni spostamenti temporali racconta anche la vita di Giovanni e di come ha preso la decisione di tornare a vivere nell'antica casa di famiglia, la venerabile dimora. Inizialmente ho portato a Giovanni uno storyboard con i disegni abbozzati e con tutti i testi, presi da interviste e dai suoi scritti. Mentre io disegnavo le tavole Giovanni ha rimesso mano a tutte le parole. Per lui è stato emozionante e mi ha raccontato che durante il faticoso periodo della reunion dei CCCP, lavorare al fumetto è stato rigenerante. 

Michele Petrucci
Manuel Enrico
 Quale è stata la tua maggior soddisfazione nel lavorare a Tanno? Quale tavola è stata per te  particolarmente toccante e ti è rimasta nel cuore? 
Manuel Enrico
Michele Petrucci
Avere la piena fiducia nel lavoro e nella gestione del libro di uno dei miei maestri di giovinezza mi da forza ed è motivo di grande soddisfazione. La fine della storia di Tancredi coincide con un momento importante nella vita di Giovanni. La tavola dove Giovanni alza gli occhi al cielo pensando di non farcela è probabilmente il momento più toccante. Io personalmente mi sono molto divertito a disegnare la nonna di Giovanni vista come una regina longobarda ispirandomi ai pittori del 1400 
Michele Petrucci
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