Momo, in produzione un film sulla famosa 'maledizione' virale

Autore: Alessandro Zoppo ,

Internet è pieno di creepypasta, fenomeni narrativi diffusi attraverso forum e social network che, ispirandosi a vecchie leggende metropolitane, sono diventati virali fino al punto da venire spesso associati a fatti realmente accaduti, come la scomparsa di persone, soprattutto bambini e adolescenti, di cui non si sa più nulla. Uno dei più celebri è la Momo Challenge, famosa "maledizione" che ha scatenato il panico sul web terrorizzando milioni di genitori in tutto il mondo.

Sorta di fusione tra la Blue Whale (il gioco online che attraverso una serie di prove estreme avrebbe istigato vari teenager al suicidio) e Shut Up and Dance (l'inquietante terzo episodio della terza stagione di Black Mirror con Alex Lawther e Jerome Flynn perseguitati da un misterioso hacker), la Momo Challenge avviene su WhatsApp: ai partecipanti viene chiesto di inviare dei messaggi ad un numero, che risponde fornendo indicazioni su come andare avanti nel gioco completando alcune pericolose "missioni". Spesso a costo della vita.

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Cbs News
Lo schermo di uno smartphone è invaso dalla Momo Challenge
La Momo Challenge sul cellulare di un teenager

Dopo essere stata additata, segnalata e spesso denunciata, una delle più celebri sfide nate su Internet, che si è rivelata essere ovviamente una clamorosa bufala, diventa un film. Proprio come lo Slender Man, che ha già ispirato l'horror di Sylvain White. Come reso noto da Deadline, Orion Pictures ha unito le forze con Vertigo Entertainment di Roy Lee e Taka Ichise (il produttore di It e It - Capitolo due) per trasformare il fenomeno Momo in un horror. Per Lee e Ichise si tratta della terza collaborazione dopo aver creato insieme altri franchise horror di enorme successo come The Grudge e The Ring.

La terribile creatura (simile a uno spirito della tradizione shintoista, con le fattezze di una ragazza dagli occhi giganti, la bocca enorme, i capelli unti e i vestiti stracciati) è in realtà una scultura dell'artista giapponese Keisuke Aisawa, realizzata per la società di effetti speciali Link Factory in occasione di una mostra organizzata alla Vanilla Gallery di Tokyo nel 2016 e chiamata Mother Bird. Momo si ispira infatti a un "ubume", ovvero uno yōkai (i mostri dalla tradizione giapponese) dagli artigli d'aquila che rappresenta l'anima di una donna morta durante il parto.

Ryusei Takahashi / Japan Times
Un primo piano dell'artista giapponese Keisuke Aisawa con la testa del suo ubume
Keisuke Aisawa e la sua creatura

Nel 2018 la Momo Challenge è diventata virale "grazie" ad uno youtuber che l'ha resa nota e "smascherata" tra i commenti di un video su YouTube, mentre il colpo di grazia definitivo è arrivato quando Kim Kardashian ha condiviso sui suoi account social (145 milioni di follower soltanto su Instagram) un messaggio di una madre preoccupata per queste "sfide", che quello stesso mese avevano indotto una 12enne di Buenos Aires al suicidio.

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Nonostante YouTube abbia spesso e volentieri tranquillizzato gli adulti facendo sapere che sulla piattaforma di video sharing non c'è materiale che invita gli utenti alla Momo Challenge, il panico si è diffuso con una certa capillare frequenza. È stata piuttosto la copertura isterica dei media sul fenomeno a contribuire al problema, tanto che questa leggenda metropolitana non è mai stata smentita del tutto. E a nulla è servito il gesto di Aisawa, che in un video per il Sun ha dichiarato di aver distrutto la statua che ha ispirato tutto ciò.

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"Il modo in cui Momo è stato usato – ha dichiarato l'artista giapponese – è molto brutto. Le persone non sanno se è vero o no, ma, a quanto pare, i bambini si sono fatti male e io mi sento un po' responsabile per questo. Mi sento come se fossi nei guai, ma è tutto fuori dal mio controllo. Ora non esiste più, anche se non era mai stata pensata per durare: la maledizione è sparita".

L'idea di trasformare Momo in un film non è una novità. Già qualche settimana fa, Emagine Content e November 11th Pictures hanno annunciato l'arrivo di Getaway, horror ispirato alla Challenge, diretto da Lilton Stewart III e interpretato da Stef Beaton, Alex Brown, Georgie Storm Waite, Rianne Senining e Charlotte Spencer.

Cosa ne pensate di questa mossa? Siete pronti a vivere sul grande schermo questo incubo da web?

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