Mufasa: Il Re Leone, prime impressioni sul live action e incontro con le voci italiane e il regista

In vista della sua uscita al cinema il 19 dicembre 2024, abbiamo visto i primi 40 minuti di Mufasa: Il Re Leone insieme al regista e alle voci italiane.

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Autore: Nicholas Massa ,

Il 15 novembre 2024, grazie a una pre-proiezione per la stampa, abbiamo avuto modo di vedere i primi 40 minuti di Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film di Natale Disney diretto dal regista premio Oscar Barry Jenkins, nelle sale italiane dal 19 dicembre 2024. Sul posto con noi c’erano anche le voci italiane che hanno prestato il loro talento alla narrazione: Luca Marinelli (il giovane Mufasa), Elodie (la giovane Sarabi), Alberto Boubakar Malanchino (Taka), Riccardo Suarez (Zazu),  Edoardo Stoppacciaro (il giovane Rafiki) e Dario Oppido (Kiros).

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Diretto da Barry Jenkins, arricchito dalle melodie di Lin-Manuel Miranda e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, con Peter Tobyansen come produttore esecutivo, in base alla sua sinossi Mufasa: Il Re Leone si pone agli spettatori come una storia che intreccia l'epicità di una leggenda senza tempo con la freschezza di una narrazione moderna. Raccontata dal saggio Rafiki alla giovane Kiara, figlia di Simba e Nala, questa avventura ci svela il passato del leggendario Mufasa, arricchita dalle risate e dal brio inconfondibile di Timon e Pumbaa.

Mufasa: Il Re Leone mostra un Mufasa sicuramente inedito: un cucciolo orfano, solo e smarrito, che trova una nuova speranza nell'incontro con Taka, un leone generoso e legato a una stirpe reale. Questo incontro inaspettato segna l'inizio di un'epica avventura di amicizia, coraggio e resilienza, dove un gruppo di improbabili eroi unisce le forze per sfuggire a un pericolo oscuro e affrontare il proprio destino.

I primi 40 minuti di Mufasa: Il Re Leone

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I primi 40 minuti di Mufasa: Il Re Leone si limitano a aprire e introdurre un lavoro già ampiamente anticipato da sinossi e rivelazioni precedenti. La narrazione, quindi, assume le sembianze di un prequel concentrandosi sul viaggio che ha reso Mufasa quello che tutti conoscono. Il cammino verso la saggezza, però, è lastricato di esperienze formative e insegnamenti con cui fare i conti, di pari passo a una vicenda traumatizzante che porterà per l’appunto il nostro protagonista lungo il cammino di Taka. 

Senza entrare nel dettaglio, vi anticipiamo che per ora Mufasa: Il Re Leone fa quello che deve fare, si muove sinuoso fra nostalgia formale diretta, e il chiaro intento di raccontare qualcosa di inedito, atto a rinnovare e ampliare un racconto nel cuore di tantissimi fan Disney. Il rischio è tantissimo, ma la regia e mano ferma di Barry Jenkins sembrano rasserenare, per quello che abbiamo visto fino ad ora, di pari passo con la delicatezza e potenza di una colonna sonora di cui abbiamo avuto praticamente soltanto un “assaggino”. 

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Le intenzioni, quindi, sono chiare, come anche il particolare amore verso un racconto animato che ha segnato più di una generazione, e che ora vediamo tornare sui suoi passi per raccontarsi aprendo a strade inedite. Lo stesso Barry Jenkins, il regista, ha accennato al peso che un racconto del genere ha avuto per lui, durante la pre-proiezione cui abbiamo assistito, rivelando che si rivede in alcune cose del film, specialmente quando si parla di “famiglia” e di costruzione di questa. 

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Non a caso il suo approccio al progetto è stato dettato dalla lettura della sceneggiatura, rivelando che Mufasa: Il Re Leone si collega a una specifica porzione di cinema con la quale è cresciuto, come avvenuto a tantissime altre persone. Questo film è stato sicuramente una sfida per lui, ha in seguito aggiunto, specialmente nell’ambito della sua realizzazione a contatto con la tecnologia e la musica. Quel che è chiaro, almeno per ora, è che non ha minimamente rinunciato al suo stile, né al coinvolgimento diretto di alcuni suoi collaboratori in cui rivede quel concetto di famiglia accennato prima. 

Le voci italiane di Mufasa: Il Re Leone

Uno dei temi portanti, nelle domande rivolte alle voci italiane di Mufasa: Il Re Leone, è stato senza dubbio quello del peso, forse immortale, del lavoro vocale in un film del genere. Nell’affrontare l’argomento con Luca Marinelli, l’attore ha rivelato che: 

É bellissimo. Io sono stato e sono un grandissimo fan, mi ricordo ancora il salto che ho fatto sulle poltrone del cinema quando iniziava il Re Leone e… e avevo nove/dieci anni. Me lo ricordo ancora, ricordo la meraviglia di quel film, ricordo di averlo visto credo 160 volte, quindi partivo da grandissimo fan e ora ci ritroviamo qui. Sono molto contento.

Pure Elodie ha raccontato la sua esperienza come voce di Mufasa: Il Re Leone:

Ovviamente sono orgogliosissima. Mai avrei immaginato di fare tutte le cose incredibili… le opportunità che sono capitate in questa carriera assurda. Meglio di una leonessa non potevo proprio chiedere, veramente, è stupendo. Spero di essere stata all’altezza… sono felicissima di questo momento della mia vita e di aver dato la voce a Sarabi.

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Nel raccontare la propria esperienza al doppiaggio di Taka, invece, Alberto Boubakar Malanchino ha rivelato che:

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È sempre complicato ma non è solamente una quesitone di voce. Anche quando siamo in sala c’è sempre una dimensione psichica, fisica e quindi forse diventa anche più difficile perché c’è sia un’approccio tuo che devi dare con la tecnica, le competenze, la passione, però devono essere tutte al servizio di un altro essere umano che ha fatto quel lavoro prima di te. È una questione a 360 gradi, si tratta di riuscire a usare quella macchina in un modo diverso rispetto al teatro, rispetto al set, però il cuore e la passione rimangono sempre le stesse, ed è una grande scuola quella del doppiaggio che, se fatta con sensibilità e intelligenza come successo in questo caso, può far diventare gli attori e le attrici ancora meglio.

In termini di caratterizzazione vocale, si è poi tornati sul villain del film Kiros, e la curiosità si è spostata du Dario Oppido che ha parlato del suo lavoro nel portarlo in italiano: 

Devo dire che sono uno abbastanza specializzato nei cattivi. I cattivi sono abbastanza liberatori, perché puoi osare molto, puoi buttarti proprio fuori… però questo è stato completamente diverso dato che sono riuscito a vivermi i momenti in cui, nonostante lui sia il cattivo, si vive un dramma personale [che non vi anticipiamo], e quindi riuscire a scorgere questa vena di amarezza anche in un antagonista e riuscire a mixare, riproporre l’originale e cavalcare quei sentimenti, per me è stato molto intenso.

In Mufasa: Il Re Leone vediamo tornare pure il personaggio di Zazu, questa volta doppiato da Riccardo Suarez:

“Per me interpretare un personaggio così divertente, ma allo stesso tempo che è un po’ la mascotte, la spalla della situazione, è molto divertente. Questa è stata una grande soddisfazione per me, perché trovo divertentissimo il giocare… il nostro è un gioco dei ruoli no?”, per poi raccontare il suo specifico legame con Il Re Leone e quello che ha rappresentato pure dal punto di vista professionale. 

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Edoardo Stoppacciaro, invece, è il giovane Rafiki in Mufasa: Il Re Leone:

Rafiki è un personaggio di un fascino e di una dolcezza nel suo essere quasi irridente in alcuni momenti, dato che lui ha questa sua dimensione di profonda saggezza e di profonda comprensione, del visibile e dell’invisibile, che lo porta ad avere sempre uno sguardo molto sereno e disteso anche nei frangenti più catastrofici, apparentemente più irrimediabili. Lui comunque sa che in un qualche modo le cose si sistemeranno e davanti alle preoccupazioni e alle ansie, alle intemperanze giovanili degli altri, a volte li sfotte, a volte ha una parola d’incoraggiamento, però sempre con questa sua saggezza, profonda dolcezza e profondo rispetto dell’interlocutore e di tutto ciò che lo circonda. Per me è stato un grande viaggio l’avvicinarmi a Rafiki.

Vi ricordiamo che l'uscita nei cinema di Mufasa: Il Re Leone è prevista per il 19 dicembre 2024.

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