Omaggio a Vilmos Zsigmond, un uomo che ha scritto la storia del cinema

Autore: Chiara Poli ,

Il direttore della fotografia ha un compito importantissimo: contribuire a creare l'atmosfera del film, aggiungere suggestione, verosimiglianza o poesia a immagini che devono restare impresse nella memoria dello spettatore. La fotografia di un film è fondamentale per la sua spettacolarità, ma anche per la sua onestà. Le immagini sono tanto più "vere" se ricostruiscono qualcosa che conosciamo bene, e tanto più "spettacolari" se ci trasportano in luoghi sconosciuti e affascinanti.

Vilmos Zsigmond lo sapeva bene. Nato e cresciuto in Ungheria, negli anni Cinquanta aveva lasciato la sua casa per gli Stati Uniti, per sfuggire all'invasione sovietica. E non sapeva ancora che avrebbe cambiato la vita di molti spettatori, e contribuito a scrivere la storia del cinema.

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Insieme al compatriota e amico Làszlo Kovàcs, anch'egli futuro direttore della fotografia di capolavori come Easy Rider e di film di grande successo come Ghostbusters, Zsigmond ha collezionato premi e riconoscimenti. Soprattutto, ha lasciato il segno nella vita degli appassionati di cinema, che hanno ammirato la sua naturale capacità di interpretare le visioni di registi e sceneggiatori.

Il suo lavoro nel supercult Incontri ravvicinati di un terzo tipo, al fianco di Steven Spielberg, gli ha regalato un premio Oscar che racchiude il suo talento e la sua dedizione al lavoro. Nessuno di noi potrà mai dimenticare gli effetti luminosi del suo film più famoso, né le atmosfere che l'hanno impresso nella memoria collettiva.

Ma la versatilità di Vilmos Zsigmond gli ha permesso di realizzare molti altri desideri di grandi nomi del cinema, dando vita alle atmosfere soprannaturali e divertenti de Le streghe di Eastwick di George Miller, al dramma famigliare di Sugarland Express (ancora di Spielberg), all'orrore della guerra de Il cacciatore di Michael Cimino, all'incalzante ossessione di Tre giorni per la verità di Sean Penn, all'avventura western di Maverick di Richard Donner e alla suspense di Un tranquillo weekend di paura.

Soprattutto, per me Vilmos Zsigmond resta e resterà sempre legato al mio regista preferito, Brian De Palma, con cui ha lavorato diverse volte. Inclusa quella volta in cui ha contribuito a dare vita al mio film preferito in assoluto: Blow Out. Un capolavoro del cinema che parla del cinema e di chi ci lavora: professioniti pronti a tutto pur di restituire un'esperienza coinvolgente al suo pubblico.

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Vilmos Zsigmond ci è riuscito, più di una volta. Alla Scuola di Cinema, i professori lo citavano sempre con un esempio di abilità nel collaborare con il resto del team. Perché il signor Zsigmond era così. E anche se nel primo giorno di questo nuovo anno, a 85 anni, ci ha lasciati, resterà sempre con noi.

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