Stasera in TV c'è Per un pugno di dollari, quella incredibile scena finale con Clint Eastwood (e dove è stata girata)

Il deserto di Tabernas a replicare il confine messicano e una scena finale divenuta mitica: alla scoperta dello spaghetti western di Sergio Leone.

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Autore: Emanuele Zambon ,

“Sto facendo un filmetto in fretta e furia per pagare i debiti del mio spettacolo, il “Vicario”, figuratevi è un western italiano, lo faccio davvero per un pugno di dollari. Non può nuocere certo alla mia carriera. Chi volete che vada a vederlo?”. Quel filmetto tanto vituperato da Gian Maria Volonté, originariamente intitolato Il magnifico straniero, accettato dall'attore italiano solo per far fronte ai debiti accumulati con un suo spettacolo teatrale che diede scandalo in un teatrino off di Roma (costatogli pure una condanna), avrebbe definitivamente consacrato lo spaghetti western e fatto conoscere al mondo uno dei registi più apprezzati di sempre. 

Stasera 7 ottobre in TV alle 21.10 su Rai Movie c'è Per un pugno di dollari

Quell'opera girata con povertà di mezzi, riciclando costumi e parte della troupe di un altro western all'epoca più accreditato (Le pistole non discutono di Mario Caiano), la conoscono ormai pure gli extra-terrestri: si intitola Per un pugno di dollari, un film che è stato molte cose, fra tutte un calcio nelle terga al western hollywoodiano classico, che infatti di lì a poco tramontò. La pellicola ha segnato un'epoca, inaugurato la via italiana al genere, lanciato le carriere del regista Sergio Leone e dell'attore "con due espressioni" (senza o con il cigarillo) poi divenuto un cineasta tra i più bravi in assoluto: Clint Eastwood.

In Per un pugno di dollari germoglia lo stile iperrealista che caratterizzerà l'intero percorso artistico di Leone: la ricerca esasperata del dettaglio, l'utilizzo senza troppi fronzoli della violenza, la caratterizzazione cinica e affarista dei personaggi. Nell’arco di tre film, girati a tempo di record tra il 1964 e il '66, il regista romano impone il “suo” western a tutto il mondo, persino alla Hollywood de I Magnifici Sette (che surclassò al box office). Picaresco, nichilista e iconico. Tratti indelebili dello stile leoniano, condito da massime come “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto” che tradiscono la vocazione maniacale del regista, capace di porre il dettaglio sulle diverse armi del tempo mentre a Hollywood “bastava che qualcuno sparasse e l’altro cadesse per avere una morte in campo medio o lungo”.

Leone e l’attenzione ai dettagli, come testimoniano le trovate con la macchina da presa: l’inquadratura dal basso degli stivali, il dettaglio sulla mano in procinto di sparare, il primissimo piano nel duello (un'inquadratura che, nel gergo, da lì in poi verrà chiamata "Leone"). Cifre stilistiche, queste, che troncano con schemi e cliché del western classico. Così come rompe con la tradizione, già a partire da Per un pugno di dollari, l'introduzione di un personaggio senza scrupoli eppure dotato di una sua moralità, assai pittoresca: il pistolero, che nei due successivi capitoli della Trilogia del dollaro, diventerà un bounty killer a tutti gli effetti.

Le location di Per un pugno di dollari

Le riprese degli interni di Per un pugno di dollari vennero realizzate agli studi Elios di Roma. Qui venne girata anche la scena della grotta, dove un Clint Eastwood convalescente mette a punto il suo vendicativo piano di cui ne farà le spese Ramón.

Lasciata la capitale italiana, la troupe si trasferì alla fine dell'aprile del 1964 in un paesino vicino Colmenar Viejo, distante 35 km nord da Madrid, per girare il resto del film. "Aveva già l'aria abbandonata di una città fantasma, il che era proprio l'effetto che volevo. Mi toccò convincere i proprietari spagnoli a non rimetterla a posto", il commento di Leone sul luogo scelto per ambientare il suo spaghetti western.

Così come accadde in seguito per moltissime produzioni europee (ma anche per blockbuster hollywoodiani, vedi Indiana Jones), il deserto che circonda la sudicia cittadina di San Miguel nel film venne individuato in Andalusia, in Spagna: si tratta del deserto di Tabernas, vicino Almeria, oggi un vasto territorio protetto che si estende per quasi 2.000 chilometri quadrati in cui sono disseminati diversi parchi a tema. Circondato dalla Sierra de los Filabres, il deserto si rivelò ai tempi una location unica, che rese possibile - e a buon mercato - replicare il desolato confine messicano senza allontanarsi dall'Europa.

Al cuore, Ramón: la scena finale di Per un pugno di dollari

L'epilogo di Per un pugno di dollari conserva ancora oggi il fascino del mito. Il pistolero Joe di Eastwood, dopo essersi ristabilito dalle ferite, torna a San Miguel per chiudere i conti con i Rojo. Avvolto dal fumo dell'esplosioni, il "gringo" (come lo chiama Ramón) si posiziona al centro del paese, concedendo la prima mossa ai nemici. A sparare col suo fucile è il villain di Gian Maria Volonté ma Joe, dopo essere caduto a terra, si rialza tra lo stupore dei presenti.

Beh, che ti succede Ramón, ti trema la mano? Al cuore, Ramón! Se vuoi uccidere un uomo devi colpirlo al cuore, sono parole tue, no?.

Il più sadico dei fratelli Rojo scarica tutti i proiettili del suo Winchester senza però provocare la morte del gringo, il quale, con un coup de théâtre, svela lo scudo protettivo di metallo sotto il suo poncho per poi eliminare i 3 fratelli Rojo e due scagnozzi. Ramón, per una sorta di legge del contrappasso, viene ucciso in un duello beffardo che sancisce la maggior efficacia della pistola rispetto al fucile.

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