Anche il Primo Ministro norvegese gioca a Pokémon GO (in Parlamento)

Autore: Andrea Mondati ,

Fin dal momento della loro nascita, i Pokémon sono stati uno tsunami che catturava e portava via con sé tutto ciò che incontrava sul proprio cammino. Giochi di carte, videogiochi, serie TV, film e poi fumetti, accessori per l'abbigliamento, giocattoli e molto altro ancora. Impossibile trovare qualcuno che non abbia sentito nominare almeno una volta il nome di Pikachu.

Il mondo dei Pokémon è stato creato nel 1996 e da allora non ha accennato ad arrestare la sua espansione. I bambini che ora sono diventati adolescenti e adulti, continuano la loro estenuante ricerca di Pokémon all'interno di questo mondo nipponico virtuale ormai da più di venti anni. Ma cosa succederebbe se questa fantasia venisse traslata nella realtà?

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È ciò che si è voluto realizzare con l'ultima creazione della casa di Pikachu & Co., l'applicazione Pokémon Go per smartphone e tablet. Un'app che è diventato un successo planetario. Pokémon Go sfrutta il meccanismo molto semplice della realtà aumentata, secondo il quale si cerca di portare il videogioco all'interno della realtà. Sullo schermo di smartphone e tablet, quindi, viene mostrato ciò che circonda l'utente, arricchito da elementi funzionali al gioco.

Pokémon Company

Pokémon Go ha fatto sua questa funzionalità, modulandola sulla ricerca dei tanto desiderati animaletti, sparpagliandoli per il mondo, in luoghi più o meno d'interesse. Il giocatore, quindi, proprio come nella più classica caccia al tesoro, dovrà cercare i Pokémon intorno a sé, spostandosi per trovarne sempre di differenti e rari, così da completare la sua collezione.

Secondo questa logica, i Pokémon sono intorno a noi e possono trovarsi in qualunque posto. Un ristorante, un parco pubblico, un negozio d'abbigliamento, anche in luoghi particolari a cui non è consentito l'accesso a tutti. Che sia proprio in questi luoghi che si trovano quelli più rari?

Deve essere stato questo il ragionamento fatto dal Primo Ministro norvegese Erna Solberg, beccata mentre giocava a Pokémon Go durante un dibattito allo Storting, il Parlamento Norvegese. Il primo ministro è stata colta in fragrante dal giornale The Guardian, che subito ha ironizzato sopra l'evento.

Tom Henning Bratlie / The Guardian

La Solberg, però, non è l'unico politico appassionato dei simpatici animaletti nipponici. Solamente qualche settimana fa anche Trine Skei Grande, leader del partito liberale norvegese, era stata colta mentre si intratteneva con la famosa applicazione. I due politici hanno lanciato dei divertenti tweet in merito alla faccenda. Grande ha scritto ironicamente di aver già affermato che le donne possono fare due cose contemporaneamente, mentre Solberg ha commentato che alla collega non sarebbe dispiaciuto vederla giocare mentre stava parlando.

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I Pokémon non conoscono barriere d'età, di nazionalità o di sesso. Molti sono i trucchi escogitati per acchiappare più Pokémon possibili, a volte a limite dell'assurdo. Perché questi piccoli animaletti coinvolgono tutto e tutti e stravolgono le regole. In questo caso, sono addirittura riusciti a far cadere la maschera di freddezza e serietà che "i politi norvegesi" davano l'impressione di possedere.

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