Pulizter 2018: l'exposé su Weinstein, Kendrick Lamar e tutti i vincitori

Autore: Rina Zamarra ,

Il 16 aprile si è svolta la cerimonia dei Premi Pulitzer 2018 e non sono mancate di certo le sorprese. Il Washington Post si è aggiudicato il premio per il giornalismo di inchiesta grazie al lavoro sulle interferenze russe durante le elezioni presidenziali del 2016. E non si è trattato neppure dell’unico Pulitzer ottenuto dal giornale del magnate di Amazon Jeff Bezos. 

Il Washington Post ha vinto anche il premio nella categoria del giornalismo investigativo grazie alle rivelazioni sul candidato al senato dell’Alabama, Roy Moore. Il giornale ha portato alla luce le accuse di molestie a carico del candidato repubblicano risalenti a quando aveva 30 anni. A causa delle rivelazioni del quotidiano, Moore ha perso le elezioni e il suo seggio è andato al candidato democratico Doug Jones. Il Washington Post si è preso così una doppia rivincita, dato che le inchieste erano state bollate da Donald Trump come fake news

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Al New York Times e al New Yorker, invece, è andato il Pulitzer nella categoria giornalismo di pubblico servizio per l’inchiesta che ha portato a galla il caso Weinstein. 

Il produttore Harvey Weinstein

Qui di seguito, l'elenco dei premi distinti per categoria: 

  • giornalismo di pubblico servizio (Public Service): New York Times e New Yorker
  • giornalismo ultima ora (Breaking News Reporting): Press Democrat
  • giornalismo investigativo (Investigative Reporting): Washington Post 
  • giornalismo locale (Local Reporting): Cincinnati Enquirer
  • giornalismo di approfondimento (Explanatory Reporting): Arizona Republic e Usa Today
  • giornalismo nazionale (National Reporting): New York Times e Washington Post
  • giornalismo internazionale (International Reporting): Clare Baldwin, Andrew R.C. Marshall e Manuel Mogato of Reuters (Inchiesta sul Presidente delle Filippine e la sua guerra alla droga)
  • miglior articolo (Feature Writing): Rachel Kaadzi Ghansah, freelance reporter, GQ
  • giornalismo di commento (Commentary): John Archibald di Alabama Media Group
  • giornalismo di critica (Criticism): Jerry Saltz del New York magazine
  • editoriale (Editorial Writing): Andie Dominick di Des Moines Register
  • editoriale in vignetta (Editorial Cartooning): Jake Halpern, Michael Sloan e New York Times Fotografia di ultim'ora 
  • fotografia di ultima ora (Breaking News Photography): Ryan Kelly del Daily Progress Charlottesville
  • fotografia caratteristica (Feature Photography): Staff di Reuters
  • narrativa (Fiction): Less di Andrew Sean Greer
  • drammaturgia (Drama): Cost of Living, by Martyna Majok
  • storia (History): The Gulf: The Making of an American Sea di Jack E. Davis
  • biografia e autobiografia (Biography or Autobiography): Prairie Fires: The American Dreams of Laura Ingalls Wilder di Caroline Fraser
  • poesia (Poetry): Half-light: Collected Poems 1965-2016 di Frank Bidart
  • saggistica (General Non-Fiction): Locking Up Our Own: Crime and Punishment in Black America di James Forman Jr.
  • musica (Music): DAMN di Kendrick Lamar

La sorpresa maggiore è stata l’ultimo premio in elenco, quello al rapper Kendrick Lamar.

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Lamar è il primo musicista non appartenente al panorama della musica classica e della musica jazz a vincere un Pulitzer. In passato c’erano state solo delle premiazioni  speciali a artisti come Bob Dylan, Duke Ellington e George Gershwin, ma nessun Pulitzer. La giuria ha premiato l’album DAMN di Lamar per la sua capacità di fotografare “la complessità della vita degli afro-americani".

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