Red Dead Redemption 2 è vera arte, parola del The New York Times

Autore: Pasquale Oliva ,

Il miglior blockbuster del 2018 non è uno show TV o un film, ma un videogioco: Red Dead Redemption 2. Un dato che lascia spazio ad una riflessione: a che punto è arrivata l'industria videoludica?

Il gioco per PlayStation 4 e Xbox One firmato Rockstar Games è stato rilasciato sul mercato il 26 ottobre, e in soli tre giorni ha registrato 725 milioni di dollari di ricavi, il miglior weekend d'apertura per un prodotto d'intrattenimento. Per fare un confronto, il principale film Marvel del 2018, ovvero Avengers: Infinity War, ha garantito circa 640 milioni di dollari nel suo primo weekend nella sale cinematografiche.

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Ebbene, secondo Peter Suderman, firma del The New York Times, Red Dead Redemption 2, nonostante il pregiudizio di molti verso la categoria, deve essere considerato come vera arte:

I videogiochi sono ancora considerati un medium di seconda classe, nonostante la cultura geek sia ormai diventata mainstream. [...] Il gaming è oggi ancora stigmatizzato, nella migliore delle ipotesi come un colpevole piacere, nella peggiore come hobby psicologicamente distruttivo per giovani socialmente problematici. Quindi la percezione è che i video-game non importino davvero, perché non hanno nulla - o quantomeno nulla di importante - da dire.

Per il giornalista questo ragionamento è comprensibile, ma sbagliato. È vero che i videogiochi sono (anche) violenti e frivoli, ma la recente evoluzione dell'industria videoludica può essere paragonata a quella cinematografica degli ultimi vent'anni.

Da "Sentieri selvaggi" a "Il Padrino", da "I Soprano" a "The Americans", ciò che collega queste ere, e i loro più grandi lavori, è un'ambizione condivisa, il desiderio di raccontare storie individuali in opposizione all'identità nazionale e culturale, smantellando i rispettivi generi migliorandone allo stesso tempo la forma.

Se c'è un videogioco che ha raggiunto il livello di questi grandi classici, è Red Dead Redemption 2. Con un budget di produzione enorme, sette anni di sviluppo e un copione da oltre 2000 pagine solo per la storia principale, potrebbe essere il gioco più ambizioso mai realizzato.

Rockstar Games / Sony / Microsoft
Copertine di Red Dead Redemption 2 per PlayStation 4 e Xbox One

Il successo del titolo con il fuorilegge Arthur Morgan come protagonista è dovuto ad una ricchezza cinematografica ma anche letteraria. Un mix di storie su fuorilegge, immigrati, truffatori e uomini di legge che cercano di trovare il proprio posto in un mondo in costante e rapida evoluzione. Un gioco su potere, violenza e scelte morali.

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Sono molti i punti in comune con i film western di un tempo, ma c'è un'importante differenza: il giocatore, essendo tale, partecipa attivamente alla storia, la plasma con scelte morali o impulsive. Deve avere cura di sé stesso, dei suoi averi, e di altre persone, con cui è libero di interagire.

Red Dead Redemption 2 riguarda la vita. Le città hanno ritmi quotidiani, legati all'orario e alle condizioni climatiche. [...] Numerosi videogiochi permettono ai giocatori di interagire con altri personaggi solo attaccandoli; in questo caso, si può parlare con ogni personaggio, anche quello meno importante.

[...] L'attenzione è sul restare in vita. Mentre giochi, devi gestire accampamenti virtuali, e mangiare e bere per evitare penalità in-game. Queste attività potrebbero risultare noiose, ma portano il giocatore ad uno stile gioco più contemplativo, che impone ritmi più lenti, dove la ricerca di rifornimenti viene prima del prossimo obiettivo. Giochi come questo sono viaggi esistenziali costruiti sui ritmi della sopravvivenza.

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Ma Red Dead Redemption 2 esplora anche il concetto di responsabilità. Il giocatore si immedesima in Arthur Morgan, un uomo cattivo ma in fondo di buon cuore. Le sue scelte sono in realtà quelle del giocatore.

A differenza di altri giochi, nel capolavoro di Rockstar colui che ha il controller tra le mani ha delle responsabilità che non può evitare. Red Dead Redemption 2 è un gioco sul prendere decisioni e accettarne le conseguenze, sul prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

In altre parole, è un gioco che implicitamente dice ai suoi giocatori di crescere. Un chiaro segno che i videogiochi hanno intrapreso questa strada.

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