Rocco Schiavone con cappotto e mascherina: Simone Spada racconta le sfide della stagione 4, girata nell'estate della pandemia

Girare in estate e nel pieno della pandemia, ricreando i Tropici a Livorno e un'ospedale dentro una scuola chiusa: Simone Spada racconta le sfide di produzione della quarta stagione di Rocco Schiavone.

Autore: Elisa Giudici ,

Girare Rocco Schiavone in estate e in piena pandemia: una sfida non semplice, nemmeno per una delle produzioni televisive italiane più ambiziose e innovative degli ultimi anni, apprezzata anche a livello europeo. A raccontare come sia stato possibile riportare Rocco Schiavone in TV nel 2021 è Simone Spada, il regista che sin dalla terza stagione racconta l'inverno reale e spirituale del tormentato vicequestore aggiunto di Aosta, nato dalla penna di Antonio Manzini e reso ancor più popolare dalla performance dell'attore Marco Giallini. 

Nel 2020 il cast e la troupe ormai rodate della serie co-prodotta da Cross Productions , Rai Fiction e Beta Film si sono dovute scontrare con le difficoltà aggiuntive date dalla pandemia, che ha bloccato le riprese previste per marzo e poi rimandate al pieno della stagione estiva. Abbiamo dunque rischiato di vedere un Rocco Schiavone con le mezze maniche al posto dell'iconico cappotto Loden? No, come ci ha raccontato il regista Simone Spada, svelando come è nata la quarta stagione della serie. 

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Come ha reagito il pubblico a questa quarta stagione appena andata in onda? 

Siamo entusiasti del risultato,  c'è sempre una risposta del pubblico su Rocco. Il suo zoccolo duro di appassionati lo segue sempre, ma anche le critiche e le recensioni sono state molto positive. Arrivati alla quarta stagione non si può più parlare di una sorpresa, ma è un'ottima conferma. Un risultato importante per una serie come Rocco Schiavone che va sempre avanti, senza guardare mai indietro.

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Simone Spada sul set
Simone Spada ha girato la quarta stagione di Rocco Schiavone nell'anno della pandemia

La seconda puntata "Ah l'amore, l'amore" sembra parlare al nostro presente, per come racconta il mondo della sanità e della malattia come una guerra, con Rocco "bloccato" in un letto l'ospedale. Come è stato girarla? 

Avremmo duvuto girare le due puntate a marzo 2020, esattamente quando è cominciato il primo lockdown. Nessuno di noi si poteva immaginare cosa sarebbe successo, la produzione è stata bloccata all'improvviso. Abbiamo quindi potuto riprendere a girare a giugno, in piena estate. 

Ci siamo ritrovati in una zona medicale, ospedaliera, così come raccontato nell'omonimo romanzo di Antonio Manzini, che in realtà è uscito il primo gennaio 2020, quindi non ha nessuna connessione con l'emergenza attuale. "Ah l'amore, l'amore" ha al centro il tema della sanità, inteso sia come malasanità sia come sanità eroica. Soprattutto il primo è un vecchio tema a cui si torna spesso in TV, ma è importante anche il secondo, lo era anche prima che la pandemia lo portasse alla ribalta. Insomma, non è che la tematica sia in sé così attuale, è che quella della sanità è una problematica sempre in primo piano. 

Senza dimenticare che Rocco Schiavone è un racconto che si svolge in uno spazio temporale un po' anticipato rispetto al Covid-19, diciamo intorno al 2013, 2014. Bisognerebbe chiedere ad Antonio però. 

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Spada parla con le comparse sul set ospedaliero
Gli interni ospedalieri sono stati ricreati in una scuola in disuso ad Aosta

L'avete girata in un ospedale vero?

In realtà l'ospedale è stato tutto ricostruito e adattato. L'esterno era l'ingresso di una scuola chiusa ad Aosta che è stato trasformato in quello di un nosocomio, così come un piano interno che abbiamo alterato fino a farlo sembrare una corsia ospedaliera con le stanze dei degenti. 

Abbiamo preferito questa soluzione perché girare in un'ospedale vero è molto faticoso e non sempre si ottengono i permessi necessari per farlo, anche senza pandemia. Può essere difficile da affrontare sia per i pazienti veri e sia per quelli "finti", perché quella dell'ospedale è una realtà particolare. In questi casi, se possibile, preferisco sempre evitare di girare in ambito medico. Le uniche scene girate in un vero ospedale sono quelle che abbiamo fatto all'Ospedale Beauregard di Aosta, di cui abbiamo sfruttato la hall e la zona delle scale per le scene di Rocco che si aggira all'ingresso del nosocomio e sale e scende le scale.

È andato tutto bene, siamo stati davvero molto attenti. Giravamo dividendo le persone in gruppi e gli spazi in corsie, per ridurre al minimo ogni possibile rischio. 

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Simone Spada sul set di Rocco Schiavone
Simone Spada ha diretto la terza e quarta stagione di Rocco Schiavone

Avete girato la quarta stagione nell'anno della pandemia, seguendo rigidi protocolli di sicurezza. Qual è stato l'aspetto più difficile da affrontare? 

Non è stato particolarmente difficile girarlo, quanto piuttosto pianificarlo. Il problema principale è stato quello della stagionalità: siamo abituati a raccontare Rocco Schiavone come un personaggio che si muove in un inverno eterno, una stagione e un'atmosfera buia, fredda. Ci siamo ritrovati in montagna d'estate, un luogo completamente differente rispetto alla sua controparte invernale. Laddove c'era neve, freddo e buio abbiamo trovato sole, verde e una forte luminosità. 

Avremmo potuto decidere d'ambientare le puntate d'estate, ma né io, né la produzione, né Antonio l'abbiamo mai considerata una vera e propria opzione. Sarebbe stato un tradimento verso la regia, la fotografia, l'inquadratura tipo di Schiavone.

Uno Schiavone senza cappotto Loden perché estate? Non si può vedere, almeno per adesso.

La sfida è non è stata tanto girarlo, è stato importante e logico mettersi a tavolino e capire come farlo. Ci siamo organizzati bene, anche perché i nuovi protocolli lo rendevano ancor più necessario. In qualità di regista ho pensato di girare molte scene di notte per ovviare al problema della luce estiva e per restituire sin da subito l'atmosfera buia di Aosta, in contrasto con il luminoso paradiso tropicale dove Rocco si rifiugia. 

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Simone Spada sul set con i bambini
Le scene della fuga ai tropici di Rocco sono state girate nel Livornese

Quella parte - quella con Rocco fuggitivo in spiaggia - invece dove l'avete girata? 

In un posto esoticissimo: in Toscana. (ride) Si era anche pensato di andare in un reale paradiso tropicale, ma per due giorni di riprese non avrebbe avuto molto senso a livello produttivo. Io di mio mi ricordavo di queste spiagge bianche di Rosignano Marittimo, vicino Livorno. Abbiamo dovuto lavorare sui campi e sulle inquadrature, ma Rosignano ha questo mare che sembra veramente caraibico, di un'azzurro chiarissimo, inusuale per il Mediterraneo,  con questa spiaggia bianchissima e fina. 

Molti mi hanno detto "ah, vi siete fatti un viaggio tropicale". Chiamare Livorno "i tropici" è un po' esagerato, anche in un periodo di pandemia in cui il mare è irraggiungibile per tantissimi, però è stata la prova che la scelta livornese ha funzionato. In attesa di tornare a viaggiare per davvero. 

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Rocco e Marina nell'intesa scena del loro incontro
Per girare la scena dell'incontro tra Marina e Rocco Simone Spada si è ispirato alle atmosfere tipo dei videoclip musicali

Una delle scene più intense di questa stagione è l'incontro tra Marina e Rocco, dopo che il vicequestore rimane ferito, in bilico tra la vita e la morte. Com'è nata l'idea per quella sequenza così particolare?

Su Marina ci sono sempre tante possibilità, registiche e narrative. Non sappiamo mai quando e se apparirà, se scomparirà definitivamente o continuerà a parlare a Rocco. Alla fine della terza stagione sembrava che lei gli avesse detto addio. 

Nella sceneggiatura c'era questa scena molto onirica scritta da Antonio che io ho pensato di rendere un incontro con una musica particolare, poco "da Schiavone". Il brano che sentiamo in sottofondo è Seventeen di Sharon Van Etten. L'ho voluto rendere una sorta di videoclip onirico dentro l'episodio, mi sono ispirato a varie cose viste in giro che mi erano piaciute. 

Mi piace molto anche il personaggio di Marina, perché pur essendo un fantasma evolve e cambia, essendo proiezione dell'interiorità di Rocco. Ogni volta che appare, per me è ci sono mille modi per farla entrare e farla sparire. Per esempio nella seconda puntata l'ho messa appallaiata con Rocco sul cornicione dell'ospedale. Sono come due passerotti sospesi. Così, quando Rocco si risveglia e si ritrova da solo, è un colpo al cuore per lui e noi. 

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Rocco e Marina sul cornicione
In questa scena li ho voluti appollaiati sul cornicione come due passerotti, ha spiegato il regista Simone Spada

Al momento avete adattato tutti i romanzi di Manzini, perciò per una possibile quinta stagione bisognerà aspettare che accada qualcosa in ambito letterario. La speranza degli spettatori è però di rivedere presto Rocco non solo in libreria ma anche in TV. 

Speriamo! Per ora siamo tutti in attesa di vedere cosa succederà. Più se ne parla, più c'è attenzione da parte del pubblico, più ci sono possibilità di vedere la quinta stagione. 

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