Salvate il Soldato Ryan: la storia vera di Fritz Niland

Autore: Silvia Artana ,

Sono passati 20 anni da quando Salvate il soldato Ryan è arrivato sul grande schermo, ma la sua rappresentazione dei tragici giorni del D-Day rimane una delle più drammatiche e incredibilmente realistiche della storia del cinema. In tal senso, grande merito va alla regia di Steven Spielberg, alla fotografia, al montaggio, al sonoro e al montaggio sonoro (tutti premiati con l'Oscar).

Tuttavia, la storia della disperata operazione di recupero dell'ultimo sopravvissuto di 4 sfortunati fratelli inviati a combattere durante lo sbarco in Normandia ha avuto senza dubbio un ruolo fondamentale nel decretare l'enorme successo di pubblico e critica ottenuto film (che ha incassato più di 480 milioni di dollari, a fronte di un budget di 70).

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L'impresa del capitano John H. Miller (Tom Hanks) e dei suoi uomini per trovare e riportare a casa il soldato semplice disperso James Francis Ryan (Matt Damon) ha avuto il grande merito di restituire alla memoria collettiva una pagina di storia tanto brutale quanto eroica. Eppure, paradossalmente, non è mai accaduta.

Salvate il soldato Ryan è solo vagamente ispirato alla storia vera di Fritz Niland. Se volete saperne di più in merito continuate la lettura di questo articolo. 

La storia dei fratelli Sullivan

Per inquadrare la vicenda di Fritz Niland è necessario fare un passo indietro e raccontare la storia dei fratelli Sullivan. Pochi mesi dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti, il 3 gennaio 1942, George, Frank, Joe, Matt e Al si arruolano nella US Navy, con una richiesta ben precisa: restare uniti. Una regola del corpo militare vieta che i familiari prestino servizio insieme, tuttavia non ha valore stringente e i fratelli Sullivan ottengono di essere assegnati tutti all'incrociatore leggero Juneau.

La loro nave partecipa con successo a diverse missioni durante la campagna di Guadalcanal, nell'Oceano Pacifico, ma il 13 novembre 1942 viene colpita da un siluro di un sottomarino giapponese e affonda. I 5 fratelli perdono tutti la vita. Secondo le testimonianze di alcuni sopravvissuti, Frank, Joe e Matt muoiono nel momento in cui la Juneau viene centrata dal siluro, Al annega il giorno seguente e George si spegne per ipernatriemia (ovvero, un'alta concentrazione di sodio nel sangue, causata dalla disidratazione).

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In seguito a questo tragico episodio, il Dipartimento di Guerra degli Stati Uniti vara la Sole Survivor Policy, un insieme di regole volte a tutelare i membri superstiti di una famiglia che ha già avuto vittime al fronte. Ed è proprio la Sole Survivor Policy che mette in moto la missione di soccorso di Fritz Niland nella realtà e del soldato Ryan nel film di Spielberg.

La storia di Fritz Niland e dei suoi fratelli

Come i Sullivan, anche i fratelli Edward, Preston, Bob e Fritz Niland si arruolano all'ingresso in guerra degli Stati Uniti. Ma dopo la tragica fine di George, Frank, Joe, Matt e Al, vengono assegnati a corpi diversi dell'esercito USA: Edward alla US Army Air Force, Preston alla Fanteria e Bob e Fritz ai Paracadutisti (in reggimenti e divisioni diversi).

Edward viene distaccato in Birmania, mentre gli altri 3 sono scelti per combattere nella campagna di Normandia. Ma prima che Preston, Bob e Fritz raggiungano l'Europa, l'aereo del fratello viene abbattuto ed Edward viene dichiarato disperso in missione. La guerra dei 3 Nilan superstiti inizia il 6 giugno 1944. Bob e Fritz si lanciano con altri 23mila Paracadutisti delle forze alleate lungo il Vallo Atlantico e Preston raggiunge con la sua divisione di Fanteria il settore più occidentale della costa.

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Bob muore eroicamente il giorno stesso dello sbarco in Normandia. Secondo le testimonianze di alcuni commilitoni sopravvissuti al D-Day, il giovane si offre volontario per rallentare l'avanzata di una avanguardia tedesca, permettendo alla sua compagnia di trovare rifugio nel piccolo villaggio di Neauville-au-Plain. Analogo, triste destino tocca a Preston, che viene ucciso il 7 giugno, nei pressi dell'avamposto strategico di Utah Beach.

Le notizie della morte di Bob e Preston e dell'abbattimento dell'aereo di Edward raggiungono la famiglia Nilan a poche ore di distanza l'una dall'altra e poi arrivano anche al Dipartimento di Guerra degli Stati Uniti, che decide di fare valere la Sole Survivor Policy per Fritz. Intanto, quest'ultimo è sopravvissuto ai durissimi combattimenti successivi allo sbarco ed è andato in cerca dei fratelli, scoprendo che entrambi sono morti in azione. 

Quando fa ritorno alla sua compagnia, trova ad attenderlo il cappellano militare Francis Sampson, che gli comunica la scomparsa di Edward e lo informa che il governo degli Stati Uniti ha deciso di rimpatriarlo. Fritz viaggia attraverso la Gran Bretagna per raggiungere casa sua a Tonawanda, nello Stato di New York, e fino alla fine della guerra presta servizio nella Polizia Militare.

Il conflitto sembra chiudersi con un drammatico tributo di sangue dei Nilan alla causa, ma il 4 maggio 1945 la famiglia riceve una incredibile notizia: Edward è vivo. Dopo che il suo aereo è stato abbattuto, il giovane si è paracadutato nella giungla ed è stato catturato dai giapponesi, rimanendo rinchiuso per un anno in un campo di prigionia. Edward fa ritorno a casa poco dopo e rimane a Tonawanda fino alla morte, che avviene nel 1984, un anno dopo quella di Fritz.

Le principali differenze con il film di Steven Spielberg

La storia di Fritz Nilan è solo uno spunto per Salvate il soldato Ryan, che si discosta dalla vicenda in modo significativo. In primis, nella drammatica missione di soccorso guidata dal capitano John H. Miller. Nella realtà, nessuna squadra speciale va a cercare Fritz, ma a occuparsi del suo rimpatrio è un cappellano dell'esercito, che raggiunge il giovane al campo base della compagnia presso la quale è di stanza.

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Un'altra discrepanza consiste nel fatto che il giovane Nilan era un sergente e non un soldato semplice come James Francis Ryan. Inoltre, il protagonista del film viene presentato come l'ultimo sopravvissuto tra i suoi fratelli, mentre Fritz ha potuto riabbracciare Edward alla fine della guerra.

Tuttavia, a prescindere dalla storia dei singoli, è innegabile che Salvate il soldato Ryan sia uno degli affreschi più realistici e potenti dei tragici, sanguinosi, brutali giorni dello sbarco in Normandia.

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