5 lezioni di vita dal cinema di Steven Spielberg

Autore: Elisa Erriu ,

Steven Spielberg non ha bisogno di presentazioni, non è un regista da associare a un film per essere ricordato, è "il" regista, colui che i film li ha resi immortali.

Prima o poi, dopo aver conquistato il mondo di Hollywood contemporaneo, sbarcherà anche sul piccolo schermo con una serie TV firmata Steven Spielberg, ma prima di farlo ci sembra doveroso ripercorrere la vita che il pluri-premio Oscar ha dato al cinema e le lezioni di vita che il suo cinema ci hanno insegnato. Ecco alcune delle scene più memorabili prese dai suoi set (e dai nostri cuori).

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Indiana Jones: "noi non seguiamo mappe di tesori nascosti"

Un archeologo sfida la sorte con un cappello e un lazo, cattura un idolo d'oro maledetto e vince una fuga rocambolesca contro la morte: con il suono di una fanfara, Indiana Jones entra così nell'immaginario collettivo e anche nella storia del cinema.

La scena iniziale con Harrison Ford nel film di I predatori dell'arca perduta del 1981 non è soltanto l'introduzione più iconica per un personaggio già di per sé iconico, ma è anche il riassunto perfetto dell'essenza del protagonista che Spielberg ha creato insieme a George Lucas e Philip Kaufman. Indy è un uomo carismatico, avventuroso, dalla lingua tagliente proprio come la sua frusta, tutto ciò che ritroveremo negli altri titoli diretti dal regista di Cincinnati.

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Eppure tra le innumerevoli scene di Indiana Jones che potremmo segnalare come più utili a insegnarci qualche morale nella vita, abbiamo scelto una precisa: perché non è tanto la sfrontatezza e le abilità con cui Indy si presenta al pubblico sin dagli inizi a insegnarci qualcosa, quanto il famoso "balzo della fede" messo in pratica dall'avventuriero in Indiana Jones e l'ultima crociata. In questo film d'avventura del 1989, dove Harrison Ford viene accompagnato sul set da un altro attore di eccezione, quale Sean Connery, il nostro protagonista si trova (ancora una volta) in una brutta situazione: è costretto a proseguire e trovare il Santo Graal, ma davanti a sé c'è un baratro senza fondo. Nessuna strada. È in questa circostanza che mette in pratica la sua qualità più caratteristica, ovvero l'ingegno. Con un pizzico di fortuna. "Fortuna e gloria, ragazzo. Fortuna e gloria".

Jurassic Park: "qui non si bada a spese"

Terrore o meraviglia? Divinità o DNA? Potere o porte che si aprono? Il giurassico, colossale film del 1993 diretto da Steven Spielberg, basato sul romanzo scritto da Michael Crichton, è una pellicola di contrasti: c'è un prima e dopo il regno degli uomini e c'è un prima e un dopo Jurassic Park

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Questo capolavoro di fantascienza è in grado di divorare gli spettatori ancora oggi, grazie ad effetti visivi davvero "grandi". Infatti per realizzare i dinosauri del film è stata usata una tecnologia che ai tempi era rivoluzionaria quanto un T-Rex dentro a un parco a tema, ovvero la computer-generated imagery di Industrial Light & Magic, che mescola immagini tridimensionali generate al computer con effetti ambientati in contesti realistici: la tecnica che verrà conosciuta successivamente come CGI

 

Tra gli innumerevoli momenti memorabili in Jurassic Park, ce n'è uno preciso che ci insegna un'importante lezione nella vita: la rivelazione del T-Rex. Il ruggito del dominatore della Terra che schiaccia le urla dei bambini, denti affilati, la pioggia che mescola sangue e fango. Sfidare il potere divino di riportare in vita dinosauri estinti, ha un costo troppo elevato. Anche per chi non bada a spese. 

Lo squalo: "ci serve una barca più grossa"

Lo squalo (noto anche col suo titolo originale inglese "Jaws") è stato il terzo film di Spielberg e il primo lungometraggio nella storia ad essere girato in mare aperto. Per questo, ha dato più di un problema al regista per la sua realizzazione: non c'erano telecamere adatte alle riprese in mare, la tecnologia di quel tempo non poteva riprodurre al computer squali e scene di combattimento in mezzo all'acqua. Quindi tutto è stato creato artigianalmente, causando numerosi imprevisti, tra cui il budget spropositato (sarebbe servita ben più di una barca più grande...).

Lo squalo Lo squalo Ad Amity, cittadina balneare del New England, si sparge il terrore per gli attacchi di un terribile squalo bianco. Un poliziotto, un ittiologo e un cacciatore di squali si mettono ... Apri scheda

Eppure, nonostante i problemi tecnici, il film uscito nel giugno del '75, divenne il film con maggior incasso nella storia all'epoca e vinse tre premi Oscar, per il montaggio, il sonoro e la colonna sonora. Menzione immancabile, infatti, in questa lista, va alla scena d'apertura de Lo squalo: una spiaggia americana, è notte, alcuni ragazzi suonano attorno a un fuoco, ridono, scherzano, è una serata come tante nelle notti d'estate.

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Un ragazzo e una ragazza si rincorrono, giocano, in riva al mare, lei si tuffa e nuota. L'alba è vicina. Ma c'è anche qualcos'altro che si avvicina. Qualcosa che si nasconde tra gli abissi, qualcosa di letale e silenzioso. C'è soltanto la colonna sonora di John Williams a parlare per il predatore in agguato. Quale lezione abbiamo imparato da questa scena? Mai fidarsi del mare. E dei clarinetti.

 

E.T. l'extra-terrestre: "io sarò sempre qui"

Il cinema di Steven Spielberg fa spesso paura, oppure fa riflettere o ancora fa piangere. Quando pensiamo alle scene in cui il regista ha saputo far tutto questo e anche emozionare, immancabilmente pensiamo a E.T. l'extra-terrestre. Questo film di fantascienza è uscito nel 1982. Non era la prima volta che Spielberg portava nelle sale una storia con protagonisti alieni. Già nel 1977 aveva, infatti, realizzato Incontri ravvicinati del terzo tipo, anche questo ricco di scene indimenticabili e capaci di insegnarci più di una morale. Tuttavia, abbiamo scelto per questa classifica il piccolo extra-terrestre amico di Elliott.

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Un poster adatto sia come quadro sia come oggetto da esposizione, con una action figures da collezione di circa 12 cm di altezza, per riprodurre la scena notturna di E.T. l'Extra-terrestre con Elliot in bicicletta
 

Quale scena citare per insegnarci qualcosa, lo straziante finale o l'iconico "telefono-casa"? Abbiamo deciso di optare per il volo con la bicicletta: perché, diciamolo, in quella veloce, luminosa, piccola scena, viene riassunta gran parte della magia di Spielberg, ovvero la forza che deriva dai nostri affetti e ciò che siamo disposti a fare per loro.

Schindler's List: "un'ora di vita, è sempre vita"

In The Fabelmans (qui la nostra recensione), il regista americano ha confessato gran parte della sua storia (e del suo dolore) su pellicola. Una delle scene più emozionanti di questo suo film, per il quale ha ricevuto sette candidature agli Oscar 2023, è decisamente il momento in cui Sammy, il protagonista, sta registrando la scena con i soldati. In questa occasione ci viene svelato il segreto con cui Spielberg riesce a raccontare la guerra: un passo alla volta, lentamente, in ogni cruento dettaglio.

Basta un cappotto rosso su una pellicola bianca e nera. Basta una bambina  in mezzo ai nazisti. Uno sguardo che la segue, come la telecamera, mentre attraversa senza esitazione il dolore, la crudeltà, gli omicidi, l'orrore. Questa scena di Schindler's List, drammatico lungometraggio del 1993 dedicato alla Shoah, documenta la vera storia di Oskar Schindler. Prima che venisse rilasciato nelle sale Salvate il soldato Ryan con la sua sequenza di Omaha Beach, momento che avremmo voluto inserire in questa classifica, Spielberg ci insegna, attraverso una innocente bambina vestita di rosso, una tra le lezioni più importanti di tutte: la guerra, solo al cinema.

Immagine di copertina via 123RF

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