Quella di Edward Snowden è una di quelle storie capaci di far breccia nell’opinione pubblica, perché in grado di generare il dubbio.
Il dubbio, in questo caso, è quello che i propri dati inseriti su internet siano alla mercé di governi e corporazioni. Partendo dalla storia vera di questo ex dipendente della CIA, Oliver Stone ha proposto un thriller biografico intenso, nel quale domina la performance di Joseph Gordon-Levitt, chiamato proprio a interpretare Snowden.
È giunto il momento, allora, di ripercorrere la trama di Snowden, e di svelarne le dieci curiosità più interessanti.
La trama del film
Nel 2013, Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt ) incontra in segreto i giornalisti Laura Poitras (Melissa Leo) e Glenn Greenwald (Zachary Quinto). I tre si ritrovano in un centro commerciale di Hong Kong, e in seguito in un hotel. Il motivo dell’incontro è presto chiarito: Snowden intende rivelare tutte le informazioni in suo possesso relative alle operazioni poco trasparenti della NSA (l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense).
L’azione si sposta così al 2004, quando Edward sceglie di arruolarsi nelle forze speciali. L’infortunio a una gamba, però, lo costringe a cambiare i piani, e durante il suo ricovero avviene il primo contatto con la CIA. Dopo aver superato brillantemente i test di ammissione, il direttore Corbin O'Brian (Rhys Ifans) lo vuole al suo fianco.
È qui che Snowden viene a contatto con i metodi poco ortodossi dell’agenzia, che culminano nel cosiddetto Foreign Intelligence Survival Act. Si tratta di una legge che aggira il Quarto Emendamento, consentendo qualsiasi operazione di vigilanza autorizzata da una speciale corte di giudici. Tra queste operazioni ci sono anche intercettazioni, e la raccolta di dati non autorizzati degli utenti.
Nel suo primo periodo di addestramento Edward conosce Lindsay Mills (Shailene Woodley), con la quale stringe una relazione. Nel 2007, però, Snowden è chiamato alla sua prima operazione sul campo, a Ginevra: il suo compito è rintracciare un uomo d’affari pakistano, sospettato di essere vicino al terrorismo. Nella capitale svizzera il ragazzo incontra Gabriel Sol (Ben Schnetzer), che durante il lavoro di ricerca del presunto criminale illustra a Edward le pratiche che consentono al governo americano di avere accesso ai dati degli utenti.
Pur senza ottenere alcun risultato dalle ricerche di Snowden, O’Brian forza la mano e organizza un piano per incastrare l’uomo d’affari pakistano. Disgustato dalla completa mancanza di rispetto delle regole, Snowden lascia l’incarico, ma ben presto torna a lavorare per la NSA in Giappone.
È durante questa operazione che Edward scopre le pratiche con le quali l’agenzia statunitense, così come altre agenzie governative, stanno andando contro il paese del Sol Levante. L’NSA, infatti, ha autorizzato un’operazione che consiste nell’introdurre un malware nelle infrastrutture software nipponiche, così come in quelle di altre nazioni alleate. Questo programma consente la distruzione da remoto dell’intera infrastruttura finanziaria dei paesi coinvolti: l’intenzione è di utilizzarlo nel momento in cui una determinata nazione volesse andare contro gli Stati Uniti.
Dopo aver assistito a operazioni sempre più discutibili, e aver ascoltato i discorsi carichi di menzogne con i quali i leader della NSA si rivolgono ai cittadini americani, Snowden decide di contrattaccare. Edward copia di nascosto su una scheda SD tutte le informazioni trattate nel corso degli anni. Le testimonianze sulla sorveglianza attiva, le false dichiarazioni sui programmi di controllo della NSA e molto altro. Nasconde la memoria nel suo portafortuna, un cubo di Rubik, e tramite una mail criptata invita Poitras e Greenwald a Hong Kong.
Dopo l’incontro, il Washington Post e il Guardian del 5 giugno 2013 pubblicano le rivelazioni di Snowden, che esce allo scoperto pubblicamente. Grazie all’aiuto dei due giornalisti, l’ex analista riesce a scappare dagli Stati Uniti, per ritrovarsi in Russia.
10 cose da sapere su Snowden
1 – L’indecisione di Oliver Stone
Inizialmente, l’idea di girare Snowden non sembrava rientrare tra i piani di Oliver Stone. Il regista era reduce dall’esperienza in W., controverso film su George W. Bush che non aveva incontrato totalmente i favori del pubblico. Ritrovarsi con un soggetto “scottante” come quello di Snowden non costituiva una prospettiva così intrigante.
Una serie di eventi, però, portarono Stone al timone del progetto. Gleen Greenwald, ad esempio, contattò più volte il regista. L’avvocato russo di Snowden, Anatoly Kucherena, volle incontrare Stone per chiedergli un parere sul suo libro, Time of the Octopus, che raccontava proprio la storia del suo assistito. Dopo aver incontrato Snowden di persona, nel 2014, Stone iniziò a pensare di girare la pellicola. Nello stesso anno, il regista e il produttore Moritz Borman acquisirono i diritti del libro The Snowden Files di Luke Harding, fonte di ispirazione per il film, che uscì nelle sale due anni dopo.
Nel giugno 2014, durante una conferenza stampa ripresa da IBTimes UK, uno Stone ormai totalmente convinto del progetto si esprimeva in questi termini:
Per me, Snowden è un eroe. Edward Snowden è un eroe. Perché ha fatto quello che ha fatto non per soldi, e soprattutto non per dare o scambiare segreti che potrebbero danneggiare la nostra nazione. Non ho visto una sola prova di questo. Sta agendo secondo coscienza. È la legge della coscienza che l’ha spinto a comportarsi così. Ha sacrificato la sua vita per questo.
2 – Le difficoltà a girare
Le interferenze nella NSA costrinsero Stone a girare gran parte della pellicola al di fuori del territorio Statunitense. A questo proposito, il regista confidò nel 2016 a The Hollywood Reporter:
Ci sentivamo in pericolo. Non sapevamo quali fossero le intenzioni dell’NSA, così siamo finiti a girare a Monaco, ed è stata una bellissima esperienza.
Oltre a Monaco, il set si spostò per qualche tempo a Hong Kong. Alcune scene del film, in ogni caso, sono state girate negli Stati Uniti, in particolare a Washington e alle Hawaii. Una curiosità: la casa di Snowden apparsa nel film è la stessa in cui l’ex analista ha vissuto per un certo periodo di tempo.
3 – Apparizioni a sorpresa
Il film include alcune apparizioni a sorpresa. Nell’ultima scena della pellicola, durante la proiezione dell’intervista di Edward, uno degli spettatori è proprio Oliver Stone. Ancora, la vera Lindsay Mills è visibile nella scena della caffetteria, dove Snowden e Lindsay si incontrano per la prima volta.
Il cameo più sorprendente riguarda il videoclip The Veil, brano che Peter Gabriel ha composto per il film. Nel video, infatti, è possibile scorgere il vero Edward Snowden:
4 – Una produzione super segreta
La produzione del film è stata contrassegnata da ingenti misure di sicurezza. Per evitare fughe di notizie, ad esempio, Stone scrisse la sceneggiatura su un singolo computer privo di connessione a internet. Il regista, inoltre, ingaggiò l’hacker etico Ralph Echemendia come supervisore tecnico, e invitò il cast – così come il resto della troupe – a comunicare utilizzando un programma di chat sicuro.
Stone tenne una proiezione privata di Snowden nella ex casa di Ernest Hemingway, a Sun Valley. All’evento erano invitate circa una ventina di persone, tra le quali l’attrice Melissa Leo. Tutti gli ospiti dovettero firmare un accordo di non divulgazione prima di poter assistere alla proiezione.
5 – Un cast di supereroi
Prima di recitare in Snowden, diversi membri del cast sono stati impegnati in film con protagonisti supereroi. Tra gli altri, si segnalano:
- Scott Eastwood in Suicide Squad (2016)
- Joseph Gordon-Levitt in Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)
- Nicolas Cage in Ghost Rider (2007), Ghost Rider - Spirito di vendetta (2011) e Kick-Ass (2010)
- Tom Wilkinson in Batman Begins (2005)
- Rhys Ifans in The Amazing Spider-Man (2012)
- Robert Firth in Guardiani della Galassia (2014)
Shailene Woodley fu scelta per il ruolo di Mary Jane in The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro (2014). Le sue scene, però, furono rimosse dalla versione finale.
6 – L’esperienza sul set di Joseph Gordon-Levitt
Girare Snowden sembra essere stata un’esperienza particolarmente intensa per Joseph Gordon-Levitt. Il primo giorno di riprese, ad esempio, l’attore fu chiamato a recitare le scene incentrate sull’addestramento di Snowden nell’esercito. I genitori dell’ex analista CIA, inoltre, vollero assistere a una proiezione del film, e alla fine della pellicola vollero congratularsi con Gordon-Levitt per la sua performance. L’attore, in seguito, raccontò dell’episodio definendolo uno dei ringraziamenti più sentiti e toccanti mai ricevuti per una sua performance.
L’intero compenso ricevuto per Snowden, infine, è stato devoluto da Joseph in non meglio precisate iniziative destinate a “migliorare il rapporto” tra tecnologia e democrazia.
7 – Realtà vs finzione
Il film presenta alcune dissonanze con le vicende reali. Questo è dovuto anche al fatto che la pellicola ha tratto ispirazione, tra gli altri, dal libro Time of the Octopus di Anatoly Kucherena, che riprende le vicende di Snowden romanzandole. Proprio Kucherena, nel film, viene presentato come un diplomatico russo. Nella realtà, è l’avvocato di Edward a Mosca.
Ancora, nel film Snowden è costretto a interrompere il suo addestramento nell’esercito dopo essersi infortunato a una gamba. Nella realtà, non è noto il motivo che portò all’allontanamento di Snowden dalla vita militare.
Secondo quanto confidato da Snowden a Stone, inoltre, i centri di comando della NSA possono contare su un budget abbastanza ristretto, e appaiono sicuramente meno affascinanti di quelli raffigurati in serie TV e film.
8 – La querelle del documentario
Mentre Oliver Stone lavorava alla sua versione cinematografica di Snowden, la giornalista Laura Poitras era concentrata sul suo documentario, sempre dedicato all’ex membro della NSA. Questa dinamica portò a un episodio piuttosto spiacevole, almeno secondo Poitras. Stone, infatti, le avrebbe suggerito di pubblicare il suo progetto dopo l'uscita del film con con Gordon-Levitt, anche se il lavoro della documentarista terminò prima di quello del regista. Come giustificazione, Stone le disse che l’uscita del film avrebbe fatto da traino al documentario. Poitras considerò questo invito come un’offesa, e non volle più incontrare Stone.
Per la cronaca, Citizenfour, il documentario di Laura Poitras su Edward Snowden, è uscito nel 2014. Il film di Oliver Stone, invece, fu proiettato nelle sale statunitensi a partire dal 15 settembre 2016.
9 – Citazioni, citazioni, citazioni
Il film include alcune citazioni che strizzano l’occhio al mondo della tecnologia, ma non solo. Ad esempio, sul computer portatile di Snowden è presente uno sticker di Tor, browser utilizzato per navigare in maniera anonima. Lo stesso Edward impiegò questo software per contattare i giornalisti di Guardian e Washington Post.
Durante il primo contatto via chat tra Lindsey ed Ewdard, i due fanno riferimento a Ghost in the Shell, grande classico della fantascienza (riproposto nel 2017 in un “pigro remake” con Scarlett Johansson). Le due storie hanno punti in comune: in entrambe si parla di protagonisti che hanno a che fare con tecnologia imperante e problemi morali.
10 – Un’accoglienza tiepida
Snowden è stato il 20esimo film diretto da Oliver Stone, ed è stato proiettato nelle sale americane a partire dal 15 settembre 2016, giorno del 70esimo compleanno del regista. L’accoglienza, però, non è stata delle più calorose. Il film, secondo rilevazioni Box Office Mojo, avrebbe incassato nel mondo circa 37 milioni di dollari, a fronte di un budget da 40 milioni di dollari.
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