Speciale: omaggio a Michael Cimino

Autore: Chiara Poli ,

Chiunque abbia studiato cinema non può dimenticarlo. Ma nemmeno chi, semplicemente, ama il grande schermo e le emozioni che regala.

Perché Michael Cimino, newyorkese d.o.c. che ci ha lasciati il 2 luglio all’età di 77 anni, non è mai passato inosservato.

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Il suo indiscusso capolavoro, Il cacciatore, premiato con 5 Oscar e arrivato subito dopo un esordio coi fiocchi (con Una calibro 20 per lo specialista), resta una pietra miliare della storia statunitense e ne racconta una delle più grandi ferite: la guerra del Vietnam.

Il cacciatore di Michael Cimino
Robert de Niro ne Il cacciatore

Due anni dopo, con il discusso I cancelli del cielo, ambientato nel 1890, Cimino venne indicato dai libri di storia del cinema come l’autore del più grande disastro cinematografico di tutti i tempi.

Titolo immeritato, visto che I cancelli del cielo è un grande film. Lo è sempre stato. Eppure, la critica lo stroncò, il pubblico non lo capì ed economicamente - a causa del budget più volte sforato e dei miseri incassi al botteghino - fu un terribile flop.

Ciononostante, Cimino non si perse d’animo, continuando a imprimere il suo tocco inconfondibile a tutte le pellicole scritte (Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan) e dirette: L’anno del dragone, Il siciliano, Ore disperate, Verso il sole

L'anno del dragone di Michael Cimino
Mickey Rourke ne L'anno del dragone

Aveva un’idea chiara di cos’era il cinema per lui.

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Rifiutò di dirigere Nato il 4 luglio perché voleva Al Pacino al posto di Tom Cruise. Non portò mai a termine Perfect Strangers, a cui lavorò a lungo.

S’impegnò per raccontare la storia di Michael Collins, che non riuscì mai a portare sullo schermo per problemi di budget. Scrisse Pearl, una toccante biografia di Janis Joplin.

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E divenne famoso perché non “si capiva” con Hollywood: le logiche commerciali imposte dai produttori non si adattavano al suo spirito libero, alla sua volontà d’indipendenza e alla sua idea del cinema come arte. A trecentosessanta gradi.

Michael Cimino sognava di adattare a modo suo Delitto e castigo, di realizzare un film biografico su Dostoevsky e di girare una pellicola sul Tour de France.

Questi progetti resteranno sogni…

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Ma il suo contributo alla storia del cinema e della cultura è incancellabile.

Ciao, grande artista.

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