The Witcher sarà violento e per adulti, Henry Cavill è sicuro del suo Geralt

Autore: Stefania Sperandio ,

Mentre sono in attesa di sapere quando esordirà, i fan di The Witcher possono scoprire direttamente dall'attore Henry Cavill (Geralt di Rivia) e dalla showrunner Lauren S. Hissrich alcuni interessanti dettagli dal dietro le quinte della serie Netflix. Intervistati dalla rivista francese Première, con le dichiarazioni tradotte finite anche su Reddit, i due artisti hanno discusso di diversi aspetti dell'adattamento sul piccolo schermo delle opere di Andrzej Sapkowski – dal rapporto con lo scrittore alle differenze dai libri, fino alle somiglianze con Game of Thrones e all'amore di Cavill per la saga.

Geralt e il sogno di Henry Cavill

Fin dal momento in cui venne scritturato per il ruolo del protagonista, Henry Cavill non nascose mai di essere un grande appassionato di The Witcher, essendosi pienamente immerso sia nei libri che nei videogiochi. L'attore, nel corso dell'intervista, è tornato sull'argomento, affermando di conoscere così bene la serie da non avere avuto nemmeno bisogno di prepararsi.

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Come raccontato dall'ex (?) Uomo d'acciaio:

Ho scoperto i giochi, poi ho scoperto i libri. A quel punto, l'universo di The Witcher ha da subito significato qualcosa, per me. Pensavo spesso alla possibilità di vestire i panni di Geralt. Quando mi si è presentata l'opportunità, non me la sono lasciata scappare: ho chiamato il mio agente per chiedergli di organizzare un incontro con Lauren [la showrunner, n. d. r.]. Non avevo nemmeno bisogno di prepararmi per questa parte, perché respiro, vivo questo universo, tutti i giorni.

Avevo già avuto l'opportunità di riflettere su questo personaggio, mentre giocavo i videogiochi. La mia preparazione era già fatta ancora prima che il casting cominciasse!

I videogiochi The Witcher, una trilogia realizzata dalla software house polacca CD Projekt RED, si ispirano fedelmente all'universo narrativo firmato da Andrzej Sapkowski: gli stessi libri, e in particolare Il Guardiano degli Innocenti, saranno anche il punto di riferimento per la produzione Netflix.

The Witcher non è il cugino di Game of Thrones

Quando è stato pubblicato il primo trailer, durante il Comic-Con dello scorso luglio, qualcuno ha paragonato le atmosfere di The Witcher a quelle di Game of Thrones, la serie fantasy di HBO che si era conclusa solo pochi mesi prima, con la sua stagione finale. In merito alla possibile somiglianza si era subito espressa la showrunner e, nell'ultima intervista, è intervenuto anche Andrew Laws, production designer della serie Netflix.

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Come spiegato da Laws, The Witcher non vuole essere la copia di nessun'altra serie televisiva, ma vuole affermarsi come un adattamento forte di una sua personalità:

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Non siamo il cugino povero di Game of Thrones o de Il Signore degli Anelli. Non siamo delle copie. The Witcher ha il suo universo, anche se ci sono degli elementi in comune con queste opere che ho citato, per via del genere.

Certo, una cosa che The Witcher farà, proprio come l'ha fatta Game of Thrones, sarà rivolgersi a un pubblico di adulti. Nelle sue avventure, Geralt avrà a che fare con sangue e violenza, come spiegato da Lauren S. Hissrich:

Questa serie è brutale in tanti modi diversi, ma non mostriamo violenza visiva in modo continuo: non mostriamo niente di gratuito. In ogni caso, non abbiamo paura di parlare di tematiche adulte, proprio come succede nei libri. Razzismo, sessismo, violenza fisica e morale. Chiaramente, questa non sarà una serie TV per bambini.

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A proposito dell'impatto visivo che avrà la produzione Netflix, The Witcher non vuole abusare della computer grafica e degli effetti speciali. Sull'argomento, Laws ha dimostrato di avere le idee estremamente chiare:

Non voglio vedere l'attore recitare davanti a un green screen, o mentre parla a una palla verde. Volevamo qualcosa di reale, anche durante le sequenze di combattimento. Ora le persone si rendono conto di quando stai usando la computer grafica e questo potrebbe rompere la magia che alcuni spettatori instaurano con la narrativa. E il problema è che se crei della computer grafica eccellente per una scena, dopo dovrai tenere lo stesso livello anche in tutte le altre.

Di parere affine anche la showrunner, che in modo estremamente sintetico ha spiegato di preferire lasciare i lavori di eccellente computer grafica ai videogiochi di The Witcher:

Per noi era importante che lo show fosse autentico dal punto di vista visivo. Esiste già una superba serie di videogiochi e non volevamo che la serie TV ne riprendesse l'aspetto.

Il terzo modo di raccontare Sapkowski

In merito all'adattamento delle opere di Sapkowski che vedremo in questa serie TV, Hissrich ha ribadito per l'ennesima volta che il punto di riferimento di The Witcher saranno proprio i libri, e non i videogiochi. Considerando gli scritti dell'autore polacco e la loro interpretazione videoludica di CD Projekt RED, quella di The Witcher di Netflix sarà la terza lettura della storia di Geralt di Rivia, su un terzo mezzo di comunicazione diverso.

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In tal proposito, Hissrich ha spiegato:

I libri di Andrzej Sapkowski saranno sempre lì. E anche i giochi saranno sempre lì. Quindi, questa serie TV sarà la terza versione di questa storia. Il nostro obiettivo era ricreare l'anima dei libri, ricreare questi personaggi di cui mi sono innamorata, inserendoli in una nuova struttura narrativa coerente, costruendogli intorno una storia che avesse senso. Volevo creare un'opera che aggiungesse qualcosa.

Netflix
Henry Cavill in un'immagine promozionale di The Witcher
Geralt e cavallo di Rutilia in The Witcher

Dalle parole della showrunner emerge che ci saranno sicuramente delle licenze, rispetto all'andamento dei fatti nei libri di Sapkowski. Geralt e Ciri, ad esempio, si incontreranno già nella prima stagione – ma non ci sarà niente che non abbia avuto il benestare dell'autore originale:

Ho incontrato Andrzej Sapkowski in Polonia ad aprile 2018. Ovviamente, gli ho parlato del mio punto di vista sulla sua storia ancora prima di cominciare a fare qualsiasi cosa. È davvero felice di questa versione ed è d'accordo con la storia che vogliamo raccontare.

Ricordiamo ai nostri lettori che The Witcher arriverà su Netflix entro la fine del 2019. La serie TV sarà composta da otto episodi e vedrà nel cast, oltre a Henry Cavill nei panni dello Strigo, anche Freya Allan (Ciri), Anya Chalotra (Yennefer), Anna Shaffer (Triss) e Adam Levy (Mousesack).

Editrice Nord
Le copertine dei diversi volumi di The Witcher di Andrzej Sapkowski in Italia

In attesa del suo debutto, potete sempre intrattenervi con i libri di Andrzej Sapkowski, affidandovi alla nostra guida che vi raccomanda l'ordine giusto in cui leggerli. Inoltre, lo scrittore sarà anche protagonista dell'imminente appuntamento con Lucca Comics and Games 2019, dove discuterà proprio de Il Guardiano degli Innocenti.

Siete pronti a seguire Geralt anche su Netflix?

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