Ciascuno di noi ha avuto, nella sua infanzia, un giocattolo preferito: che fosse un peluche, una bambola, un carillon o un giocattolo a ruote, questi oggetti hanno segnato i nostri ricordi più cari. I giocattoli sono i custodi di gioie spensierate, ma anche di dolori silenziosi, come quando li perdiamo o li vediamo danneggiati. Non importa quanto tempo passi, quella sensazione di smarrimento e tristezza, legata al distacco dal nostro oggetto preferito, rimane sempre dentro di noi. Questa riflessione viene evoca alla perfezione dalla saga di Toy Story, che possiamo rivivere su Disney Plus, insieme ai cortometraggi che ne espandono la trama.
- Toy Story: La nascita di una storia senza tempo
- Anima e cuore: quando il giocattolo diventa persona
- Giochi preziosi, diritti violati e il cuore spezzato di Lotso
- Le agitazioni di un cuore di plastica: solitudine e scoperta
- Finché morte non ci separi: la lezione di Toy Story
Toy Story: La nascita di una storia senza tempo
Dalla sua nascita, Toy Story ha saputo diventare un fenomeno globale, capace di emozionare e insegnare a più generazioni. Con l'eccezione del quarto e ultimo capitolo, che uscirà solo più tardi, grazie a Disney Plus possiamo rivivere le avventure dei giocattoli di Andy e sentire ancora una volta la voce di Fabrizio Frizzi nel ruolo di Woody, lo sceriffo che guida il gruppo. Woody, insieme a Buzz Lightyear, lo space ranger che crede di poter volare "verso l'infinito e oltre", rappresenta la dualità tra il sogno e la realtà, tra l'ordine e il caos che governano il mondo dei giocattoli.
Ogni film della saga è un viaggio, un continuo crescere e perfezionarsi non solo a livello tecnologico, grazie ai progressi nell'animazione, ma anche nella profondità dei temi trattati. Se nel primo Toy Story del 1995 l'animazione era un innovativo passo avanti, con il quarto capitolo, ventiquattro anni dopo, si arriva a un altro livello di perfezione visiva e narrativa.
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Anima e cuore: quando il giocattolo diventa persona
La grande magia di Toy Story risiede nel fatto che riesce a rendere i giocattoli non solo esseri animati, ma veri e propri protagonisti emotivi. In Toy Story 3 - La fuga, ad esempio, i giocattoli acquisiscono una dimensione affettiva che trascende il loro ruolo di "oggetti". Non sono più solo pezzi di plastica, ma esseri dotati di un'anima, di sentimenti e di legami indissolubili con i loro padroni. La minaccia non è più il malvagio vicino di casa, come nel primo film, né il collezionista, ma l’abbandono, l'abbandono di un amore che li ha resi esseri unici. Quando i giocattoli finiscono in un asilo dove bambini troppo piccoli non sanno come giocarci, o addirittura sono gettati via, è qui che risuona la vera tragedia di Toy Story: i giocattoli non sono solo oggetti di plastica, ma compagni di vita che soffrono nel momento in cui vengono scartati o dimenticati.
Giochi preziosi, diritti violati e il cuore spezzato di Lotso
L'aspetto simbolico e l'empatia che i giocattoli suscitano nel pubblico si intrecciano anche con questioni più complesse. Nel terzo film, Toy Story 3, l’orsacchiotto Lotso subisce una vera e propria trasformazione psicologica a causa del suo abbandono. La sua storia riflette il dolore di essere rimpiazzato, di diventare obsoleto e di perdere il proprio valore. In un certo senso, Toy Story ci ricorda che i giocattoli, proprio come gli esseri umani, possono sentire il dolore e il rifiuto, e ci invita a riflettere sul valore che attribuiamo alle cose che, a prima vista, sembrano solo materiali da "giocattolo". La Disney, peraltro, ha affrontato anche una battaglia legale per violazione del copyright con la Diece-Lisa Industries, accusata di aver ispirato il personaggio di Lotso dal proprio marchio registrato di un orsacchiotto, il "Lots-O’-Huggin’", in una vicenda che ha portato a una lunga disputa.
Le agitazioni di un cuore di plastica: solitudine e scoperta
Nonostante le difficoltà legali e narrative, la saga continua a portare in scena momenti che toccano nel profondo, come la solitudine di Buzz quando viene "lobotomizzato" dal perfido Lotso, o i giochi che, una volta dimenticati, vivono una vita parallela di emozioni. I momenti più potenti, infatti, si verificano proprio quando i giocattoli sono soli, abbandonati, e ci fanno chiedere cosa succeda veramente quando chiudiamo la porta di casa e li lasciamo dietro di noi. La teoria animista che permea Toy Story fa sì che non solo i giocattoli siano animati, ma anche dotati di personalità, paure e desideri.
Non è difficile immedesimarsi in questa triste realtà, proprio come accade quando Andy, ormai cresciuto, si prepara a partire per il college e decide di separarsi dai suoi amati giocattoli. Con una sofferenza tangibile, la saga ci invita a riflettere su cosa significhi crescere e cosa lasciamo indietro nel percorso verso l'età adulta.
Finché morte non ci separi: la lezione di Toy Story
I giocattoli, che nel nostro immaginario sono solo oggetti, ci insegnano a vivere emozioni intense, a legarci a ciò che amiamo e a comprendere che, seppur inanimati, hanno un'anima. Lo stesso vale per i personaggi di Toy Story, che sono simbolo di un legame inossidabile che, una volta creato, non si spezza mai. Il percorso dei personaggi come Forky, introdotto nel quarto film, ci insegna che ogni cosa, anche la più semplice, può avere un valore profondo se è amata. Il fatto che Forky diventi una figura tanto amata, pur essendo fatto solo di oggetti semplici, testimonia la grande capacità della saga di Pixar di dare vita a un messaggio universale e senza tempo.
La prossima volta che vi troverete in una giocattoleria, non guarderete più i giocattoli con gli stessi occhi. Sceglierete con maggiore consapevolezza e attenzione, perché un giocattolo, una volta entrato nella nostra vita, non sarà mai più solo un oggetto. Sarà un piccolo compagno di viaggio, destinato a lasciare un'impronta nel cuore per sempre. E chissà, forse, quando la porta si chiuderà, inizieranno anche loro a vivere una vita segreta, ricca di avventure e sogni.
Toy Story 5 uscirà nel 2025.
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