Anatomy, perché recuperare l'horror tedesco ripescato in catalogo da Netflix

Autore: Alessandro Zoppo ,

Nel mondo sommerso di Netflix, spuntano come funghi film poco noti o spesso invisibili, passati in sordina nelle sale e recuperati dalla piattaforma di streaming. Dal 1° ottobre entra in catalogo Anatomy di Stefan Ruzowitzky, horror tedesco risalente al 2000 che si è guadagnato la fama di cult grazie all'immediato successo in patria, al successivo chiacchiericcio dei (pochi) fan e ai rari passaggi nei palinsesti televisivi.

Presentato come un mix tra #Funny Games di Haneke e #The Dentist di Yuzna, #The Skulls di Rob Cohen e #Coma profondo di Crichton, #Extreme Measures di Apted e i classici di Dario Argento, Anatomy punta a rilanciare i più classici tra gli incubi primordiali: la tecnofobia e la sperimentazione clinica dalle conseguenze drammatiche. Al centro del film c'è infatti una setta di sadici killer in camice bianco: con il clima che si respira al giorno d'oggi, uno spunto da brivido pronto a lasciare il segno.

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Il poster del film Anatomy
Anatomy arriva nel catalogo italiano di Netlix

La trama

Paula Henning è un'ambiziosa studentessa di medicina all'università di Heidelberg. È giovane e determinata a seguire le orme del padre – un medico di provincia – e soprattutto del nonno, un luminare della scienza ormai vecchio e malato. Ha passato con successo il test di ammissione al prestigioso corso estivo di anatomia tenuto dal leggendario Professor Grombek e neppure l'amore per Caspar la distoglie dagli studi.

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Durante una delle prime lezioni con Grombek, Paula fa una scoperta terrificante: sul suo tavolo dissettorio c'è il corpo di David, un ragazzo che aveva conosciuto in treno verso Heidelberg e amico di Gretchen, la sua compagna di appartamento che si divide in un triangolo tra Hein e Phil. Il cadavere di David presenta strane incisioni e un simbolo inquietante: una tripla "A" sulla caviglia.

Sconvolta dall'accaduto, Paula decide di indagare sulle circostanze che hanno portato alla morte di David. Nelle sale operatorie dell'università, infatti, c'è un gruppo di chirurghi che esegue esperimenti non proprio ortodossi usando gli studenti come cavie. Fanno parte dell'AAA, una società segreta di medici anti-ippocratici e ferventi darwinisti, nata nel Settecento e risorta durante il nazismo. La missione della loggia è sperimentare operazioni raccapriccianti su persone "indesiderate" ma non ancora morte. Ormai coinvolta in prima persona, Paula si ritrova immischiata in una catena di feroci delitti.

Il cast

La protagonista Paula è interpretata da Franka Potente, l'attrice e cantante tedesca (di evidenti origini italiane) lanciata da #Lola corre di Tom Tykwer. Potente è una delle pochissime europee che abbiano sfondato a Hollywood: è stata nel cast di numerose serie (#Taboo con Tom Hardy, il remake di The Bridge, #Copper con Tom Weston-Jones, i due episodi su Anne Frank di American Horror Story: Asylum, la sottovalutata #Claws) ed è diventata la Marie della saga di Bourne per #The Bourne Identity e #The Bourne Supremacy.

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Non contenta, l'attrice ha inciso quattro dischi (l'ultimo è Fly with Me del 2001), scritto altrettanti libri e realizzato il film Home, sorprendente esordio da regista in cui ha diretto Jake McLaughlin, Kathy Bates e Aisling Franciosi.

Nel resto del cast di Anatomy, spiccano altri volti noti del cinema e della televisione teutonica come Benno Fürmann (apprezzato in #Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia e #Speed Racer), Anna Loos (la #Helen Dorn della serie poliziesca di ZDF), Sebastian Blomberg (visto in #Tribes of Europa e #La banda Baader Meinhof) e Traugott Buhre, uno tra i più noti attori tedeschi scomparso nel 2009 all'età di 80 anni.

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Un primo piano di Franka Potente in una scena del film Anatomy
Franka Potente guida il cast di Anatomy

Il regista

Dietro Anatomy, che ha scritto e diretto, c'è Stefan Ruzowitzky, esperto regista austriaco lanciato a metà degli anni Novanta dalla commedia Tempo e dal curioso "western alpino" Die Siebtelbauern, premiato con il Tiger Award a Rotterdam.

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Ruzowitzky ha ottenuto un enorme successo (compreso un Oscar) con #Il falsario - Operazione Bernhard (ispirato al libro L'officina del diavolo di Adolf Burger: la storia vera di Salomon Smolianoff, il più abile falsario ebreo della Germania nazista assoldato dal Terzo Reich per produrre documenti, passaporti e milioni di sterline false per i servizi segreti) e con Maga Martina e il libro magico del Draghetto, il fantasy che ha adattato i fortunati libri per ragazzi di Knister.

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Negli ultimi tempi, Ruzowitzky ha alternato il genere puro (il thriller #Legami di sangue, il pulp noir #Cold Hell - Brucerai all'inferno, il profetico horror pandemico #Paziente zero) al cinema d'autore (#Narciso e Boccadoro dal romanzo di Hermann Hesse, il "thriller espressionista" Hinterland) e si è confrontato con la serialità: è tra i registi di #8 giorni alla fine e showrunner (e regista di quattro degli otto episodi) della seconda stagione di #Barbari.

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Le recensioni e l'accoglienza

Anatomy ha un record: è il film tedesco di genere che ha registrato i maggiori incassi di sempre. Nella stagione 2000-2001 arriva persino a battere Scream, facendo staccare più biglietti del terzo capitolo della saga di Wes Craven.

Tanto che nel 2003 Columbia Pictures Filmproduktion decide di produrre un sequel, Anatomy 2, con Franka Potente presente soltanto in un cameo e sostituita dalla coppia Barnaby Metschurat e Ariane Schnug.

Eppure, nonostante il successo di pubblico e la selezione prestigiosa alla Berlinale del 2001 nella sezione New German Films, Anatomy è stato accolto da recensioni tiepide in patria e all'estero. Al body horror di Stefan Ruzowitzky sono rimproverate la matrice televisiva, lo spunto non originale, gli effetti gore non così terrorizzanti. C'è voluto tempo per rivalutarlo. E un accademico esperto di horror (e paranoie) come Steffen Hantke.

Il saggista, professore di Cultura e letteratura americana e britannica alla Sogang University di Seoul, ha dedicato uno studio al film di Ruzowitzky, nel quale fornisce una rilettura intrigante di Anatomy. Dietro l'apparenza da "semplice" horror, si nasconde un'osservazione profonda sulla "nuova Germania", quella riunita nel nome della politica mercantilista e della deregolamentazione del mercato dopo il fallimento del 68er-Bewegung, il '68 tedesco.

Sotto la sua superficie democratica, e all'interno delle sue élite tecnocratiche, le stesse che promuovono il "sogno europeo" dell'Unione (la Festung Europa, com'era definita dalla propaganda hitleriana), permangono forti tracce del passato nazista. Dagli anni Trenta ai Duemila "non è cambiato molto – scrive Hantke – all'interno di un'istituzione scientifica che tiene d'occhio i margini di profitto e considera i pazienti principalmente come consumatori paganti di beni e servizi tecnologici". Una riflessione tutt'altro che banale.

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