"Madre Terra è stata depredata, privata della sua linfa vitale. Una profanazione che ha risvegliato lo Spirito maligno. Alla ricerca degli smarriti, dei fragili e dei corrotti... Prega che non desideri te". Nell'incipit di Antlers - Spirito insaziabile c'è già tutto il senso del film. Prodotto da Guillermo del Toro, l'horror di Scott Cooper usa la figura del Wendigo, la leggendaria creatura del folklore nativo, per fotografare gli Stati Uniti di oggi: il Grande Paese piegato dalla crisi, dove l'olocausto degli indiani d'America e lo stupro della Natura presentano il conto tra famiglie distrutte, violenza fisica e psicologica sui minori, le verdi vallate trasformate prima in miniere e poi in laboratori illegali di metanfetamina.
Basato sul racconto breve The Quiet Boy di Nick Antosca, pubblicato sul magazine Guernica, Antlers - Spirito insaziabile è il primo horror di Cooper e la sua prima incursione nei territori del Pacific Northwest. L'esordio Crazy Heart era ambientato nel Southwest, Il fuoco della vendetta sui monti Appalachi, Black Mass - L'ultimo gangster nelle "mean streets" di Boston e Hostiles - Ostili fra le alture delle Montagne Rocciose, lo spartiacque del Continental Divide. Lo sfondo di Antlers è la cittadina di Cispus Falls nell'Oregon centrale, dove pezzi di storia industriale americana si corrodono travolti dalla crisi finanziaria. Fabbriche come persone. Il finale lacerante del film lascia inoltre la porta aperta a un eventuale sequel. Scopriamolo insieme, e ovviamente occhio agli spoiler.
La trama del film
Julia Meadows (Keri Russell) è l'insegnante della scuola elementare di Cispus Falls. Dopo un lungo periodo passato in California per allontanarsi dagli abusi subìti dal padre, è tornata a vivere in Oregon con il fratello Paul (Jesse Plemons), lo sceriffo locale abbandonato alle angherie del genitore quando era più giovane.
Tra gli alunni di Julia c'è l'introverso Lucas (Jeremy T. Thomas), un bambino di 12 anni orfano di madre e figlio di Frank (Scott Haze), un tossico della zona che utilizza le miniere dismesse per fabbricare anfetamine. Lucas vive con Frank e il fratellino Aiden (Sawyer Jones) in una vecchia casa in apparenza abbandonata.
In realtà il ragazzino nasconde un terribile segreto che riesce a confessare soltanto attraverso i suoi disegni: il papà e il fratello sono stati aggrediti da una creatura minacciosa. Da quel giorno, Frank e Aiden sono rinchiusi sottochiave in una stanza dell'abitazione. Qualunque cosa accada, Lucas deve tenerli al sicuro lì dentro.
Chi è il Wendigo
Il leggendario Wendigo è un mito appartenente alle tradizioni di molte tribù di nativi americani della regione dei Grandi Laghi, specialmente Algonchine e Athabaska. È una sorta di cannibale metà umano e metà bestia ("antlers" sono proprio gli enormi palchi come quelli dei cervi) che si manifesta nelle tenebre: i suoi lamenti si ascoltano nella notte e nella foresta compie i suoi agguati per nutrirsi di carne umana. Può possedere gli umani e assumere la loro forma.
Il Wendigo incarna la fame e il consumo smodato, la terra devastata e la distruzione dello stato naturale delle cose. La sua mitologia è legata al freddo gelido dell'inverno, all'avidità e all'egoismo che sorgono quando il cibo scarseggia, agli atti mostruosi che le persone compiono quando sono sopraffatte dai loro appetiti. Nelle varie rappresentazioni è raffigurato con incisivi affilati e un cuore di ghiaccio.
Prima che August Derleth lo introducesse nei miti di Cthulhu con La cosa che camminava nel vento e che Stephen King lo citasse nel suo Pet Sematary, uno dei più celebri racconti dedicati al Wendigo è stato racchiuso dal maestro britannico Algernon Blackwood nell'antologia Il Wendigo e altre storie.
Chi è il Wendigo di Antlers lo spiega il personaggio di Warren Stokes, l'ex sceriffo nativo interpretato da Graham Greene, lo storico Uccello scalciante di Balla coi lupi. La creatura antropofaga di Cispus Falls è "una malvagità diabolica che divora l'umanità" e porta con sé un potente simbolismo.
Secondo la leggenda, in un inverno glaciale la fame spinse un cacciatore smarrito al cannibalismo. Dopo che mangiò carne umana, il cacciatore impazzì e si trasformò in uno spirito amorfo che poteva prendere forme diverse e vagava nel bosco in cerca di vittime. Ma il suo appetito non era mai soddisfatto.
Per i bianchi occidentali, discendenti dei coloni europei, il Wendigo è soltanto un mito. Per i nativi delle First Nations, questo mutaforma è un chiaro ammonimento. I Wendigo sono inafferrabili e soffrono sempre la fame, ma nutrirsi li rende soltanto più affamati e più deboli.
Chi è così sfortunato da incontrarne uno, come i malcapitati Frank e Aiden, fa una brutta fine. Il Wendigo si può uccidere solo quando è in uno stato di profonda fragilità, estirpando il suo cuore pulsante e costringendolo così a cercare un altro ospite.
I nostri spiriti ancestrali non sono mai morti. Erano qui molto prima di noi e saranno qui dopo che ce ne saremo andati. Ma ora sono arrabbiati.
Cooper ha rivelato in un'intervista al sito CBR di essersi avvalso della collaborazione della professoressa Grace Dillon, docente nativa alla Portland State University, appassionata di fantastico, teorica dell'Indigenous Futurism e massima autorità statunitense sul Wendigo e le sue storie.
Per i nativi americani, il Wendigo si traduce essenzialmente nell'avidità e nell'oscurità che si annida all'interno degli esseri umani. Lo spirito divorante è un riferimento a come la colonizzazione delle terre indigene abbia consumato e distrutto le Grandi Pianure, prendendo senza mai restituire.
Il Wendigo ha consumato Frank perché ha violato la miniera, ignorando i sigilli posti come avvertimento per chiunque fosse entrato. Lo spirito cannibale si nutre dell'odio, dell'energia negativa e del disprezzo che gli umani hanno per i propri simili e per l'ambiente che li circonda.
Dillon ha spiegato al regista che questa creatura "assume molte forme diverse, ma prima di tutto è uno spirito. È uno spirito di devastazione e decadimento: lo spirito di dipendenza".
È lo spirito del nostro saccheggio delle risorse naturali. Tutti i beni degli indiani d'America furono depredati dai coloni europei, che costrinsero i nativi al cannibalismo. Da ciò è nato il Wendigo. Il Wendigo è il dolore e la miseria che vive in tutti i nativi. Alla fine, riesce a fuggire, ma non puoi mai sfuggirgli.
Il finale e la spiegazione
Julia ha deciso di aiutare Lucas in ogni modo possibile. Gli ricorda troppo da vicino i traumi e l'infanzia violenta che ha vissuto sulla sua pelle quando aveva la sua stessa età. Frank e Aiden sono infetti e Lucas cerca di procurare loro da mangiare, illudendosi che il padre lo avrebbe finalmente amato e di poter vivere felici come una famiglia "deformata", ma quando la forma completa del Wendigo emerge dal corpo di Frank è impossibile tornare indietro.
Dopo essersi cibato della preside Ellen (Amy Madigan) e del poliziotto Dan (Rory Cochrane), il Wendigo "incorna" anche Paul, accorso nel capannone di casa Weaver per affrontarlo. Nonostante le ferite riportate nello scontro, lo sceriffo è pronto ad accompagnare la sorella alla miniera per salvare Lucas dalla sua famiglia. Quel tunnel segreto, usato per "cucinare" le metanfetamine, era il luogo in cui i nativi avevano deposto magici incantesimi per intrappolare l'entità. L'estrazione mineraria e lo spaccio di droga hanno danneggiato la terra liberando lo spirito.
Nella miniera Julia trova la bestia che sta banchettando con un orso. I colpi di pistola non servono ad eliminare il Wendigo: è Lucas ad ucciderlo pugnalandolo alle spalle e permettendo così a Julia di estrarre il suo cuore infuocato. Rimane il piccolo Aiden, che purtroppo comincia subito a ringhiare, iniziando la mutazione proprio come successo al genitore.
Nonostante Lucas sia ancora convinto che Aiden manterrà intatta la sua innocente umanità, nell'oscurità della grotta a Julia non resta altro da fare che utilizzare il coltello con il bambino posseduto prima che cominci la trasformazione. Julia e Paul sono ammaccati e malconci, ma possono ricomporre una parvenza di famiglia con il sopravvissuto Lucas.
Ci sarà un sequel?
Nell'ultima sequenza di Antlers, i tre superstiti sono al lago, sperando davvero in un nuovo inizio, insieme. Lucas sta giocando tra le acque, mentre Julia e Paul si interrogano sul loro futuro insieme al bambino. Una frase dello sceriffo è particolarmente significativa.
È come vivere con un cucciolo di tigre. Tu sai in cosa si trasformerà. Pensi che potresti uccidere qualcosa che ami?
Pure Lucas è infatto come suo padre e suo fratello? In effetti sembra che il ragazzino si stia nutrendo dei pesci crudi del lago. Inoltre ha una macchia – pare di terra o di sangue raggrumato – sotto al labbro, che Julia prontamente gli pulisce.
Quando Julia e Lucas si allontanano tenendosi per mano, è evidente che in Paul c'è qualcosa che non va. Ha graffi sul volto e un braccio fasciato, segni del confronto diretto col Wendigo.
Ma dopo alcuni colpi di tosse, lo sceriffo sputa sangue nero e perde dagli occhi una strana sostanza catramosa, simile al suolo. Sono gli stessi sintomi di Frank: anche Paul è stato infettato e si trasformerà presto in un Wendigo. È lui il suo nuovo ospite.
Il finale straziante del film apre alla possibilità di un sequel: Julia potrebbe essere costretta a contrastare suo fratello e Lucas e a cercare di ucciderli come ha fatto con Frank e Aiden. Paul potrebbe essere il "paziente zero" che diffonde il "virus Wendigo" nel mondo globalizzato e pandemico di oggi. Sarebbe una rilettura del mito decisamente più spaventosa di quella offerta da Sweet Tooth. Ma non solo.
Il racconto del vecchio sceriffo Warren sulle origini del Wendigo fa cenno alla vicenda del primo cacciatore cannibale, impazzito e diventato uno spirito mutaforma in cerca di prede. Un prequel potrebbe approfondire questo retroscena: come e perché quell'uomo è tramutato, quali sono state le sue prime vittime e quante altre persone prima di Frank sono state segretamente infettate nel corso degli anni per i loro "peccati". Insomma, la carne al fuoco è tanta e questa storia ha parecchio potenziale, soprattutto per fornire una corretta rappresentazione della mitologia indigena e una chiara presa di coscienza sulla tragedia vissuta dai nativi.
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