Il bacon è una pianta e altre follie americane

Autore: Francesca Musolino ,
Attualità
3' 38''
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Un nota citazione del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach recita "siamo quello che mangiamo" per indicare che è importante conoscere il cibo consumato al fine di avere una sana alimentazione. Ma cosa accade invece quando non si hanno informazioni corrette al riguardo?

Si crea inevitabilmente una grande confusione, come ha dimostrato uno studio condotto da Journal of Environmental Psychology su un campione di bambini di età compresa tra i 4 e i 7 anni. I quali per una buona percentuale, non sono stati in grado di identificare la corretta provenienza di alcuni alimenti consumati regolarmente.

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Lo studio in questione ha incluso in totale 176 bambini residenti nella zona sudorientale degli Stati Uniti e suddivisi oltre che per età, anche per sesso, etnia e stato sociale. La natura di questo studio è servita a capire quale sia il livello di informazione ricevuta dai bambini a partire della tenera età, riguardo alla provenienza del cibo consumato. Un tipo istruzione che se instillata nel modo giusto, può fare la differenza in merito ai problemi ambientali responsabilizzando gli esseri umani fin da piccoli.

I risultati dello studio sull'alimentazione corretta

I risultati dello studio condotto da Journal of Environmental Psychology sono stati tutt'altro che incoraggianti, in quanto i bambini hanno fornito molte risposte errate sulla maggior parte degli alimenti mostrati in fase di test. Lo scopo dei bambini è stato quello di inserire nel corretto contenitore il tipo di cibo raffigurato sopra ad alcune immagini stampate. Ovvero i prodotti di origine animale dovevano essere posizionati all'interno di una scatola adornata con una pelliccia sintetica, mentre i prodotti di origine vegetale dentro una scatola ricoperta da feltro verde e foglie.

In conclusione almeno il 30% dei bambini ha sbagliato a classificare tutti i prodotti di origine animale eccetto il latte. Molti bambini infatti credono che alimenti a base di carne come bacon, hamburger, hot dog e pollo provengano dalle piante. Viceversa ben il 47% dei soggetti testati ritiene invece che le patatine fritte siano di origine animale

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Secondo lo studio di Journal of Environmental Psychology, la scarsa o errata informazione evidenziata nella percentuale di bambini sottoposti al test sull'alimentazione dipende dai genitori. Come viene ampiamente documentato dal report di riferimento sui risultati dello studio, ci sono molteplici motivi che portano i genitori a non fornire le corrette informazioni ai propri figli. In alcuni casi si tratta di mancanza di dialogo sull'argomento, mentre in altri riguarda una vera e propria omissione.

A volte gli adulti preferiscono non rivelare i dettagli ai più piccoli per non traumatizzarli, per esempio su come vengono prodotti la carne e altri derivati animali. Questo porta quindi alcuni bambini a credere che anche bistecche e simili vengono prodotti in modo autonomo dagli animali, anziché essere ottenuti dalla loro macellazione. In altri casi avviene invece che per convincere i propri figli a mangiare alimenti non particolarmente a loro graditi, i genitori devono mentire a fin di bene. Magari "camuffando" determinati alimenti dentro un passato di verdure che non ne rivelano così la vera forma o consistenza, ma che danno però al bambino un'idea sbagliata al riguardo.

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L'importanza di una corretta informazione

Non è ormai un segreto per nessuno che l'eccessivo consumo di carne e gli allevamenti intensivi di bestiame hanno un notevole impatto sull'emissione dei gas serra, nonché una delle principali cause dei gravi cambiamenti climatici. Quella di prediligere quindi una dieta prettamente vegetale o ridurre al minimo il consumo di carne dovrebbe essere una scelta accessibile a tutti, in modo che ognuno possa fare le proprie valutazioni e decidere in autonomia di contribuire nel suo piccolo alla salvezza del pianeta.

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Il report fornito da Journal of Environmental Psychology dimostra che un'errata visuale del problema da parte dei bambini impedisce di formare correttamente le generazioni future. Al contrario invece, sempre secondo quanto sostiene lo studio effettuato, propri i più piccoli vengono definiti come "agenti di protezione ambientale". Perché se i bambini vengono educati e cresciuti con la piena consapevolezza di ciò che accade nel nostro mondo, possono rappresentare una grande maggioranza di esseri umani utili a fare la differenza, preferendo fin da subito un'alimentazione vegetale. Un cambiamento che però non potrà mai avvenire finché i bambini continueranno a credere che il bacon e gli hamburger crescono sugli alberi.

Crediti immagine di copertina di questo articolo via 123RF

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