Chi ricorda Dirty Dancing? Beh, se siete cresciuti negli anni '80 non potete non ricordare uno dei film cult più amati di sempre. Nel 2024, a distanza di ben 37 anni dall'uscita del film originale, la casa di produzione Lionsgate porterà nei cinema il secondo capitolo ufficiale della storia di Frances "Baby" Houseman, che sarà ancora una volta interpretata da Jennifer Gray. Il sequel si concentrerà su di lei e sarà nelle sale americane dal 9 febbraio 2024. La regia di questo sequel, ancora senza un titolo ufficiale, è stata affidata a Jonathan Levine, che ha dichiarato:
La cosa più importante per noi è stata avere Jennifer a bordo. È una collaboratrice preziosa. Cercheremo di coinvolgere il maggior numero possibile di persone dell'originale. Vogliamo essere rispettosi in ogni modo.
Nel cast però non ci sarà il personaggio di Johnny Castle, poiché la produzione non vuole fare un recasting, dato che purtroppo Patrick Swayze è morto il 14 settembre 2009.
La trama di Dirty Dancing 2 si svolgerà, come nel primo film, al resort Kellerman per una storia estiva. La storia non prenderà in considerazione il remake/sequel del 2004 dal titolo Dirty Dancing 2.
Il film del 1987 è ambientato nell'estate del 1963, in un periodo in cui era proibito ai giovani scatenarsi con la musica. Dirty Dancing - Balli proibiti è stato un film molto innovativo e allo stesso tempo controverso, che ha trattato temi importanti e taboo per l'epoca come l'aborto. La storia principale è di stampo romantico: una giovane ragazza giunta in questo magnifico resort insieme ai suoi genitori si fa travolgere dalla passione per il ballo e incontra il più grande Johnny Castle (interpretato da Patrick Swayze). I due pian piano si innamorano e partecipano insieme alla gara di ballo finale. Il film è un crescendo di emozioni e ha una colonna sonora indimenticabile.
Chi non avesse visto Dirty Dancing - Balli proibiti, può recuperarlo in streaming su Netflix. Nella vasta biblioteca del servizio americano c'è anche un documentario sulla realizzazione del film, che vale assolutamente la pena guardare, lo si trova come primo episodio della prima stagione della serie di documentari I film della nostra infanzia.
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