Cosa si prova a essere l'unica persona in famiglia normale, senza poteri magici? Lo vive sulla sua pelle Mirabel, la protagonista del sessantesimo classico d'animazione del canone Disney, Encanto. Ambientato tra le montagne della Colombia, introdotto da un antefatto dal chiaro riferimento politico, Encanto è un film allegro e canterino come nella tradizione Disney, ma con un'iniezione più agrodolce del solito, che guarda ben più in là del classico pubblico delle famiglie e dei più piccoli.
L'impressione è che stavolta Disney si sia voluta misurare nel territorio proprio di Pixar, sua costola d'animazione a cui di solito è deputata la realizzazione di pellicole più complesse e ardite per tematiche e portata. Seppur senza perdersi per strada i più piccoli, Encanto parla chiaramente anche agli adulti, soprattutto ai più giovani, alle prese da poco tempo con la pressione sociale e lavorativa.
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Non è un caso dunque che la protagonista, Mirabel, sia un ragazza ben più che adolescente alle prese con le aspettative della sua abuela e del resto del parentado, spostate da lei ai cugini più piccoli o alle sorelle più grandi. Anche Isabela e Luisa, le sorelle maggiori di Mirabel, conquistano uno spazio (e una canzone dedicata) nel film proprio per raccontare le pressioni che più o meno consapevolmente la famiglia e la società hanno piazzato sulle loro spalle. Il risultato è un film non sempre equilibrato, ma ricco di sfumature intense e malinconiche.
La trama di Encanto
Mirabel fa parte della famiglia Madrigal, il punto di riferimento di un villaggio colombiano nascosto tra le montagne. Anni prima la sua abuela Alma Madrigal perse il marito durante la fuga dalle violenze del villaggio d'origine, rimanendo sola con i tre figli piccoli. Proprio allora comparve una candela magica che la famiglia custodisce da tre generazioni e che salvò Alma e la sua gente.
La candela dà vita a casa Madrigal (che interagisce con i suoi abitanti) e dona un potere speciale a ogni componente. Il potere di Isabela, Luisa e degli altri componenti della famiglia sembra in qualche modo legato al carattere di chi lo possiede, acuendone alcuni tratti distintivi. Quando Mirabel era ragazzina si è tenuta la cerimonia per ottenere un potere, ma qualcosa è andato storto: lei è l'unica Madrigal senza poteri magici. Anche se tutti la trattano con affetto, questo fatto incide sui suoi rapporti con la famiglia e in particolare con la nonna.
Eppure sarà proprio Mirabel, acuta e non oppressa dal peso che un potere magico comporta, a vedere le crepe che si stanno aprendo nella sua famiglia, capendo che qualcosa sta mettendo in pericolo la sua solidità e la sua magica.
Encanto, cosa funziona e cosa no nel film Disney
In parecchi hanno rilevato come il film diretto dal trio Byron Howard, Jared Bush e Charise Castro Smith lasci ampie zone d'ombra all'interno del suo racconto, compreso il finale vero e proprio della pellicola. Alcuni li hanno bollati come buchi di trama; personalmente invece ho trovato stimolante un film così in controtendenza, che non sente l'urgenza di spiegare e spiegarsi continuamente, lasciando ampi margini d'interpretazione allo spettatore.
D'altronde siamo nel campo della magia e il punto del film è proprio il fatto che i doni della candela vadano interpretati oltre le apparenze e non sempre siano così positivi. Essendone sprovvista Mirabel vede più di altri quanto questi carichino di aspettative i membri della famiglia che li hanno ricevuti. Non ci vuole grande sensibilità per vedere in Encanto un racconto sulla pressione che lo società attuale mette sui suoi membri per apparire al meglio e avere performance lavorative e personali sempre al massimo.
Disney
È proprio questa prospettiva a renderlo un film che guarda chiaramente alla generazione dei Millenials, a quella X e forse anche quella Z: ampie fasce di spettatori che forse una famiglia non sono ancora riusciti a farsela e che magari faticano a comunicare alla propria sentimenti e aspirazioni lontani da ciò che ci si aspetta da loro, insieme a nuove sensibilità che il film cerca d'incapsulare. Sotto questo punto di vista il film è piuttosto furbo, inserendo tutta una serie di elementi cool per questa fascia d'età: cactus, unicorni, glitter e capibara sono quasi totem nel mondo social di queste generazioni e, chissà come, diventano simboli anche nel film.
Canzoni come Under the Surface sembrano un riassunto di quel fenomeno denominato burn out che tanto ha dominato la conversazione durante e dopo il lockdown. Nonostante questo sforzo narrativo e tematiche forti per la media del canone Disney - con tanto di nemmeno troppo velato riferimento a quanto succede al confine tra Stati Uniti e Messico - non c'è lo slancio e la scioltezza che Pixar dimostra di avere sul medesimo terreno.
Data l'ambientazione latina, difficile non fare uno confronto con Coco, che chi scrive non ha molto amato. Tuttavia è indubbio che il film Pixar batte quello Disney su tutta la linea tecnica: le animazioni di Encanto e il character design dei Madrigal sono gradevoli e vivaci, ma incapaci del grandeur registico e della visione abbagliante che Coco ha saputo donare nelle sue scene più riuscite.
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