Gli enigmi di Sherlock Holmes affascinano i lettori (e poi il pubblico) sin da quando – nell’oramai lontano 1887 – il geniale investigatore esordì nell’opera di Arthur Conan Doyle intitolata Uno studio in rosso. Il personaggio è stato un vero e proprio punto di riferimento per molti autori. Tra il 2006 e il 2010, Nancy Springer pubblicò una serie letteraria dedicata a Enola Holmes, la sorella minore di Sherlock dotata del suo stesso talento. Un personaggio straordinariamente astuto, che offre anche ai più giovani l’opportunità di avvicinarsi ai gialli. Il suo adattamento cinematografico arriverà il 23 settembre 2020 su Netflix. Si tratta di un film che esplora le potenzialità di questo personaggio, senza però spiccare realmente il volo.
Il caso del marchese scomparso. Enola Holmes: 1
Il caso del marchese scomparso. Enola Holmes: 1La sorella minore di Sherlock Holmes
Ambientato nell’800, il lungometraggio racconta l’avventura della giovane Enola (Millie Bobby Brown). L’astuta ragazzina – di appena 16 anni – è cresciuta insieme a Eudoria (Helena Bonham Carter), sua madre, e sottolinea più volte, con un pizzico di orgoglio, che l’anagramma del suo nome è “Alone” (“Sola”). In un’epoca fondata sull’apparenza, in cui tutti devono rispettare delle assurde linee guida dettate dalla stessa società, la ragazza viene educata in modo diverso: studia i grandi filosofi, pratica sport, combatte e non ama vestirsi come una “lady”.
La madre diventa, in questo contesto, la sua migliore amica. Un giorno, Eudoria svanisce nel nulla e i fratelli Mycroft (Sam Claflin) e Sherlock (Henry Cavill) – che si trovavano a Londra – decidono di raggiungere la sorella. Mycroft cerca di trasformare Enola in una vera e propria lady britannica, ma la ragazza – con uno spirito libero – decide di fuggire per trovare la madre scomparsa.
Durante il viaggio, incontra Lord Tewksbury (Louis Partridge), che è minacciato da un misterioso uomo (Burn Gorman). A questo punto, i misteri che Enola dovrà risolvere diventano due, anche se la storia non diventa assolutamente confusa. Lo sceneggiatore Jack Thorne ha scritto un racconto vivace, piacevole e scorrevole.
Il mistero che la giovane detective cerca di risolvere non è però così intrigante e diversi eventi – a esclusione di alcuni colpi di scena finali – sono alquanto scontati. Eppure, la prevedibilità nei racconti in cui agiscono i membri della famiglia Holmes non dovrebbe assolutamente esistere. Questa particolarità non consente a Enola Holmes di esprimere appieno il suo potenziale.
Enola Holmes, una ribelle in una società in cambiamento
La giovanissima Millie Bobby Brown, che in questo film presta il volto a Enola, sta uscendo dall’ombra di Eleven, il personaggio di #Stranger Things, dimostrando la propria versatilità. Ciò che più convince di Enola Holmes è proprio l’interpretazione di Brown, che dimostra ancora una volta di sentirsi a proprio agio davanti alla macchina da presa. L’attrice contribuisce a definire la ricchezza e la complessità della personalità del personaggio. Le emozioni di Enola sono telegrafate con estrema precisione grazie al linguaggio del corpo e alle espressioni, spesso esagerate.
Il regista, Harry Bradbeer, ha deciso di rompere la quarta parete, rendendo lo spettatore quasi un amico e un compagno di viaggio della coraggiosa protagonista. Quando ad esempio finge di essere morta annegata, rivela allo spettatore che si tratta di una strategia facendogli l’occhiolino. Sin dai primi minuti, Enola parla tranquillamente con il pubblico, ma il racconto sembra quasi un dialogo interiore, una profonda riflessione personale.
Enola è coinvolgente, con una forte personalità e in cerca della propria indipendenza. Non vuole assecondare una società ancora troppo oppressiva e decide di vivere la propria vita come meglio crede, non diventando l’ombra sbiadita di Mycroft e Sherlock. Alla regia è stato scelto Harry Bradbeer, che ha già diretto un prodotto con una donna ribelle (ovvero #Fleabag).
“Non voglio un marito”, pronuncia Enola con convinzione davanti ai fratelli. Anche l’incontro con Lord Tewksbury non dirotta il film verso una strada prettamente sentimentale: il rapporto tra i due, che diventa sempre più tenero, rappresenta solo una cornice in un quadro senz’altro più variopinto.
Un’avventura per tutti
Enola Holmes è un “vero” film per famiglie: sia gli adulti che i bambini rimarranno probabilmente divertiti davanti alle avventure della giovane detective. Lo sceneggiatore Jack Thorne sceglie un linguaggio fresco e non infantile, per una storia che è semplicemente adatta a tutti. Non mancano scene d’azione, come la corsa in treno e una frenetica lotta, e alcune didascalie giocose.
Una buona partenza
Mycroft (Sam Claflin) e Sherlock (interpretato da un sicuro e sorridente Henry Cavill) Holmes sono nell’opera due personaggi che non spiccano molto, quasi due chitarre elettriche senza amplificatore durante un concerto. Essendo un film dedicato a una protagonista molto interessante e carismatica come Enola, è comprensibile che essi vengano messi un attimo da parte, ma sarebbe stato sicuramente il caso di sfruttare maggiormente i fratelli maggiori, che qui sembrano essere solo due illustri gentiluomini inglesi.
La figura di Sherlock Holmes qui rappresentata è forse ispirata agli ultimi racconti scritti dall’autore inglese, quando il detective fece emergere la propria umanità mettendo da parte la razionalità.
La madre è un personaggio indipendente e coraggiosamente femminista, che diventa un punto di riferimento per la protagonista. Enola spesso ricorda le parole pronunciate dal genitore e i suoi insegnamenti. La storia di Eudoria – incluso il suo piano – non è stata sviluppata molto, rimanendo solo un abbozzo di quello che il personaggio in effetti avrebbe potuto essere.
Il pubblico, che viene accompagnato in questo viaggio da Enola, non ha molti indizi che lo avrebbero altresì esortato a risolvere il caso. L’Inghilterra dell’800 è stata replicata molto bene, a esclusione di alcune esagerazioni. Londra appare come una fiorente e viva città in continuo sviluppo. Gli appassionati dei racconti scritti da Arthur Conan Doyle troveranno alcuni riferimenti all’opera originale, come l'Ispettore G. Lestrade (Adeel Akhtar).
Enola Homes è un film con una storia ben scritta e con una straordinaria protagonista. Sono presenti alcune lacune che il regista e lo sceneggiatore avrebbero potuto risolvere, ma non mi stupirei se questo possa diventare l’inizio di una saga targata Netflix dedicata alla detective, considerando anche che il materiale prodotto da Nancy Springer è numeroso.
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