Al giorno d'oggi creare un prodotto originale è difficilissimo, quasi impossibile. Dare vita a qualcosa di derivato ma che funziona è invece più semplice e, alle volte, questa scelta può pure risultare vincente, generando nuovi punti di partenza (in campo cinematografico, nello specifico, nuovi generi o filoni narrativi).
Aggiunto da qualche giorno al catalogo di Amazon Prime Video, Guns Akimbo segue quest'ultima via, riuscendo nell'intento di intrattenere il pubblico senza però lasciare davvero il segno. Il secondo lungometraggio diretto da Jason Lei Howden, regista con un passato da addetto agli effetti speciali di film come Wolverine e Lo Hobbit, è infatti un concentrato di elementi, situazioni e citazioni presi di peso dalla cultura pop degli ultimi vent'anni, mixati in maniera sì soddisfacente ma priva di qualsivoglia spunto innovativo.
Un passatempo molto pericoloso
La pellicola segue le vicende di Miles (Daniel Radcliffe), giovane e insicuro sviluppatore di videogiochi che incarna alla perfezione lo stereotipo del nerd, con tanto di ex fidanzata carina con cui cerca inutilmente di tornare insieme e datori di lavoro che lo fanno sentire più inadeguato di quanto già non si senta da solo. La sua unica via di fuga dalla vita reale è internet, il web, luogo dove da libero sfogo alle sue frustrazioni schernendo bulli su forum e social network.
È proprio durante l'ennesima sessione di trolling online che Miles fa il passo più lungo della gamba, entrando nella chatroom di Skizm - un gioco in live streaming in cui i concorrenti, per vincere, devono uccidersi a vicenda – e sfidando Riktor (Ned Dennehy), lo psicopatico che lo gestisce. Se i leoni da tastiera a cui il giovane programmatore è abituato ruggiscono ma non mordono, quest'ultimo non ha nessuna paura di passare alle parole ai fatti.
Così, dopo una visita di cortesia da parte di Riktor e dei suoi sicari, Miles si ritrova suo malgrado costretto a diventare il nuovo partecipante di Skizm, con due pistole saldate sulle mani e una pazza armata fino ai denti pronta a dargli la caccia.
Una folle, frenetica occasione mancata
Il film pone le sue fondamenta su concetti quali la violenza in diretta e la dualità vita vera/realtà virtuale, tematiche decisamente attuali e più volte trasposte sul grande schermo negli ultimi anni – pensiamo a pellicole come Nerve del 2016 o Ready Player One del 2018 - che Guns Akimbo affronta scegliendo la strada ultrapop dell'azione frenetica, dei dialoghi sopra le righe e dell'estetica da videoclip musicale.
Bastano poche scene per capire che, quando dirige, Jason Lei Howden guarda al cinema di Guy Ritchie, di Edgar Wright, di Zack Snyder, di Matthew Vaughn. Tutti autori iscrivibili tra le fila dei post-tarantiniani, dotati di una precisa e riconoscibile identità che invece manca a Howden, che si limita a portare sullo schermo un prodotto tanto folle e stravagante quanto facilmente dimenticabile.
Una critica più che legittima visto la palese volontà, suggerita dai momenti finali del film, di rendere Guns Akimbo un franchise o una saga, inseguendo quanto fatto recentemente da successi come John Wick e Secret Service.
E qui entriamo nell'altro grosso problema che affligge il lungometraggio: la scrittura. Se come abbiamo detto l'idea alla base di Guns Akimbo non è per nulla originale ma non per questo meno interessante, la sceneggiatura fa qualsiasi cosa in suo possesso per rendere personaggi e situazioni piatti e stereotipati. Esempi lampanti sono la caratterizzazione dell'assassina Nix (Samara Weaving), ritratta come la versione povera dell'Harley Quinn di Margot Robbie, o gag tristissime come quella dell'hot dog, che non si sa bene quale tipo di pubblico dovrebbero far ridere.
Purtroppo è proprio questo l'elemento che più di tutti dona una valenza negativa a un film che, in altre penne, avrebbe davvero potuto dare vita a un nuovo fenomeno di culto. Nonostante una regia non particolarmente ispirata ma neanche malvagia, lo spunto narrativo e il cast raggruppato sono infatti i veri – e unici – punti forti di Guns Akimbo. Il lavoro svolto dalla Weaving e da Radcliffe, sempre più bravo a giocare con ruoli stravaganti ed esagerati pur di scollarsi di dosso l'ombra di Harry Potter, è encomiabile, e sinceramente mette un po' di tristezza vedere tutto questo potenziale espressivo sprecato in una pellicola del genere.
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Se siete amanti dei videogiochi e degli action frenetici, sanguinolenti ed esagerati potreste anche trovare Guns Akimbo un prodotto godibile, capace di intrattenervi piacevolmente lungo tutti i suoi novantacinque minuti. Scavando più a fondo, però, non ci si può non dispiacere per trovarsi di fronte a una grande occasione sprecata.
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