Fame, vertigini e claustrofobia: il cast di Il Buco racconta le scene più impegnative da girare del film Netflix

Autore: Elisa Giudici ,

Se durante la visione di Il Buco avete pensato che fosse un film difficile da digerire per le sue scene violente e il suo duro messaggio contro le storture del capitalismo moderno, sappiate che anche gli attori sul set hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Gli interpreti di Gorent, Trimagasi, Miharu e gli altri abitanti della Torre si sono trovati a fronteggiare scene piuttosto impegnative da girare. L'esordio registico dello spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia è infatti un film indie per produzione, ma non certo per ambizione. 

Forse è questo il segreto del suo successo: con un set ricostruito meticolosamente e una sceneggiatura desiderosa di raccontare la sua storia fino ad estreme conseguenze. Il buco ha saputo colpire gli spettatori e stimolare il dibattito online attorno ai suoi temi e al suo ambiguo finale

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Nel video pubblicato da Netflix sono gli stessi protagonisti del film a raccontare la loro esperienza sul set e a svelare il dietro le quinte della sua lavorazione. Abbiamo nascosto i passaggi più spoiler per non rovinare la sorpresa a quanti non hanno ancora visto il film, ma in ogni caso per vedere il video e leggere i commenti del cast è consigliabile aver già visto la pellicola. Altrimenti potete dare un'occhiata alla recensione dedicata, priva di anticipazioni.

Ivan Massagué ha davvero sofferto la fame 

Il protagonista dall'aspetto donchisciottesco Goreng è interpretato dall'attore spagnolo Ivan Massagué. Il 44enne di Barcellona è sconosciuto agli spettatori italiani o quasi: chi ha buona memoria riuscirà forse a ricordarlo nel ruolo di El Tarta né Il Labirinto del Fauno, il film del 2006 che rese celebre a livello internazionale il regista Guillermo Del Toro.

Massangué ha continuato a lavoro al cinema e in TV allora, fino a incappare né Il buco, un horror spagnolo a basso budget che, grazie ai numerosi passaggi festivalieri e alla distribuzione internazionale su Netflix, l'ha trasformato in una celebrità. L'interprete ha raccontato l'esperienza particolare del set: 

È stato divertente ma molto, molto faticoso. Ho davvero sofferto la fame, ma per fortuna abbiamo girato in ordine cronologico. 

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Girando Il buco scena dopo scena, così come raccontato, l'attore ha avuto più tempo per perdere gradualmente il peso necessario a rendere realistica la sua permanenza ai piani bassi della Torre dove è ambientata la vicenda. Un altro passaggio non facile è stato quello del secondo risveglio nel Buco. 

Netflix
Un primo piano di Goreng
Ivan Massagué ha davvero sofferto la fame sul set

Show hidden content Nei giorni in cui sono state girate le scene in cui Trimagasi minaccia Goreng di mangiarlo a poco a poco per sopravvivere per l'intero mese, Massagué è rimasto per ore e ore legato al suo letto, con legacci che lo immobilizzavano per davvero. Un'esperienza di certo non confortevole, che ha reso più impegnativa per lui quella parte del film. 

Zorion Eguileor ha sofferto (un po') di claustrofobia

Schermo verde ed effetti speciali? Non proprio. L'attore che interpreta Trimagasi ha spiegato che il set ricostruiva in piccolo la struttura della Torre vista nel film e, per raggiungere ogni giorno il piano delle riprese, si usavano scale meccaniche. Essendo ricostruito nel dettaglio come dimensioni e luci, ogni piano poteva risultare parecchio claustrofobico nel caso di scene particolamente complesse o impegnative. 

Netflix
Trimagasi legge un libro brandendo il suo coltello
L'attore che interpreta Trimagasi ha spiegato che gli attori usavano un autoscala per raggiungere i piani alti del set

Per fortuna, ha aggiunto l'attore, la presenza costante della troupe sul set ha alleggerito un po' la tensione dei passaggi più difficili e impegnativi da girare. 

La Torre ha dato le vertigini a Antonia San Juan

Show hidden content Imoguiri ha la fortuna di entrare nel buco dal piano numero 6, circostanza che si è rilevata particolarmente difficile per la sua interprete Antonia San Juan. L'attrice - che interpretava Agrado nel capolavoro di Pedro Almodóvar Tutto su mia madre - è stata ripresa più volte sul set dal regista nelle scene in cui doveva tentare di convincere gli abitanti dei piani inferiori a mangiare solo lo stretto necessario. 

Quando guardavo sotto mi tiravo indietro e il regista allora mi diceva: "Non sei nell'inquadratura, fatti un po' più avanti!". 

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Insomma, la struttura apparentemente semplice del Buco, ricostruita in scala abbastanza realistica sul set del film di Galder Gaztelu-Urrutia, ha messo alla prova più di un interprete. 

Alexandra Masangkay ha dovuto imparare a maneggiare il coltello

il regista Galder Gaztelu-Urrutia con Il buco ha fatto il suo esordio nel mondo del lungometraggio, ma con i suoi attori ha saputo dimostrarsi da subito molto preciso ed esigente, presentando una visione chiara del film e di cosa dovesse succedere scena dopo scena agli interpreti. Ne sa qualcosa Alexandra Masangkay, che nella pellicola interpreta la sanguinaria Miharu.

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Show hidden content L'attrice ha raccontato di aver dovuto lavorare moltissimo per riuscire ad uccidere gli altri inquilini della Torre, con coltelli o altre armi da taglio, esattamente come immaginato dal regista. Aveva immaginato dei movimenti molto precisi e ho dovuto lavorare molto per riuscire a riprodurli come voleva, ha rivelato l'attrice.

Il buco Il buco In una prigione dove i detenuti dei piani superiori mangiano meglio di quelli sottostanti, un uomo si adopera perché le cose cambino e tutti ricevano cibo a sufficienza. Apri scheda

Per Emilio Buale Il Buco è un film sulla solidarietà umana

Show hidden content L'attore ha qualcosa in comune con Baharat, il gigante buono che durante la sua permanenza nel Buco tenta la scalata fino alla cima, per sovvertirne le regole e farne cadere la gerarchia.

Secondo lui infatti Il Buco è un film che vuole richiamare lo spettatore al senso di solidarietà umana, a ritrovare una vera vita di comunità in cui ci si aiuta reciprocamente in un momento storico che fa tutt'altro: 

Nel XXI secolo tutti pensano solo ed esclusivamente a sé stessi. 

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