Sorvolando sulla questione budget, si può affermare con scarso margine di errore che anno dopo anno gli effetti visivi dei cinecomic del Marvel Cinematic Universe tendono a essere perfezionati per rendere l'esperienza di visione ancora più immersiva e godibile. Quello che si vede sul grande schermo prima e in streaming poi, deve sembrare - per quanto possibile - "reale".
Dietro questi risultati straordinari ci sono team specializzati nei VFX (Visual Effects), ma com'è lavorare con Marvel Studios? Ebbene, come riporta The Gamer, stando alle testimonianze di alcune persone che hanno contribuito alla realizzazione degli effetti visivi dei film con Iron Man & co., questa esperienza lavorativa è tutt'altro che distesa. In particolare, si parla di forte stress e addirittura di veri e propri esaurimenti nervosi, di breakdown.
La testimonianza
Su Twitter - lo stesso social network utilizzato da Jameela Jamil per rispondere alle critiche rivolte al suo personaggio in She-Hulk - l'VFX Arist Dhruv Govil ha condiviso la sua personale storia. Volendo sintetizzare, l'aver lavorato con Marvel Studios lo ha spinto a lasciare l'industria degli effetti visivi.
Di seguito il perché di una decisione così drastica:
Lavorare agli show Marvel è ciò che mi ha spinto a lasciare l'industria degli effetti visivi. Sono clienti pessimi, e ho visto tanti colleghi avere breakdown mentali dopo sovraccarichi di lavoro. [...] E questa è una situazione che va avanti sin dai primi giorni del MCU. Non è una questione recente, e non è per causa di Chapek [attuale CEO di The Walt Disney Company n.d.R.].
In attesa di commenti ufficiali (dovessero mai arrivare), sorge spontanea una domanda: perché si è creata questa condizione così ostica? Dhruv Goli una risposta ce l'ha già:
Il problema è che Marvel è troppo grande e può chiedere ciò che vuole. È una relazione tossica.
È sotto gli occhi di tutti che l'ambizione degli studi cinematografici e televisivi sia in continua crescita. Sono richiesti VFX sempre più convincenti, ed è noto quanto Marvel Studios stiano puntando sulla qualità anche per le serie TV di Disney+. Ed è giusto che sia così, perché un gigante dell'intrattenimento non può permettersi prodotti scadenti, ma fino a che punto ci si può spingere per ottenere il meglio?
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