Michele Morrone difende ancora 365 giorni: "Non concentratevi solo sul sesso"

L'attore torna sulle polemiche che hanno travolto il "50 sfumature polacco" e non risparmia una frecciatina nei confronti del nostro cinema: "L'Italia non mi ha dato l'opportunità di mostrare il mio talento, anche se ero bravo".

Autore: Alessandro Zoppo ,

A quasi quattro mesi dall'arrivo in streaming su Netflix, 365 giorni continua a far discutere.

Il thriller super-erotico basato sul romanzo porno-soft della scrittrice polacca Blanka Lipińska, interpretato da Michele Morrone nei panni del boss della mafia Massimo Torricelli e da Anna Maria Sieklucka in quelli (pochi) dell'oggetto del desiderio Laura, ha sollevato un polverone per il contenuto considerato misogino e sessista.

Diventato in breve tempo il contenuto più popolare su Netflix (stando ai calcoli di Forbes è addirittura il titolo con più streaming sulla piattaforma) ma stroncato unanimemente dalla critica, 365 giorni ha persino indotto la cantante Duffy ad inviare una lettera aperta a Reed Hastings per chiedere la rimozione del film dal servizio

Il motivo? Il "50 sfumature polacco" rende "glamour" lo stupro.

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Michele Morrone, l'attore italiano protagonista del film, è tornato sulle polemiche nel corso di un'intervista concessa al magazine britannico Metro. Le sue parole sono come benzina sul fuoco.

Massimo è quel tipo di figura maschile che non è rimasta quasi più nel mondo di oggi, credo che alle donne manchi un uomo come lui.

Morrone, che vanta 10,7 milioni di follower su Instagram, fa soprattutto riferimento alla sua figura paterna. Nato a Melegnano, in provincia di Milano, l'attore ha in realtà origini pugliesi e arriva da una famiglia numerosa: ha tre sorelle maggiori e un fratello. Il papà l'ha perso quando lui aveva appena 12 anni.

Quando penso a mio padre, ai miei nonni, vedo uomini veri, veri uomini italiani, vestiti sempre elegantemente...

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A quanto pare Morrone prova nostalgia della fine della famiglia patriarcale e difende a spada tratta 365 giorni, nonostante le accuse di "banalizzazione inaccettabile" di temi importanti come la violenza sulle donne, lo stupro e il rapimento.

L'attore non si scompone e spiega che, in fondo, 365 giorni è soltanto un film.

Stiamo parlando di una storia d'amore di finzione. Non a tutti piacerà il film, lo so: sarebbe impossibile il contrario.

Almeno il film di Barbara Białowąs e Tomasz Mandes è in buona compagnia.

Netflix è stato travolto da petizioni e richieste di cancellazioni per altri quattro contenuti in catalogo: il documentario francese Donne ai primi passi, la commedia satirica brasiliana La prima tentazione di Cristo, le serie #Insatiable (accusata di bullismo verso le persone in sovrappeso) e You, che renderebbe romantica la figura dell'assassino Joe Goldberg, interpretato dal Penn Badgley di #Gossip Girl.

365 giorni è qualcosa di completamente diverso secondo Morrone.

Non posso parlare per Netflix. Netflix ha inserito il film in catalogo perché è una storia d'amore molto bella, ma è qualcosa di completamente inventato. Ci si concentra troppo sulle scene di sesso e non si coglie il senso del film: 365 giorni è prima di tutto una love story.

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Morrone ha partecipato in prima persona alla regia delle chiacchierate scene di sesso, girate in modo estremamente realistico con il direttore della fotografia Bartek Cierlica.

Ho cercato di essere il più fedele possibile al copione. Quelle scene sono così profonde e colorate. All'inizio era prevista una coreografia, ma non mi sembrava che funzionasse. Almeno per me, non la sentivo mia. Non percepivo che quello che stavo facendo garantisse un buon risultato.

A quel punto, l'attore si è rivolto ai due registi chiedendo loro di potersi cimentare dietro la macchina da presa.

Lasciatemi soltanto cercare di essere più libero con quello che sto facendo. Cerco di mettere dentro la scena la stessa emozione che ho dentro di me. Volevo essere fedele alla sceneggiatura, o sarei stato criticato perché non ero abbastanza bravo...

D'altronde Michele ha sempre dovuto lottare per affermarsi nel mondo dello spettacolo e non risparmia un'acida frecciatina nei confronti della film industry italiana.

Mi dicevano che ero troppo bello e che non ero realistico davanti alla macchina da presa. L'Italia non mi ha dato la giusta opportunità di mostrare il mio talento, anche se ero bravo. Così ho deciso di conquistare il mondo intero.

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365 giorni ha fatto la fortuna di Morrone: da quando il film è online, l'attore è diventato un sex symbol internazionale bello e dannato nonché testimonial per Guess e Dolce & Gabbana.

Ovviamente in attesa del ritorno di Massimo Torricelli: il sequel di 365 giorni è stato già confermato e presto arriverà pure un terzo film, a chiudere la trilogia di romanzi di Blanka Lipińska.

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