Mindhunter 3 non si farà (per ora): gli aggiornamenti da David Fincher

Autore: Silvia Artana ,

Alla fine, la notizia che i fan di #Mindhunter speravano di non sentire mai è arrivata. La serie basata sul libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di Mark Olshaker e John E. Douglas si ferma a tempo indeterminato. In altre parole, la stagione 3 non si farà. Di sicuro, non nell'immediato.

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Le avvisaglie c'erano e sono diventate vere e proprie sirene di allarme a gennaio 2020, quando la produzione ha lasciato scadere i contratti dei protagonisti: Holt McCallany (l'agente Bill Tench), Jonathan Groff (l'agente Holden Ford) e Anna Torv (la dottoressa Wendy Carr). Da quel momento, Mindhunter è entrata in una sorta di limbo. Netflix non l'ha rinnovata, ma neppure cancellata e i fan hanno continuato a sperare di rivedere (prima o poi) i loro beniamini in azione. Anche perché la stagione 2 lascia più di una porta aperta.

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Invece, alcune dichiarazioni di David Fincher sembrano fare suonare la campane a morto per la serie. Nel corso di un'intervista a Vulture per parlare della sua ultima fatica, il film #Mank, l'autore, produttore e regista di Mindhunter ha rivelato che lavorare alle vicende degli agenti Tench e Ford lo impegna molto, troppo e che i costi di produzione sono elevati e non commisurati al riscontro in termini di spettatori:

Per il pubblico che aveva, era uno spettacolo troppo costoso. Mi hanno detto: 'Finisci Mank e vedi cosa ti senti di fare'. Ma onestamente, non credo che potremo realizzare una nuova stagione con meno di quanto speso per la seconda. E a un certo livello, bisogna essere realistici: i soldi investiti devono essere almeno uguali agli occhi che guardano.

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Eppure, nonostante non sia un blockbuster come altre produzioni, Netflix sembra voler lasciare una porta aperta a Mindhunter. Come ha confermato un portavoce della piattaforma di streaming, anche se una stagione 3 non era in vista nell'immediato, non è detto che non possa essere realizzata più avanti:

Magari tra 5 anni.

Un lasso di tempo abbastanza lungo da diventare parole di circostanza e significare in realtà "mai più"? È difficile dirlo. Di certo, sembra che David Fincher abbia un rapporto "complicato" con la serie.

Nell'intervista a Vulture, il regista di cult come Seven e Fight Club ha rivelato una certa sofferenza nel lavorare a Mindhunter, a partire dalla necessità di stare a Pittsburgh, dove veniva girata:

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Abbiamo vissuto lì per quasi 3 anni. Non anno dopo anno, ma... probabilmente per 6 o 7 mesi all'anno. Mindhunter è stata molto faticosa, per me.

Fincher ha anche raccontato che la seconda stagione è stata oggetto di una completa riscrittura:

Ho riletto cos'era stato scritto e ho deciso che non mi piaceva niente. Abbiamo buttato tutto e abbiamo ricominciato da capo.

Ovviamente, la scelta si è rivelata dispendiosa, in termini di energia, tempo e denaro. E anche se l'assistente alla regia, Courtenay Miles, è stata promossa al ruolo di co-showrunner, Fincher si è (ri)trovato a vivere una situazione di grande stress, che lo ha portato a prendersi una pausa dai nuovi episodi dalla durata indefinita:

[Realizzare Mindhunter, n.d.r.] significa una settimana lavorativa di 90 ore. Assorbe ogni momento della tua vita. Quando ho finito, ero esausto e ho detto: 'Non so se ho l'energia per iniziare una terza stagione'.

E così, la serie è stata messa in ghiaccio. E anche se nessuno - dal suo creatore a Netflix - sembra volere dire che Mindhunter è arrivata ai titoli di coda, la realtà sembra purtroppo quella.

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Chissà, magari tra 5 anni gli agenti Bill Tench e Holden Ford e la dottoressa Wendy Carr torneranno davvero sul piccolo schermo. E molto probabilmente troveranno i loro fedeli fan ad aspettarli. Ma al momento, sembra un lasso di tempo lunghissimo. Troppo lungo per credere che sia realistico e Mindhunter 3 si farà...

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