Se in questi giorni avete scelto la piattaforma di streaming della Casa di Topolino per (ri)guardare un classico Disney com #Le avventure di Peter Pan o #Gli Aristogatti, vi sarete sicuramente accorti di un particolare messaggio che precede la riproduzione della pellicola. Un avviso per tutti coloro che usufruiscono del servizio, siano adulti o bambini: alcuni film d'animazione propongono contenuti stereotipati e razzisti.
Canzoni, personaggi e riferimenti più o meno espliciti. Diversi lungometraggi del gigante statunitense - innegabilmente figli del loro tempo - portano con sé "rappresentazioni negative di persone o culture", si legge nell'avvertenza Disney. La casa di produzione ammette dunque le proprie colpe, riconosce gli errori commessi in passato, ma non ricorre alla censura. Al contrario, spera di poter contribuire alla creazione di un futuro più inclusivo portando l'attenzione su tematiche la cui importanza viene spesso sottovalutata.
Di seguito il messaggio che appare su Disney+ (anche in Italia!) prima di alcune pellicole e serie TV contenenti immagini pregiudizievoli:
Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono oggi. La rimozione di questo contenuto negherebbe l'esistenza di questi pregiudizi e il loro impatto dannoso sulla società. Scegliamo invece di trarne insegnamento per stimolare il dialogo e creare insieme un futuro più inclusivo. Disney si impegna a creare storie con temi ispiratori e aspirazionali che riflettano la ricca diversità dell'esperienza umana in tutto il mondo.
Infine, The Walt Disney Company invita il pubblico a visitare la pagina Stories Matter del suo sito web. Testimonial dell'iniziativa è l'attrice Geena Davis (fondatrice del Geena Davis Institute on Gender in Media), che nel video che trovate di seguito sottolinea quanto sia importante, soprattutto per i più giovani, discutere delle produzioni che hanno avuto e potrebbero avere in futuro un impatto negativo sulla società.
I film segnalati: alcuni esempi
Sono diverse le produzioni Disney che negli anni hanno raccolto molte critiche e che ora sono state bollate come razziste. Non nella loro totalità, precisiamo, ma per alcuni elementi su cui non è possibile chiudere un occhio facendo finta di nulla.
I racconti dello zio Tom - Song of the South
Film con tecnica mista del 1946 che valse a James Baskett (zio Tom) il Premio Oscar onorario nel 1948. #Song of the South non è disponibile su Disney+ perché - nonostante sia ambientato dopo l'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America - propone un'immagine della vita in una piantagione del Sud degli USA fin troppo lontana dalla realtà.
Gli Aristogatti
Nel film d'animazione del 1970 il tastierista della band Scat Cat appare come una caricatura razzista delle persone asiatiche. Si tratta dunque di una rappresentazione stereotipata che si poggia su alcuni tratti del volto come occhi e denti. Il gatto poi, dal mantello giallo, suona lo strumento con le bacchette normalmente utilizzate per il cibo.
Peter Pan (1953)
Nella colonna sonora del classico del 1953 un brano è intitolato 'Perché è rosso l'uomo rosso?'. Definire "pellerossa" un nativo americano è un insulto.
Dumbo
Nel quarto classico Disney (siamo nel 1941) fa capolino un gruppo composto da cinque corvi. La comparsa di Jim Crow & co. è stata vista come un omaggio nemmeno poi tanto velato ai minstrel show, ovvero quegli spettacoli in cui degli attori bianchi con il volto dipinto di nero si rendevano protagonisti di sketch comici razzisti e offensivi nei confronti delle culture afroamericane.
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