Il 5 febbraio 1953, il pubblico americano viene trasportato nell'incantevole mondo dell'Isola che non c'è con l'uscita del Classico Disney Le avventure di Peter Pan. La pellicola animata, basata sull'iconico personaggio creato dallo scrittore e drammaturgo scozzese J. M. Barrie, rappresentò un momento significativo nella storia del cinema d'animazione.
In un periodo caratterizzato dalla ripresa del dopoguerra e da un rinnovato ottimismo, fin dal suo primo debutto Le avventure di Peter Pan è stato in grado di offrire una fuga magica per spettatori di tutte le età. Questo lungometraggio non ha solo catturato l'essenza della storia originale di Barrie, ma ha portato anche nuove dimensioni di animazione e di narrazione visiva che hanno influenzato future generazioni di cineasti e artisti di ogni sorta.
Le avventure di Peter Pan ha rispecchiato l'abilità unica di Disney nel dare vita a universi fantastici e personaggi indimenticabili, conquistando il grande pubblico con la sua animazione innovativa e una colonna sonora accattivante e consolidando ulteriormente il successo della casa di produzione. Nell'anniversario della sua prima uscita al cinema ripercorriamo le origini del leggendario Peter Pan, a partire dall'idea di J. M. Barrie fino alla trasposizione animata di Walt Disney, attualmente disponibile alla visione in streaming su Disney Plus.
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Le origini di Peter Pan
Nonostante il primo film di Peter Pan risalga al 1924 prodotto dalla Famous Players-Lasky Corporation (attuale Paramount Pictures), nell'immaginario collettivo tale personaggio viene molto spesso associato a Disney. Il Classico della casa di Topolino è stato il primo adattamento animato e di conseguenza il più noto nel suo genere, seguito solo in un secondo tempo da altri titoli a tema. Eppure, prima ancora di arrivare sul grande schermo, Peter Pan aveva solcato i palchi teatrali in un'opera omonima, basata sul racconto cartaceo del suo "papà" J. M. Barrie. La stessa opera vista da Walt Disney da bambino e della quale era rimasto talmente affascinato, tanto da volerne realizzare in età adulta una trasposizione. E ancora prima di adattare per il grande pubblico la storia di Peter, un giovanissimo Walt Disney ne aveva vestito personalmente i panni in una recita scolastica, grazie alla quale si era innamorato sempre di più del personaggio. Ma andiamo con ordine, poiché le origini di Peter Pan e la storia originale sono in realtà molto più cruenti e drammatici del racconto racchiuso da Disney nel film animato adatto a tutta la famiglia.
Lo scrittore James Matthew Barrie, ultimo di dieci figli e più piccolo di tutti gli altri anche fisicamente, durante la sua infanzia amava narrare storie di fantasia ai suoi fratelli per attirare la loro attenzione. Una drammatica tragedia tuttavia colpisce ben presto i Barrie, con la prematura scomparsa del giovane David, fratello dello scrittore, a causa di un incidente di pattinaggio sul ghiaccio. Un grave lutto che segna profondamente tutta la famiglia e in modo particolare lo stesso James, al tempo di appena 6 anni, così come la madre Margaret con la quale Barrie inizierà a trascorrere più tempo insieme leggendo con lei dei classici della letteratura. Il ricordo del fratello sarà presente in diverse opere di J. M. Barrie, molto spesso biografiche, incluso lo stesso Peter Pan, il bambino che per antonomasia non voleva crescere rimanendo per sempre nell'Isola che non c'è. Una metafora implicita di David, venuto a mancare il giorno prima del suo quattordicesimo compleanno (in cui avrebbe iniziato il passaggio verso l'età più adulta) e rimasto fermo a un certo periodo della sua vita, ancorato in un luogo effimero che c'è ma non si vede (l'aldilà).
Una volta adulto e dopo aver intrapreso la carriera di scrittore e autore teatrale, James conosce e sposa l'attrice Mary Ansell, mentre alcuni anni dopo Barrie fa un incontro che gli cambia letteralmente la vita: quello con i Davies avvenuto nei Giardini di Kensington di Londra. I due coniugi Sylvia e Arthur, genitori di George, Jack, Peter, Michael e Nicholas, saranno grande fonte di ispirazione per lo scrittore, in particolar modo per la nascita del suo Peter Pan, dopo che James trascorrerà molto tempo con la famiglia e soprattutto con i cinque figli della coppia. Una parte del passato di Barrie raccontata nel film Neverland - Un sogno per la vita del 2004, con Johnny Depp nel ruolo di Barrie e Kate Winslet nelle vesti di Sylvia Davies. La figura letteraria di Peter Pan, fa invece la sua prima comparsa nel 1902 attraverso il romanzo L'uccellino bianco di J. M. Barrie, in cui quest'ultimo è protagonista con l'alter ego di Capitano W., un reduce di guerra che vive da solo con Porthos, il suo cane di razza San Bernardo. Successivamente il capitano si affezionerà ai suoi nuovi vicini, tra cui la giovane Mary A. e il figlio David, con il quale trascorrerà piacevoli giornate ai Giardini di Kensington.
Proprio nel parco londinese prendono vita le storie di fantasia del Capitano W. (e dello stesso Barrie) tra cui quella di Peter Pan, che in prima battuta viene rappresentato come una creatura per metà bambino e per metà uccello. A soli sette giorni di vita, Peter vola via dalla finestra di casa e raggiunge i Giardini di Kensington da cui derivano le sue origini. In tale luogo vive infatti il corvo Salomone, una sorta di entità che accoglie le richieste di chi desidera diventare madre, inviando degli uccellini in grado di tramutarsi in bambini. Dopo aver scoperto la sua vera natura da Salomone, Peter perde la capacità di volare e rimane a vivere nel parco insieme alle fate e altre creature magiche. Le stesse fate, quando Peter impara a suonare il Flauto di Pan incantandole con la sua musica, gli concedono di volare per tornare da sua madre. Ma una volta sul posto, Peter scopre amaramente che ormai un fratellino lo ha già sostituito.
Peter Pan: dal palco allo schermo
Due anni dopo la pubblicazione del romanzo L'uccellino bianco, nel 1904 J. M. Barrie mette in scena a Londra il suo primo spettacolo teatrale dal titolo Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere, includendo tra gli spettatori anche venticinque piccoli orfani e conquistando il pubblico adulto solitamente più austero. La consacrazione mondiale per Barrie arriva nel 1911, quando lo scrittore decide di narrare le vicende del suo personaggio nel romanzo Peter e Wendy, conosciuto in seguito semplicemente come Peter Pan. L'opera teatrale e quella cartacea, seppur presentando varie differenze a livello narrativo, sono state entrambe dei successi con i quali J. M. Barrie, non solo ha ottenuto fama e riconoscimenti, ma è diventato fonte di ispirazione per tutto il mondo dello spettacolo attraverso tributi, riferimenti, citazioni e rivisitazioni del suo racconto originale.
Tra coloro che hanno scelto di omaggiare il lavoro di J. M. Barrie figura anche Walt Disney, che già nel 1935 inizia a valutare l'idea di realizzare un adattamento cinematografico su Peter Pan. La realizzazione della pellicola tuttavia si rivela essere quasi un'impresa per cause di forza maggiore, tra cui lo scoppio della guerra. Prima della sua morte, Barrie cede i diritti delle sue opere all'istituto pediatrico londinese Great Ormond Street Hospital, che soltanto nel 1938 concede a Disney l'autorizzazione per poter dare vita alla trasposizione di Peter Pan. Lo sviluppo del film prosegue per alcuni anni poiché lo studio di produzione, insieme allo stesso Walt Disney, prima di raggiungere il risultato finale scarta diverse idee, tra cui alcuni elementi tratti dal romanzo L'uccellino bianco di J. M. Barrie. Come sopra specificato, la storia originale di Peter Pan era molto più macabra e violenta mentre Disney voleva arrivare a coglierne l'essenza primaria per riadattarla in chiave fiabesca, così come avvenuto con tutti gli altri suoi Classici tratti da opere letterarie.
Successivamente, nel 1941 gli Stati Uniti prendono parte alla Seconda Guerra Mondiale, mentre lo studio di produzione Disney viene sequestrato dall'esercito per pubblicare contenuti di propaganda militare. Uno stop ai lavori forzati che causa non pochi disagi alla casa di Topolino, pertanto la produzione del film animato su Peter Pan entra nel vivo soltanto nel 1947, mentre prima di tutti i ritardi e delle interruzioni sarebbe dovuto essere il quarto dei Classici Disney ad arrivare al cinema. Nel 1953 il film d'animazione Peter Pan vede finalmente la luce sul grande schermo diventando un successo commerciale e conquistando il primato come pellicola con il maggior incasso dell'anno. L'apprezzamento fu tale da consentire il ritorno di Peter Pan nelle sale di tutto il mondo anche in alcuni anni a seguire, insieme a ulteriori proiezioni limitate nei cinema statunitensi.
Il significato dietro Peter Pan
Fin dalla sua prima comparsa, il personaggio di Peter Pan è riuscito a lasciare il segno in modo indelebile sia tra i giovani e sia tra gli adulti, conquistando tutti con la sua positività e la sua intramontabile leggerezza. Ma chi è davvero Peter Pan e perché piace così tanto? La prima ispirazione su questa figura di fantasia, sappiamo che è di tipo autobiografico legata alla vita privata di J. M. Barrie. Mentre come si può meglio percepire dalla trasposizione animata di Disney e dalle successive rivisitazioni, Peter Pan in qualche rappresenta anche tutti noi. I più piccoli si rispecchiano in questa figura quasi magica, a cui piace divertirsi e giocare senza tempo come se il domani fosse qualcosa di sempre più lontano e irraggiungibile, mentre gli adulti hanno modo di rivedersi attraverso la propria infanzia. Peter Pan è il presente dei bambini che devono ancora crescere e il passato degli adulti desiderosi di tornare a essere bambini.
Il mito di Peter Pan simboleggia l'infanzia. Il periodo ritenuto per eccellenza il più bello tra quelli trascorsi da ognuno di noi, perché si vive ogni giorno il qui e ora senza preoccuparsi del futuro o dei problemi ritenuti "cose da grandi". La crescita, la maturità e la consapevolezza della realtà che ci circonda mostrano le cose sotto a un'altra prospettiva, facendo perdere in parte l'innocenza e la spensieratezza del mondo visto attraverso gli occhi di un bambino. Per questo a volte i bambini vorrebbero per sempre rimanere tali così come agli adulti piacerebbe ritornare indietro nel tempo, nonostante siano di fatto due desideri irrealizzabili. Ed è proprio qui che entra in gioco la figura di Peter Pan, un eroe di carta in grado di arrivare laddove noi altri non potremo mai giungere e in alcuni casi dove non vogliamo o non siamo davvero in grado di arrivare, come indica la nota sindrome di Peter Pan.
A livello anagrafico e a livello fisico è umanamente impossibile rimanere fermi a una determinata età, a meno che non sia lo stesso tempo a fermarsi per noi come è stato per David, il fratello dello scrittore J. M. Barrie. Con la sua tragica scomparsa avvenuta a soli 13 anni, David è in un certo qual modo rimasto bambino ma purtroppo contro la sua volontà e nel peggior modo possibile. Eppure da quella perdita, Barrie è riuscito a trovare in qualche modo la forza di andare avanti, continuando a far vivere suo fratello attraverso le sue opere e nell'icona di Peter Pan. Perché per quanto possa essere bella, in realtà l'infanzia non è sempre il ricordo migliore per tutti. Ci sono anche bambini come James che loro malgrado, hanno dovuto crescere in fretta incontrando per primo il lato più duro della vita. Lo stesso Peter, non è davvero felice e appagato come vuol far credere agli altri, perché c'è sempre qualcosa che gli manca e in un certo senso lo rende diverso da tutti gli altri coetanei.
La lezione che ci vuole offrire J. M. Barrie insieme al suo Peter Pan è un'altra. Attraverso le sue opere lo scrittore ha sempre inserito elementi ed esperienze biografiche, a partire da nomi come Mary A., David e Porthos citati nel romanzo L'uccellino bianco (rispettivamente sua moglie, suo fratello e il suo cane nella vita reale), fino alla storia della famiglia Davies con la quale Barrie ha condiviso dal vivo diverso tempo e passioni. Non si tratta di non voler crescere o di rimpiangere il passato, ma semplicemente di continuare a sognare mantenendo la propria indole, una particolarità che fin da piccoli contraddistingue ogni persona. Barrie raccontava storie già da bambino quando non era ancora "nessuno", in quanto il suo volare con l'immaginazione non dipendeva solo dall'età o dal periodo, ma dalla sua fantasia. Perché è la fantasia che ci permette di continuare a sognare a qualsiasi età, seppur attraversando inevitabilmente ogni fase del ciclo della vita, ma con la facoltà di poter scegliere di continuare a guardare il nostro mondo personale, con gli stessi occhi di quando eravamo bambini.
Immagini di copertina e di questo articolo tratte dal film animato Le avventure di Peter Pan. Crediti: Walt Disney Productions
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