La leggenda nera di Vito Corleone inizia nel 1967, quando il vicepresidente di Paramount Pictures, Peter Bart, legge in anteprima le prime 60 pagine de Il Padrino di Mario Puzo. Il produttore rimane molto colpito dalla storia e offre allo scrittore 12mila e 500 dollari per terminare i libro e altri 80mila per farne una sceneggiatura cinematografica. Sommerso dai debiti a causa della dipendenza dal gioco d'azzardo, Puzo accetta, nonostante il parere contrario del suo agente.
Il Padrino viene pubblicato nel 1969 e diventa rapidamente un best seller, con oltre 9 milioni di copie vendute. Ma è l'adattamento per il grande schermo a trasformarlo in un fenomeno mondiale e a consegnare alla storia il suo protagonista.
Il personaggio descritto da Puzo non è esistito realmente, ma si ispira alle figure di veri boss della malavita come Lucky Luciano, Frank Costello, Vito Genovese, Meyer Lansky e Bugsy Siegel ed è entrato indissolubilmente nell'immaginario collettivo grazie alla magistrale interpretazione di Marlon Brando. L'attore è l'anziano, carismatico patriarca della famiglia Corleone nel primo film della trilogia diretta da Francis Ford Coppola, mentre cede il testimone a Robert De Niro per portare sullo schermo il giovane Vito nel secondo capitolo.
Per la loro performance, entrambi vincono l'Oscar (Brando come Migliore attore e De Niro come Migliore attore non protagonista) e diventano gli unici due attori ad aggiudicarsi il premio per lo stesso ruolo. Cosa che - di fatto - rende Vito Corleone il solo personaggio della storia del cinema a essere stato insignito due volte dell'Oscar.
Ma chi è il Padrino e qual è la sua storia?
La storia di Vito Corleone
Vito Corleone nasce a Corleone con il nome di Vito Andolini alla fine dell'Ottocento, ma ad appena 12 anni è costretto a lasciare la Sicilia e ad andare a New York a causa di una faida di mafia che vede coinvolta la sua famiglia.
Una volta in America, Vito cambia il proprio nome in Corleone e inizia a lavorare nella drogheria del signor Abbandando. Nel corso degli anni, stringe un forte legame di amicizia con il figlio dell'uomo, Genco. La sua vita procede senza scossoni e a 18 anni sposa Carmela, una giovane siciliana arrivata da poco nella Grande Mela. I due diventano genitori di Santino e poi di Fredo. Ma alla nascita del secondo figlio, Vito si ritrova di punto in bianco senza lavoro, perché il signor Abbandando è costretto a licenziarlo per assumere il nipote del boss della Mano Nera Don Fanucci.
Il giovane si mette a fare l'operaio nelle ferrovie, ma a causa della paga bassa e non sempre garantita lascia dopo pochi mesi. Nella difficoltà, Vito trova un inaspettato aiuto nel piccolo criminale Peter Clemenza. Una sera, l'uomo gli chiede di nascondere delle armi perché sta arrivando la polizia per perquisire il suo appartamento. Calmate le acque, Clemenza va dal giovane per recuperarle e quando scopre che è disoccupato gli offre di guidare gli autocarri sui quali trasporta la merce che ruba insieme al suo socio, Salvatore Tessio.
Ben presto, l'attività dei tre finisce nel mirino di Don Fanucci, che dice loro che devono versargli una parte dei proventi per avere la sua protezione. Mentre Clemenza e Tessio seppure riluttanti ritengono che la richiesta del boss vada esaudita, Vito non vuole piegarsi e medita di eliminare Don Fanucci. Dando prova dell'intelligenza strategica e del carisma che lo porteranno a diventare uno dei boss più importanti di Cosa Nostra, il giovane dice ai soci che vuole provare a trattare con Don Fanucci, invece gli tende un agguato e lo uccide.
Con la sua azione, Vito ottiene il rispetto e la fedeltà di Clemenza e Tessio e viene visto come una sorta di salvatore da parte degli abitanti del quartiere governato dal boss della Mano Nera. Un po' alla volta, coloro che versavano il tributo a Don Fanucci iniziano a pagarlo a lui e in particolare gli chiedono protezione i conduttori del gioco d'azzardo.
Mentre a casa continua a vestire i panni del capofamiglia amorevole (dopo Santino e Fredo è diventato padre anche di Michael e Costanza), negli "affari" Vito è spietato e inarrestabile.
Con l'aiuto dell'amico Genco (che non l'ha mai abbandonato e l'ha aiutato quando non aveva soldi regalandogli cibo e bene di prima necessità) fonda la Genco Olive Oil Company, una società per l'importazione dell'olio di oliva dalla Sicilia che diventa la copertura delle attività criminali della famiglia Corleone. Ed è sempre Genco, divenuto "consigliere" di Vito, a tessere una fitta rete di corruzione che comprende poliziotti e avvocati. Invece, Clemenza introduce il Padrino al contrabbando di alcolici, che fa lievitare la ricchezza e il potere dei Corleone negli anni della Grande Depressione e del Proibizionismo.
Quando il Proibizionismo ha termine, Don Vito si butta nel gioco d'azzardo e per ottenerne il monopolio finisce con lo scontrarsi con il boss Salvatore Maranzano, spalleggiato da un altro potente esponente della mafia newyorkese, Philip Tattaglia, e dal celebre e temutissimo Al Capone. Lo scontro sembra destinato a risolversi con la sconfitta dei Corleone, invece il Padrino scopre i piani del suo avversario, fa eliminare dallo spietato killer Luca Brasi i rinforzi che gli sono stati inviati e fa uccidere lo stesso Maranzano da Tessio.
Quello della famiglia Corleone diventa un vero e proprio impero (con i potenti "regimi" gestiti da Santino, Clemenza e Tessio e nuovi, promettenti affari nell'ambito dei sindacati) e attrae numerosi politici corrotti (tra cui membri del Congresso), ma anche la rivalità degli altri boss newyorkesi, in primis Philip Tattaglia. Per questa ragione, il Padrino inizia una intensa attività diplomatica per la pacificazione della malavita newyorkese e non solo, che nel 1939 (dopo un attentato per lui quasi mortale) porta a un vero e proprio accordo di pace.
Nel 1945, poco tempo la morte di Genco e il matrimonio di Connie (avvenuti nello stesso giorno), Don Vito riceve la proposta del trafficante di narcotici spalleggiato dai Tattaglia Virgil Sollozzo (detto "il Turco") a entrare nel settore dello spaccio di droga. Anche se l'affare sembra buono e Santino e Tom Hagen (figlio adottivo di Corleone, avvocato e suo nuovo consigliere) sono dell'idea che dovrebbe accettare, il Padrino rifiuta, perché teme di perdere l'appoggio di numerosi poliziotti e politici. Il "no" di Don Vito e il suo tentativo di infiltrare Luca Brasi tra le fila nemiche porta a una rappresaglia, che vede il Padrino cadere gravemente ferito sotto i colpi di emissari dei nemici.
Mentre il vecchio patriarca lotta tra la vita e la morte, il suo posto viene preso dall'instabile e feroce Santino e a New York fa ritorno anche Michael. Rimasto fuori fino ad allora dagli affari della famiglia, è proprio lui a salvare il padre da un nuovo attentato in ospedale e a regolare i conti con i Tattaglia, uccidendo Sollazzo e un capitano di polizia corrotto suo complice. Dopo l'agguato, Michael viene allontanato e mandato in Sicilia per la sua sicurezza e Santino continua a fare le veci del padre, in attesa della sua completa guarigione.
La guerra con i Tattaglia continua e quando il suo primogenito rimane vittima di un agguato, Don Vito indice un meeting con tutti i boss degli Stati Uniti per raggiungere un nuovo accordo di pace. Durante l'incontro, il Padrino promette che non cercherà vendetta per Santino e concede il proprio appoggio legale e politico al traffico di droga. Grazie alla sua strategia distensiva, scopre anche che dietro a Philip Tattaglia c'è un altro boss di New York, Emilio Branzini. In realtà, con la sua mossa Don Vito intende guadagnare tempo per permettere a Michael di rientrare a New York senza correre rischi. Sei mesi dopo, cede al figlio il ruolo di capo della famiglia.
Stanco e malato, il Padrino si ritira a vita privata e muore nel 1955 all'età di 64 anni per un infarto.
Il Padrino tra libro e film
Il Padrino (1972) segue la trama dell'omonimo romanzo di Mario Puzo e narra le vicende di Don Vito Corleone dal 1945 alla sua morte. Nella pellicola è stata omessa la parte relativa all'infanzia e alla giovinezza del boss, che corrisponde alla terza parte del libro e che trova parzialmente spazio nel sequel, Il Padrino - Parte II.
Per mezzo di un montaggio a flashback, il film del 1974 racconta la fuga del piccolo Vito da Corleone, l'arrivo a New York dagli Abbandando, l'incontro con Peter Clemenza e Salvatore Tessio, la morte di Don Fanucci, la fondazione della Genco Olive Oil Company e l'affermazione di Don Vito come nuovo boss di New York.
Nelle intenzioni di Francis Ford Coppola, Il Padrino - Parte IV avrebbe dovuto narrare l'ascesa del capo dei Corleone negli anni del Probizionismo e il suo scontro con Al Capone, ma la pellicola non è mai stata realizzata a causa della morte di Mario Puzo.
Il personaggio e la storia di Don Vito Corleone sono sostanzialmente simili nel romanzo e nell'adattamento per il grande schermo, ma ci sono alcune divergenze.
Ne Il Padrino - Parte II, il 12enne Vito Andolini (interpretato da Oreste Baldini) viene fatto scappare dalla Sicilia da alcuni compaesani, dopo che il boss Don Ciccio ha fatto uccidere suo padre per uno sgarro e poi anche suo fratello maggiore e sua madre. Nel libro, invece, il padre ammazza in uno scatto d'ira il boss locale (di cui non viene fatto il nome) e viene ucciso a colpi di lupara il giorno successivo dai suoi picciotti. Quando questi ultimi si mettono alla ricerca di Vito per eliminare anche lui, la madre manda il figlio a New York con l'aiuto di alcuni parenti. Inoltre, il fratello nel romanzo non esiste (il futuro Padrino è figlio unico).
Un'altra differenza risiede nella modalità in cui Vito Andolini diventa Vito Corleone. Nella pellicola del 1974 avviene per un errore di trascrizione dell'ufficiale dell'immigrazione. Invece, nel libro è Vito che decide di cambiare cognome per conservare un legame con le proprie origini. E come scrive Puzo: "Fu uno dei rari atti sentimentali che ebbe a compiere".
Nel film viene dato anche poco rilievo al legame tra il Padrino e Genco Abbandando, che è per lungo tempo il consigliere di Don Vito, prima di essere costretto a cedere il testimone a Tom Hagen a causa di un tumore alle ossa. L'uomo muore il giorno del matrimonio di Connie e in una scena tagliata dal montaggio definitivo del primo capitolo della trilogia si vedono il capo dei Corleone e suoi figli fargli visita in ospedale, come accade nel libro.
Ma comunque venga raccontata la storia, resta innegabile che il Padrino sia uno dei personaggi più celebri, carismatici e controversi della letteratura e del cinema.
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