Come finisce Babylon e cosa c'entra Cantando sotto la pioggia

Scopri perché il finale di Babylon è strettamente collegato al classico del musical Cantando sotto la pioggia nella spiegazione dell’epilogo del film.

Autore: Elisa Giudici ,

Babylon è un film ambientato nella Hollywood degli anni ‘20, nel momento in cui il cinema muto ha iniziato il suo rapido declino, causato dalla nascita dei film provvisti di sonoro. Come spiegato nella recensione di Babylon, il film non è un ricostruzione storica fedele di quell’epoca, anzi: dai costumi alle scenografie, Damien Chazelle ha volutamente creato un immaginario non storicamente accurato, anche quando i personaggi del film s’ispirano a dive e divi realmente esistiti nell’era del muto.

È proprio in questa chiave che bisogna interpretare l’emblematico finale di Babylon. Sul finale della pellicola infatti si torna a citare un grande classico del cinema hollywoodiano, il musical che ha cambiato il suo stesso genere: Cantando sotto la pioggia, film del 1953 diretto da Gene Kelly e Stanley Donen. Se non si conosce bene la trama di quel film è possibile che qualche sottotesto del finale di Babylon passi inosservato e la conclusione del film risulti poco chiara.

Se pensi di esserti perso qualche riferimento o il finale di Babylon ti ha lasciato confuso, puoi leggere questa spiegazione che spiega le ultime scene del film con Margot Robbie e Brad Pitt.

Come finisce Babylon

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La sequenza finale di Babylon è ambientata nel 1952, a 30 anni di distanza dai tragici eventi che hanno portato Manny a fuggire da Hollywood. Giunti a questo punto della storia, sappiamo già che molti dei protagonisti del film sono morti: Jack si è suicidato, incapace di accettare la fine della sua carriera, Nellie è stata ritrovata morta, forse assassinata da James McKay a cui doveva 85 mila dollari. Anche la giornalista Elinor St John è morta, ricordata come la regina dei gossip dai giornali.

Negli anni ‘50 pochi ricordano quell’epoca e tra questi c’è Manny, che ha deciso di tornare nei luoghi della sua gioventù. Lo fa con la moglie e una figlia piccola, che porta a vedere gli studios. Pur sorgendo negli stessi luoghi del passato, questa realtà è profondamente cambiata. Dove priva sorgeva qualche set e studio provvisorio ora ci sono ordinati capannoni dove si girano i film. Manny non può nemmeno entrare: non appartiene più a quel mondo e nessuno si ricorda di lui.

La moglie e la bimba tornano in albergo mentre lui fa una passeggiata, travolto dai ricordi. Los Angeles è cambiata, come città e come Mecca del cinema. Manny non va da anni al cinema, ma travolto dalla nostalgia entra in una sala dove si proietta il successo del momento: Cantando sotto la pioggia.

Manny riconosce nel film alcune delle esperienze da lui vissute nell’epoca d’oro del muto, trent’anni prima. Piange disperato.

A questo punto Damien Chazelle inserisce un lungo montaggio di momenti che hanno fatto la storia del cinema, da Hitchcock ad Avatar, passando per 2001: Odissea nello spazio. Vediamo poi quello che sembra inchiostro colorato tingere lo schermo. Sono le sostanze chimiche che servono a sviluppare la pellicola, ora passata al colore.

Il senso di questo lungo collage è quello anticipato a Elinor a Jack: anche se i protagonisti del film sono morti da trent’anni e più, vivranno per sempre nella memoria degli spettatori e sulla pellicola che li ha catturati. La lacrima di Nellie è immortale, così come la farfalla sulla spalla di Jack. Manny capisce infine questa realtà e, sollevato, sorride.

Babylon e Cantando sotto la pioggia

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Babylon cita più o meno direttamente una miriade di storie della vecchia Hollywood, concentrandosi ovviamente sulle produzioni degli anni ‘30. C’è però un riferimento assolutamente esplicito e diretto: il film Cantando sotto la pioggia. Già a metà di Babylon vediamo Jack che viene convinto a un produttore a prendere parte a un numero promozionale in cui lui e altre grandi star della Kinoscope cantano Singing in the Rain, la canzone che poi diventerà simbolo di quella pellicola. Lo fanno per promuovere l’avvento del sonoro, che ironicamente distruggerà la carriera di buona parte dei presenti.

Nel finale il film si fa ancora più esplicito, mostrando delle sequenze di Cantando sotto la pioggia sul grande schermo mentre Manny piange. Perché viene mostrato questo film e quale significato ha il passaggio che porta Manny alle lacrime? Per capirlo bisogna pensare alla trama di Cantando sotto la Pioggia.

Il musical è un film spartiacque degli anni ‘50, che ha cambiato per sempre il genere del musical e la storia del cinema, entrando nell’immaginario collettivo. Cantando sotto la pioggia è il film che più di ogni altro ha imposto la narrazione collettiva dell’epoca di passaggio tra muto e sonoro. In altre parole, tra gli spettatori molti hanno come unico punto di riferimento proprio Cantando sotto la pioggia come fonte d’informazione su quel momento di Hollywood.

Cantando sotto la pioggia racconta la storia dei vincenti, coloro che si sono imposti con l’epoca del sonoro. I tre protagonisti del film, fino a quel momento ai margini del mondo del cinema, con l’avvento del sonoro troveranno spazio e rivalsa. Nel film invece i perdenti, i divi del muto, sono figure patetiche e ridicole.

Manny piange perché nel vedere il film riconosce proprio i suoi amici e l’amore della sua vita Nellie nei personaggi ridicolizzati dal film. Fateci caso: a metà film vediamo Nellie vestita come un’aristocratica francese, uno dei costumi più iconici sfoggiati dalla bionda e vanesia Lina Lamont, la cattiva di Cantando sotto la pioggia. Non è un caso che Babylon si apra proprio negli stessi anni in cui è ambientato questo musical. Il film di Chazelle infatti vuole raccontare quell’epoca in modo nuovo, assumendo l’ottica dei perdenti, in primis Nellie.

La cattiva di Cantando sotto la pioggia Lina Lamont è un personaggio fittizio che, nella finzione di Babylon, irride proprio Nellie. Nel musical, la diva Lamont deve essere doppiata a causa della sua voce sgradevole: un difetto a cui si unisce un carattere capriccioso, vanesio e insopportabile. Nel film Babylon invece Nellie non ha una voce sgradevole, quanto piuttosto un fortissimo accento del New Jersey e una parlata sboccata, che fa di lei una “popolana”, poco adatta a trasformarsi in una stella elegante e ricercata. Le critiche che vengono mosse a Lamont in Cantando sotto la pioggia sono le stesse che sentiamo rivolte a Nellie quando la giovane origlia in bagno quanto dicono di lei gli attrezzisti e i colleghi.

In Babylon però Nellie è sempre meravigliosa, irresistibile e splendida. Questo perché gli occhi attraverso cui la guardiamo sono sempre quelli di Manuel, che la ama moltissimo, sin dal loro primo incontro. Inizialmente ferito da questo ritratto poco lusinghiero della sua ama Nellie, Manuel infine capisce che sarà lo stesso cinema ad assicurare l’eternità alla donna che solo lui ora ricorda e quindi sorride, un po’ sollevato. Questo è il senso del finale di Babylon.

L’immagine di copertina di questo articolo è tratta da Babylon di Eagle Pictures e Paramount Pictures.

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