Babylon, recensione: ecco l’anti La La Land

Babylon è l’anti La La Land: Damien Chazelle torna a parlare di chi fa cinema, ma stavolta il sogno di essere una star si trasforma in un tragico incubo. La recensione di Babylon.

Autore: Elisa Giudici ,

Tanto La La Land era da subito destinato a diventare un film capace di entrare nel cuore degli spettatori, tanto Babylon sembra un progetto destinato a fallire, nonostante sia comunque uno dei film più attesi del 2023. Facile dirlo nel 2023, dopo che ottimi film dal tema similare come The Fabelmans sono stati snobbati dal pubblico. Come ci insegna Chazelle in una scena del suo ultimo, meraviglioso fallimento, alle volte di fronte al tuo stesso film non sai dare un giudizio e non ti resta che attendere la reazione del pubblico in sala: rideranno con te o di te?

Babylon è sicuramente un fallimento certificato, almeno a botteghino: difficile che recuperi gli 80 milioni di dollari che è costato. Anche al critica si è molto divisa sul film e non poteva essere altrimenti. Così come accaduto per Blonde (film che ha diviso l’opinione pubblica nel 2022), Babylon fa scelte molto forti, destinate a far discutere. È una pellicola che tenta di fare tanto, osa tantissimo e rischia davvero tutto: nella prima parte ha dei momenti di grandissimo cinema, ma naufraga irrimediabilmente nella seconda metà.

Per quanto sbagli tanto - il tono, molti personaggi, il finale - Babylon è uno di quei film fatti seguendo l’istinto e le viscere, così ambiziosi in quello che dicono che anche quando diventano un disastro, non fanno che affascinarci. Un po’ come la splendida, distruttiva protagonista interpretata da Margot Robbie.

La trama di Babylon

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Babylon è ambientato a Bel Air, sul finire degli anni ‘20. L’industria cinematografica è ancora agli albori e circola una frenesia creativa continua, sui set e nelle opulente feste che riuniscono star, manovali e arrivisti che gravitano attorno al mondo del cinema. In un party particolarmente sontuoso (ampiamente anticipato dal trailer di Babylon) riesce a infiltrarsi la scapigliata e discinta Nellie LaRoy,interpretata da Margot Robbie.

Ad aiutarla a introdursi alla festa è Manuel, un tuttofare messicano interpretato da Diego Calva. Manny s’innamora perdutamente della ragazza e condivide con lei il sogno di arrivare in qualche modo a fare cinema. Lei è convinta di essere già una star. Non ha mai messo piede su un set, ma lo è di natura, per carisma e attitudine. È proprio a questa festa fatale che i due incontrano Jack Conrad (il personaggio di Brad Pitt), un attore lanciatissimo che, più o meno consapevolmente, aiuterà Nellie e Manny a realizzare il loro sogno.

Le vite dei tre però stanno per essere travolte dalla fine del cinema muto: l’introduzione del sonoro è alle porte cambierà per sempre il mondo del cinema.

Perché Babylon è l’anti La La Land

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Se amate La La Land non aspettatevi di innamorarvi di Babylon che, pur essendo scritto e diretto dalla stessa persona, si pone come una sorta di opposto e contrario al musical con Emma Stone e Ryan Gosling.

La La Land è un fiaba romantica, una storia d’amore tra due persone che vogliono fare cinema e che si ritrovano a scegliere tra la carriera e i sentimenti. Babylon al contrario è una storia di amore smisurato per il cinema in un momento in cui sembra un’arte morente (e quindi risulta particolarmente rilevante nel 2023). Jack e Nellie non hanno mai vere relazioni amorose in Babylon, perché tutte le loro energie sono focalizzate su conquistare le luci della ribalta. Il loro tempismo però è tragico: Jack deve rassegnarsi al suo status di leggenda che non piace più al pubblico i cui gusti sono mutati, Nellie a quello di strepitosa diva del muto arrivata troppo tardi sulla scena e totalmente inadatta al cinema fatto di immagine e suono.

Quello che funziona in Babylon - oltre alla solita componente tecnica strepitosa - è il piglio con cui Chazelle affronta questa storia, lo stesso di Nellie. Si butta a capofitto nella storia, raramente si muove pensando ai sentimenti del pubblico, mosso dall’urgenza di raccontare i suoi, di appassionato del cinema. Nei suoi momenti migliori Babylon è una splendida ode dei perdenti del cinema muto, raccontata quanti temono di essere le nuove, ultime star di un’arte morente.

Nei suoi momenti peggiori (ovvero il secondo tempo del film), Babylon è incapace di domare i suoi eccessi, uscire dagli stessi stereotipi che mitizza, dimostrandosi incapace di puntare su ciò che davvero funziona. È un peccato per esempio come il film riservi poco spazio a personaggi strepitosi come la Lady Fay Zhu di Li Jun Li e la regista Ruth Azner di Katherine Waterston per concentrarsi su eccessi e inutili boutade. Anche il povero Diego Calva ha ben poco da fare, avendo per le mani un protagonista che è poco più di un narratore.

L’immagine di copertina di questo articolo è tratta da Babylon di Eagle Pictures e Paramount Pictures. 

Commento

Voto di Cpop

64
Nonostante i suoi tantissimi difetti, Babylon è un film che vale la pena di vedere, perché romanticizza un’era di Hollywood ricca di creatività e caos, raccontandola dal punto di vista di chi quella battaglia l’ha persa. Se amate i film eccessivi e provocatori, lo adorerete.

Pro

  • L'estetica decadente
  • L'anima che Margot Robbie mette in Nellie
  • La strepitosa colonna sonora

Contro

  • La scarsa riuscita del secondo tempo
  • Il finale troppo lungo e "pompato"
  • I comprimari scarsamente caratterizzati
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