Stasera in TV c'è Così è la vita, scopriamo se è tratto davvero da una storia vera e cosa significa questo titolo

Un ladro, un poliziotto e un inventore sono in fuga. Riusciranno a cavarsela? Così è la vita non è tratto da una storia vera, ma racconta una parabola universale.

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Autore: Alice Grisa ,

Così è la vita è un film comico del 1998 con Aldo, Giovanni e Giacomo e diretto da Massimo Venier. La storia parla di tre uomini che s’incontrano per caso e si trovano coinvolti in una fuga (per qualcuno voluta, per qualcun altro forzata) che poi si trasforma in viaggio.

Stasera, 28 ottobre, alle 21.06 su Cine34 c'è Così è la vita

Alla fine i tre protagonisti, il criminale Aldo, l’inventore di giocattoli Giovanni e il poliziotto Giacomo, si troveranno di fronte a una sorpresa inaspettata, che li porterà a condividere un destino esistenziale.

Al termine del loro cammino scopriranno qualcosa che non avevano previsto.

Ma Così è la vita è tratto da una storia vera o è completamente inventato?

Una storia vera che non esiste

Il sottotitolo del film, “Tratto da una storia vera”, è fantasioso e paradossale. Il film non può essere tratto da una storia vera, perché finisce con i tre protagonisti finalmente consapevoli di essere nell’aldilà, ed è piuttosto surreale che qualcuno possa raccontare, a ritroso, una storia del genere.

Nel disegno collettivo della comicità di Aldo, Giovanni e Giacomo, che tanto amiamo e conosciamo, Così è la vita è una storia divertente e a tratti commovente, con il trio pronto a incarnare i cosiddetti “tipi fissi” che troviamo, coerentemente, nelle altre pellicole, come Tre uomini e una gamba, Chiedimi se sono felice o le gag di Mai dire gol negli anni ’90.

La sequenza di apertura, proprio come in Tre uomini e una gamba, è tratta da un film (o meglio, un film nel film), conduce al carcere San Vittore di Milano, dove risiede il detenuto Aldo, che si trova proprio nella sala cinema insieme agli altri.

Tra gag irresistibili, l'uomo tenterà una fuga rocambolesca durante un trasferimento, affidato al poliziotto Giacomo (che è stato abbandonato dal partner di lavoro), prendendolo in ostaggio e catturando anche un malcapitato, l’inventore di giocattoli Giovanni. In fuga dalle pattuglie (avvisate via radio da Giacomo), i tre avranno un grave incidente, precipitando in un burrone, dove l’auto si incendierà. Miracolosamente, però, usciranno illesi. O così crederanno.

Fino a tre quarti di film, potrebbe essere verosimile l’annuncio iniziale, che la storia sia tratta davvero da una storia vera.

L’ultima parte, però, scongiura sicuramente questa dichiarazione, perché prende una nuova strada “metafisica”, dà un’accezione completamente diversa al personaggio di Clara (interpretato da Marina Massironi) e, seppur in toni comici, proietta il finale verso una riflessione esistenziale.

Il significato del titolo ingannevole

Che significa Così è la vita? La storia del trio è una sorta di parabola che presenta i tre uomini comuni (un delinquente, un poliziotto-poeta e un pignolo inventore) alle prese con qualcosa di enormemente più grande di loro, dei loro problemi, della vita quotidiana stessa.

La vita inizia e poi finisce così, in cammino su una montagna dietro a Clara, in attesa del giudizio finale. Rimane il tempo per i bilanci… 

Giacomo: Mi dispiace non aver procreato. Non aver lasciato un piccolo Giacomino in giro per il mondo.
Giovanni: Giacomo, di questo l’umanità ti sarà grata.

E per i rimpianti…

Giacomo: Certo che la vita è strana. Un attimo ci sei e l’attimo dopo, pam, non ci sei più.
Giovanni: Se facevi controllare il freno a mano, un attimo dopo, pam, eri ancora lì.

Lo humor di Aldo, Giovanni e Giacomo è sempre garbato e immancabile. Anche nel post-mortem, anche nell’aldilà. È un modo per filtrare la vita, alla “Aldo, Giovanni e Giacomo”, ma la vita quella rimane. Una vita fatta di casi e occasioni, di momenti che cambiano il corso delle cose e incidenti che mettono fine a tutto.

“Come è la vita” Aldo, Giovanni e Giacomo lo scoprono in una camera funebre, quando vedono i tre corpi non sopravvissuti all’incidente dove si erano illusi di poter uscire illesi.

Non stanno così le cose ma anche alla fine, anche dopo la fine, c’è il tentativo di una redenzione.

E una chiosa (e chiusa) amaramente divertente: il foglio con il progetto di Giovanni, il disegno predisposto per l’ingegneristica invenzione per le uova di cioccolato, non finisce celebrando la sua gloria e la sua inventiva. Volando attraverso l’aria di montagna, fluttuando tra la valle, finisce per terra. E viene coperto - o meglio, sommerso - dai bisogni di un cavallo.

La vita è così. La vita – o quello che lasciamo - è anche e soprattutto questo.

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