Il prossimo anno, la piattaforma di streaming Netflix ci presenterà la serie TV live-action ispirata al mondo di Cowboy Bebop, il popolare anime fantascientifico ideato da Shinichiro Watanabe e trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1998.
Il prodotto è un vero e proprio cult del genere, e può contare su una fanbase davvero appassionata. Anche per questo, far sì che l'adattamento con protagonista John Cho sia fedele all'originale nello stile e nell'anima, è semplicemente imperativo per i il team creativo-produttivo che lavora al progetto (non a caso, la serie può contare sulla consulenza dello stesso Shinichiro Watanabe).
Non puoi prendere Cowboy Bebop e dire 'Ok, teniamolo a mente come punto di partenza, ma poi diamo ai personaggi delle acconciature diverse, dei vestiti diversi, lo chiamiamo in modo differente, e diciamo che sarà liberamente ispirato'. Se fai Cowboy Bebop, fai Cowboy Bebop, ok? È un po' come Star Wars.
Così ha esordito Javier Grillo-Marxuach, uno degli sceneggiatori della serie, nella sua intervista con io9.
Ma cosa comportano, a livello pratico, le sue parole?
Prima di tutto, si tenterà di rispettare il significato dell'anime, le influenze che lo hanno scolpito, e si cercherà di adattarle e tradurle nel miglior modo possibile con il nuovo medium a disposizione.
Abbiamo quest'entità che è un mix di influenze diverse, che nel dopoguerra giapponese erano di grande importanza: il jazz, la pop culture americana, i cowboy, i reality. Praticamente stai già guardando quello che è un commento dell'influenza della cultura pop americana con quella giapponese sul futuro, sullo spazio.
La sfida sarà dunque quella di realizzare qualcosa di nuovo, ma mantenendo e "traducendo" (in senso letterale e figurato) tutto ciò.
Infatti, considerata anche la natura del live-action, che sarà composto - almeno per quanto riguarda la prima stagione - da 10 episodi della durata di un'ora (ma sarebbe già in programma una seconda), dei cambi saranno sicuramente necessari. Ad esempio, il costume di di Faye verrà modificato per permettere "a un essere umano in carne ed ossa" di indossarlo, spiega Grillo-Marxuach.
Tranquilli però, Ein sarà un corgi, e su questo non ci piove.
Ma forse, la differenza maggiore è che non vi sarà una corrispondenza 1:1 con gli episodi dell'anime, anche perché, la serie non vuole essere una riproposta della sua versione animata, ma un'aggiunta al canone del mondo di Cowboy Bebop.
Hai uno show dove 26 episodi ti presentano una marea di storie, dei villain, degli avversari così pieni di colore... Non li riproporremo pedissequamente, perché cercheremo di raccontare anche la storia di Spike Siegel e il Sindacato, Spike Siegel e Julia, Spike Siegel e Vicious e così via.
Elabora sempre Grillo-Marxuach, e continua:
Ma quel che ci chiediamo guardando lo show è 'Quali sono alcuni dei più grandi villain, e come possiamo inserirli in questa narrazione più ampia?'. Quindi racconteremo entrambe le grandi storie che racconta Cowboy Bebop.
Tuttavia, il focus è, ovviamente, anche sui fan, coloro che decreteranno il vero successo (o, nel peggiore dei casi, il fallimento) della serie.
Non vogliamo che i fan dello show lo guardino e pensino che li abbiamo delusi, o che non abbiamo portato rispetto all'originale. [...] Ognuno ha un'idea differente di quale sia la migliore versione di uno show, e parecchi fan di Cowboy Bebop vi diranno che l'anime è la versione migliore di quella storia. Noi speriamo di poterli condurre alla visione della nostra, e che possano vederla come una magnifica traduzione, una fantastica aggiunta al canone originale.
Al momento, Cowboy Bebop è in fase di produzione e, pandemia permettendo, presto si potrà tornare sul set per riprendere a girare, in modo da essere pronti per la release su Netflix programmata per il 2021.
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