Il rapporto tra David Fincher e #Mindhunter ricorda un po' quello di certe coppie che non riescono più a stare insieme, ma neppure vogliono lasciarsi, e alla fine decidono di prendere una pausa di riflessione.
In una recente intervista a Vulture, il regista di Seven e Fight Club ha dichiarato che i detective Tench e Ford e la dottoressa Carr non avrebbero fatto ritorno... nell'immediato. Il filmmaker ha spiegato che la serie costa troppo per il pubblico che ha. E fatto non secondario, è una produzione che lo assorbe completamente e gli procura un grande stress.
A distanza di un mese da quelle dichiarazioni, Fincher è tornato sull'argomento con Variety, in occasione del lancio del suo ultimo film, #Mank, che arriverà su Netflix il 4 dicembre 2020. E ancora una volta ha ripetuto che Mindhunter è in pausa... per ora:
Non so se ha senso continuare. Era una serie molto costosa. Aveva un pubblico davvero appassionato, ma i numeri non hanno mai giustificato i costi.
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Il regista ha confermato lo stop, ma ha lasciato una porta aperta, svelando i piani per il finale originale:
A un certo punto, mi piacerebbe tornare a occuparmene. L'idea era di arrivare alla fine degli anni '90 e all'inizio dei 2000, fino a quando gli agenti bussano alla porta di Dennis Rader.
Il famigerato omicida seriale, chiamato il BTK Killer o lo Strangolatore BTK, acronimo per "bind, torture and kill", ovvero "lega, tortura e uccidi", dal suo modus operandi, è il vero e proprio fil rouge di Mindhunter e il suo arresto da parte dell'FBI (avvenuto nel 2005) rappresenterebbe senza dubbio una conclusione coerente per la serie. Ma i fan potranno mai vederlo? Se accadrà, la sensazione è che non sarà tanto presto:
Di certo, avevo bisogno di un po' di tempo. Eravamo tutti al lavoro per finire la seconda stagione e per la terza non avevamo in attesa molte sceneggiature e bozze e neppure la 'Bibbia dello spettacolo' [una sorta di manuale con tutti i dettagli della storia, n.d.r.]. Ammetto di avere pensato che non ero pronto a trascorrere altri due anni in un vespaio simile.
Mindhunter. La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano
La serie Mindhunter è ispirata al libro Mindhunter. La storia vera del primo cacciatore di serial killer americanoVariety scrive che Fincher spera che una "pausa indefinita" possa aiutarlo a "riaccendere la passione" per la storia dei detective Tench e Ford e della dottoressa Carr e rivela che il regista è stato molto provato dalla produzione di Mindhunter 2.
Il sito riporta che il filmmaker ha licenziato lo showrunner iniziale e si è occupato di 8 sceneggiature (sui 9 episodi che compongono la seconda stagione) e della "Bibbia dello spettacolo". Per gestire tutto è stato costretto a trasferirsi a Pittsburgh e il co-produttore della serie, Peter Mavromates, ha dichiarato che "è stato estenuante":
Quando non dirigeva un episodio, lo supervisionava.
I piani di Fincher di realizzare una stagione ogni 12 o 14 mesi sono andati a rotoli. Tra la prima (2017) e la seconda (2019) sono passati 2 anni e i ritardi e il budget non giustificabile a fronte degli ascolti hanno finito per fare scivolare Mindhunter in un limbo.
Perché alla fine è così. La serie basata sul libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di Mark Olshaker e John E. Douglas non è stata ufficialmente cancellata da Netflix. E anche se il suo creatore continua a ripetere che è troppo costosa e che ha bisogno di metterla da parte per un tempo non meglio precisato perché realizzarla lo esaurisce, non chiude mai davvero la porta a un eventuale ritorno degli agenti Tench e Ford e della dottoressa Carr.
E allora, i fan restano lì, appesi a un filo sottile. Ma che fino a quando non sarà tagliato, continuerà a rappresentare una speranza.
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